FIGC
·14 aprile 2025
Dai primi calci all’oratorio al PSG, l’Erasmus sportivo di Cher Ndour: “All’estero sono stato benissimo, ma l’Italia è sempre l’Italia”

FIGC
·14 aprile 2025
Da Brescia a Lisbona, da Parigi a Istanbul, passando per Braga. Il lungo Erasmus sportivo di Cher Ndour si è interrotto due mesi fa, quando la Fiorentina ha deciso di investire su uno dei giovani talenti più promettenti del nostro Paese: “All’estero sono stato benissimo – ha raccontato dal raduno della Nazionale Under 21 nell'intervista rilasciata a Vivo Azzurro TV per 'Generazione Azzurra'- ma l’Italia è sempre l’Italia e ultimamente mi scorreva dentro il richiamo di casa. Da ragazzo avevo bisogno di stimoli e di affrontare nuove esperienze, è venuta fuori questa possibilità di andare all’estero e, anche se ero molto giovane, ho deciso di partire. Ho la fortuna di avere due genitori che tengono molto a me, che mi sono sempre stati vicini e che mi hanno seguito a Lisbona, Parigi e anche a Istanbul. Mi hanno sempre consigliato nelle scelte, lasciandomi però la decisione finale”.
Nato a Brescia nell’estate del 2004 da mamma italiana e papà congolese, Cher inizia a giocare a calcio a 4 anni sul campetto dell’oratorio di Fiumicello. All’età di 6 anni arriva quindi la chiamata del Brescia, poi a 10 anni la prima esperienza a 50 chilometri da casa, nel settore giovanile dell’Atalanta: “Al piccolo Cher direi di affrontare le cose con leggerezza e di mettere sempre davanti a tutto il piacere di giocare a calcio”. Ma è a 16 anni che la vita cambia radicalmente. Vola a Lisbona per iniziare una nuova avventura al Benfica, diventando il più giovane debuttante nella storia del club e l’unico italiano a vincere la Youth League. Nel luglio 2023, dopo essersi laureato campione d’Europa con la Nazionale Under 19, lo acquista il Paris Saint-Germain, dove viene accolto da un altro campione d’Europa: “Con Gigio (Donnarumma, ndr) a Parigi abbiamo legato subito, io poi venivo dalla vittoria dell’Europeo e la prima cosa che ha fatto è stata farmi i complimenti”. In Ligue 1 colleziona 3 presenze, segnando anche la sua prima rete in Coppa di Francia. Ma un giovane per crescere ha bisogno di giocare e così va in prestito prima al Braga (9 presenze e una rete) e poi al Besiktas (12 presenze e un gol), dove a fargli da chioccia è un altro campionissimo azzurro: “Sono arrivato a Istanbul e Ciro (Immobile, ndr) era già lì, ci siamo trovati molto bene ed è stato importante poter parlare con lui, anche perché il turco non è una lingua facile”, dice sorridendo. “Ciro e Gigio hanno fatto grandi cose, hanno vinto entrambi l’Europeo. Spero un giorno di poterlo vincere anche io”.
IL PERCORSO IN AZZURRO. Dopo aver fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili, nel settembre 2023 ha ricevuto la prima chiamata in Under 21. E nell’ultimo biennio è diventato uno dei punti fermi dell’Italia di Carmine Nunziata, con cui spera quest’estate di vivere il secondo Campionato Europeo della sua giovane carriera. Il primo è stato indimenticabile: “Avevo fatto tutta l’annata con mister Nunziata in Under 20 – racconta al microfono della piattaforma OTT della FIGC - ma Bollini spingeva per farmi fare l’Europeo Under 19 e alla fine ha avuto ragione lui. Con il mister ci siamo capiti subito, eravamo una squadra molto forte, con talento da tutte le parti. L’unica partita in cui abbiamo sofferto è stata quella del girone con il Portogallo, in cui abbiamo perso 5-1. Ma penso che quella sconfitta ci abbia fatto rimanere con i piedi per terra, dandoci ancora più motivazioni per vincerlo. La semifinale con la Spagna l’ho vissuta dalla tribuna con un’agitazione incredibile perché ero squalificato, poi in finale, forse per un segno del destino, abbiamo rincontrato il Portogallo. È stato bellissimo, quando l’arbitro ha fischiato la fine è stata un’esplosione di gioia”. La prima volta in maglia azzurra risale al 2019 con l’Under 15: “Ero felice, ma allo stesso tempo agitato. Ricordo di aver viaggiato con 4/5 compagni dell’Atalanta, quando poi a Coverciano vedi tutte le foto dei campioni ti fa un effetto molto forte. Mi sono trovato subito bene e ho instaurato un bellissimo rapporto con il mister (testuale), Patrizia Panico, che quando sono andato alla Fiorentina mi ha infatti scritto facendomi l’in bocca al lupo”.
POGBA E LEBRON JAMES. “Sono un ragazzo semplice, tranquillo - si descrive Cher - e ogni volta che posso torno a Brescia dai miei amici e dalla mia ragazza. Andiamo nel bar storico, che è dei miei primi allenatori all’oratorio. Quando ho del tempo libero mi piace riposare e staccare del tutto dallo sport”. Il piatto preferito è la carbonara (“ma anche la picanha accompagnata da riso e patate”), la playlist sempre la stessa (“sono molto scaramantico, ascolto le solite cinque canzoni prima di entrare in campo”), gli idoli tre campionissimi di calcio e basket: “Come caratteristiche mi sono sempre ispirato a Pogba, come dedizione al lavoro e per la carriera che ha avuto a Cristiano Ronaldo. E a LeBron James: seguo l’NBA, quello che sta facendo a 40 anni è frutto non solo del talento ma anche della dedizione che ci mette”. A vent’anni però è giusto soprattutto guardare avanti: “Ho diversi sogni nel cassetto come vincere la Champions League ed esordire con la Nazionale maggiore”.