Footbola
·26 novembre 2020
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·26 novembre 2020
La Roma è a un passo dalla qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League e una vittoria in Romania contro il Cluj diventerebbe la spallata decisiva alle rivali del girone. I rumeni però sono a pari punti con lo Young Boys e sarà fondamentale ottenere almeno un pareggio per poi giocarsi tutto nello scontro diretto con gli svizzeri. I transilvani inoltre hanno sempre avuto un grande rapporto con l’Italia avendo avuto vari giocatori tra le loro fila.
DAVIDE BOTTONE Nato a Biella e cresciuto calcisticamente nel Torino Davide Bottone ha deluso le attese che lo vedevano come un buon centrocampista di contenimento dotato di discreta classe. Dopo i prestiti nella sua Biellese e a Varese in C2 tornò nel 2007 in granata dove iniziò ad assaggiare la Serie A e segnò contro il Livorno il suo primo gol nel massimo campionato. Intanto Bottone si era guadagnato anche le prime convocazioni in Under 21, ma i granata decisero di mandarlo in B a fare il titolare a Vicenza per poi riprenderselo un anno dopo ma nonostante il Torino fosse retrocesso in B lo spazio per lui era minimo e a gennaio venne ceduto in prestito al Cluj. Un’esperienza breve e poco soddisfacente a livello personale, con sole sette partite all’attivo, ma che gli permisero di vincere campionato e Coppa di Romania. Tornò in Italia a Frosinone, ma la Serie A continuò a essere un miraggio e da tre anni è in rosa nella Nuorese.
ROBERTO DE ZERBI La classe a Roberto De Zerbi non è certamente mai mancata, ma qualche infortunio di troppo e un rendimento mai troppo continuo gli hanno fatto fare moltissima provincia e tanta panchina. Bresciano di Mompiano e grandissimo tifoso delle Rondinelle è stato chiamato a sedici anni nelle giovanili del Milan ma non riuscì mai a esordire iniziando un lunghissimo periodo di prestiti per tutto lo Stivale. Monza, Padova, Como, Avellino e Lecco, prima di venire acquistato dal Foggia e trovare l’uomo che gli cambierà la carriera: Pasquale Marino. Il tecnico siciliano lo mise al centro di ogni suo progetto e se lo portò con sé anche ad Arezzo in B e a Catania con la quale fu protagonista di una fantastica promozione in A. Potrebbe essere la grande occasione per la sua prima volta tra i grandi, ma il Napoli di De Laurentiis era appena stato promosso in B e aveva fretta di tornare in A e così De Zerbi accettò la proposta Azzurra, ma il pessimo rapporto con Reja lo porterà spesso in panchina. La promozione arrivò ma non più da uomo immagine come a Catania e la A la riuscì ad assaggiarla solo per tre partite prima di tornare a Brescia per vestire la maglia che tanto ama. Non arrivò però un’altra promozione e allora altra esperienza ad Avellino prima che nel gennaio 2010 non arrivi l’inattesa chiamata del Cluj. Due anni e mezzo in Romania abbastanza felici con due titoli vinti e un’ottima chiusura di carriera per un talento che poteva essere ma non è stato, anche se da allenatore si sta riprendendo tutto quello che si era perso da giocatore.
DAVIDE PETRUCCI La sfortuna è stata purtroppo fedela compagna di Davide Petrucci, uno dei giovani più promettenti della Roma negli ultimi anni. Bruno Conti cercò in tutti i modi di fargli firmare un contratto anticipando i tempi, ma su di lui si era già fiondato il Manchester United. L’inizio fu anche positivo, ma nel gennaio 2009 inziarono i guai. Un grave infortunio nella zona pelvica lo portò a restare fuori per due anni, con tante ricadute e problemi fino al 2013 anno in cui i Red Deviles lo diedero in prestito al Peterborough United dove realizzò il suo primo gol da professionista in Inghilterra. Ancora due prestiti all’Anversa in Belgio e al Charlton prima che avvenisse la rescissione del contratto con il Manchester United e il Cluj si accorgesse di lui. Maglia numero quattto e contratto firmato e per due anni e mezzo difese il bordeaux dei ferrovieri ritrovando gamba e ritmo. Dopo un grande inizio in Liga 1 2016-17 venne acquistato dal Çaykur Rizespor dove fu fondamentale il primo anno per la promozione, ma nei due anni successivi altri infortuni ne limitarono il rendimento e l’anno scorso il tanto atteso ritorno in Italia, in Serie B ad Ascoli prima del passaggio a Cosenza.
FELICE PICCOLO Lo scandalo di Calciopoli fu devastante per la Juventus, ma questo permise a vari giovani dalla primavera o che erano ancora riserve di mettersi in mostra e sfondare in quegli anni di transizione. Chiellini e Marchisio furono quelli che ebbero la carriera migliore, ma anche Giovinco e De Ceglie si tolsero le loro soddisfazioni. Un altro che sembrava destinato a diventare una colonna dei bianconeri in Serie B era Felice Piccolo difensore campano che aveva già esordito in A con Reggina e Lazio. Boumsong e Kovać erano i titolari ma entrambi giocarono spesso in maniera negativa, ma nonostante questo Deschamps non riusciva a vedere il giovane difensore cresciuto nel vivaio come un’alternativa valida. Nell’anno della promozione contò solo sette presenze e l’anno seguente venne ceduto all’Empoli dove giocò tanto in due anni tra A e B. Dopo un disastroso intermezzo al Chievo però iniziò la sua miglior avventura nel 2010 con il passaggio al Cluj. Cinque stagioni dove fu il baluardo della difesa riuscendo anche a esordire in Champions League. Vinse due campionati e il dispiacere fu forte quando dovette lasciare la Romania per tornare in Italia allo Spezia. Due anni in Liguria e altri due in Piemonte, all’Alessandria prima di dire basta col calcio nel 2018.
FERDINANDO SFORZINI Chi segue con passione le serie minori italiane non può far altro che amare Ferdinando Sforzini. Bomber di provincia che trovò a Grosseto la città e la squadra che gli permisero di rendere al massimo. In A ci ha giocato solo di passaggio con due brevi apparizioni a Bari e a Pescara senza però mai riuscire a mettere a segno una rete. Il momento più alto della sua carriera Nandogol, così veniva soprannominato, lo ebbe nel 2010 quando il Cluj lo acquistò in prestito dall’Udinese e per lui ci fu il magico debutto in Champions League contro il Basilea. Fu un’esperienza breve quella rumena, ma comunque molto importante per la sua carriera, perché fu proprio dopo i sei mesi in Transilvania che Sforzini tornò a Grosseto diventando il miglior marcatore di sempre in Serie B per i maremmani. Tanta provincia, ma a trentacinque anni ancora tanto voglia di mettersi in discussione e con altre sfide in Serie D col Palermo e Campobasso.