Calcionews24
·21 agosto 2024
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Emanuele Giaccherini ha parlato a la Gazzetta dello Sport dopo la sconfitta del Napoli di Antonio Conte con il Verona. Di seguito le sue parole.
DIFFICOLTÁ – «Il decimo posto l’anno scorso non è risultato avvenuto a caso. Lo ha detto anche il mister. Ci sono delle difficoltà. E anche a livello mentale si è vista una squadra che contro il Verona ha sofferto tantissimo. Non è riuscita a reagire all’evento negativo. Come l’anno scorso».
COSA SERVE – «Innesti. Lobotka è molto forte davanti alla difesa, ma in quel reparto ci vuole uno che abbini quantità e qualità, che faccia entrambe le fasi. Anche quella realizzativa».
NOMI – «Ce ne sono tanti. Koopmeiners, per esempio, che farebbe gola al Napoli come alla Juve. Lui potrebbe essere uno. Ma ci vogliono 50-60 milioni…».
ATTACCO – «Lukaku, è tutta l’estate che va avanti questa telenovela. Se lui va al Napoli, in una squadra senza le coppe, ci va per Conte. Tra loro c’è un rapporto di grandissima stima. Il mister lo conosce bene, lo ha allenato diverse volte e se vuole lui è perché si fida, sa che per una squadra come la sua c’è bisogno di quel giocatore lì. Lukaku è uno che fa reparto da solo».
HA PARLATO CON CONTE DOPO IL VERONA – «No, ma due settimane fa ci siamo messaggiati. Mi aveva detto che ce la metterà tutta. Ma…».
COSA GLI HA DETTO – «Ma se arrivasse qualche giocatore in più male non farebbe, ecco. Mi ha detto solo: siamo ancora un po’ corti. Il mercato non è ancora terminato. E con la situazione di Osimhen ci vuole anche un attaccante forte».
TENSIONI NELLO SPOGLIATOIO – «Sicuramente se ne parla e ti destabilizza. Allora la squadra si chiude a guscio, si protegge, ma la situazione resta sempre lì. Inevitabilmente la squadra un po’ ne risente. Condivido le parole di Gasperini».
CHIUSURA DEL MERCATO CON L’INIZIO DEI CAMPIONATI – «O posticipi il campionato o anticipi la chiusura del mercato. Ma dietro ci sono tanti interessi, non so chi è che decide. Per le squadre è deleterio, ci sono giocatori che non sanno quello che fanno. Mi ci sono ritrovato anch’io nel passaggio dal Sunderland al Bologna. La A era iniziata da due giornate. Advocaat, l’allenatore, fu chiaro: non rientravo nei piani. Conte allenava la Nazionale e mi disse: “Torna in Italia”. Trovai Bologna, fu un’annata molto bella. Ma le due settimane prima del trasferimento pensavo a tutto tranne che al calcio. Stavo sempre al telefono».
RAPPORTO CON ADL – «Il punto interrogativo di Conte al Napoli è questo: il suo rapporto col presidente e il feeling vanno di pari passo con l’esplosione. Ma se manterrà quello che ci ha fatto vedere la fase di presentazione, non vedo problemi».
EUROPA A RISCHIO – «Non credo. Se arrivano giocatori può essere protagonista. Conte vuole competere coi migliori, ma vedo il Napoli sotto Inter e Milan. La Juve è un cantiere aperto. L’Atalanta può essere una bomba a orologeria».
CONTE HA ALZATO LA VOCE DOPO VERONA – «Penso di sì, avrà fatto rizzare le antenne. Lui è così, un condottiero, sa motivare. Una volta, dopo una sconfitta contro il Bayern in Champions, ci fece trovare le scritte sulla lavagna: “Se vogliamo possiamo”. Ci disse che voleva vedere i giocatori del Bayern saltare. Ci caricò. Farà lo stesso».
BOLOGNA – «Partita aperta. Il Napoli vorrà cancellare la debacle di Verona. Ma occhio al Bologna, squadra insidiosa. E Italiano fa giocare a calcio le sue squadre».