Da De Rossi a Soulokou, le ragioni dietro il terremoto che ha stravolto la Roma | OneFootball

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Calcio e Finanza

·23 settembre 2024

Da De Rossi a Soulokou, le ragioni dietro il terremoto che ha stravolto la Roma

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Tutto parte dal mancato addio di Paulo Dybala. A riguardarla oggi, dopo il licenziamento di Daniele De Rossi e le dimissioni della CEO Lina Souloukou per le minacce ricevute, la storia – scrive Il Corriere della Sera nella sua edizione odierna – può essere letta anche come uno dei motivi del terremoto che ha sconvolto Trigoria. Ma perché Soulokou si è dimessa? Cosa l’ha portata a questa drastica decisione?

È possibile probabile, scrive il quotidiano, che Souloukou non fosse convinta innanzitutto del contratto triennale fatto a De Rossi dopo la stagione scorsa, iniziata benissimo e finita con il fiatone. Il tecnico era stato preso come traghettatore, tanto che il suo contratto scadeva a giugno, con opzione di rinnovo solo in caso di conquista della zona Champions.


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Così non è stato ma l’entusiasmo che De Rossi aveva portato nella squadra e tra i tifosi ha convinto la proprietà a fargli firmare un contratto lunghissimo e oneroso (3 milioni netti a stagione). Il preferito di Lina sarebbe stato Raffaele Palladino, ora alla Fiorentina, magari con Modesto come Ds per ricreare un gruppo di lavoro testato al Monza (e Modesto anche all’Olympiacos).

Perché Lina Souloukou si è dimessa – I problemi tra mercato e Dybala

A De Rossi è stata consegnata, dopo il mercato, una Roma diversa da quella che voleva l’allenatore. I rapporti con Dybala si erano incrinati a giugno, quando l’argentino aveva detto che, in caso di offerta da parte di un club che partecipava alla Champions l’avrebbe presa in considerazione, liberandosi con una clausola da 12 milioni di euro.

Così era stato acquistato Soulé e si era pensato a un 4-3-3 senza la Joya. Poi è cambiato tutto, con la difficoltà di scegliere un altro modulo di gioco. Si erano sentiti scricchiolii quando De Rossi aveva detto di non conoscere Dahl, Le Fée e Sangaré acquistati da Ghisolfi. Il Ds non aveva preso bene le telefonate che De Rossi aveva fatto personalmente a Dovbyk e Koné per convincerli a venire a Roma, come se fossero state un’invasione di campo.

La città dove tutti sanno tutto racconta anche che l’offerta dell’Ad Qadsiah alla Roma era di 12 milioni (come la clausola rescissoria) e non di 4 ma che i sauditi volevano che le commissioni ai procuratori di Dybala le pagasse la Roma. Ma su questo non vi è certezza.

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