DAZN vuole portare in tribunale gli abbonati al pezzotto | OneFootball

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Calcio e Finanza

·28 novembre 2024

DAZN vuole portare in tribunale gli abbonati al pezzotto

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I legali di DAZN — la piattaforma di sport in streaming che detiene i diritti tv della Serie A di calcio fino al 2029 — sono già al lavoro. Secondo quanto riportato da La Repubblica, vogliono ottenere un risarcimento da tutti i pirati caduti nella rete della procura di Catania a seguito della maxi operazione anti pirateria e, se ci riusciranno, anche dai singoli “sportivi” che hanno visto illegalmente le partite.

Per aggredire i beni dei pirati ora indagati, cioè degli organizzatori della rete clandestina, DAZN si costituirà parte civile al processo penale che nascerà dall’inchiesta catanese e lo farà in qualità di persona offesa dal reato. Una possibilità ventilata anche nel comunicato con il quale DAZN ha commentato il blitz della giornata di ieri contro lo streaming illegale.


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«I clienti saranno quindi sanzionati oltre a poter diventare oggetto di azioni da parte dei titolari dei diritti. Siamo contenti che il supporto che ci è stato richiesto e che abbiamo dato, abbia contributo al buon esito della collaborazione», sottolineava in particolar modo la piattaforma di sport in streaming.

L’azione contro chi ha visto la Serie A o le coppe europee — vuoi con il pezzotto, vuoi con app illecite, vuoi sul web — fa una certa sensazione. DAZN prende di mira il singolo abbonato illegale e per raggiungere il proprio obiettivo busserà alla porta dei magistrati catanesi chiedendo i nomi di chiunque abbia guardato le gare aggirando il suo abbonamento.

Se davvero DAZN riuscirà a ottenere queste informazioni, potrebbe agire contro di loro, partendo magari da un primo robusto campione. In subordine, la pay-tv può ottenere un altro risultato. Indurrà la Guardia di Finanza a comminare lei le multe agli abbonati illeciti, come la legge stabilisce. Azione a lungo minacciata, eppure mai realizzata da noi.

Anche in questo caso, le multe potrebbero partire intanto verso un campione di persone. Sarebbe un “colpo di cannone” iniziale, ma dall’impatto fragoroso. Per la prima volta, cadrebbe la presunzione di impunità per l’utente comune del pezzotto, che oggi resta convinto di potersi godere le partite illegalmente senza rischiare niente in prima persona.

Favorevolissima alle multe sono anche Sky, la Lega Serie A e il commissario dell’AgCom Massimiliano Capitanio, che ha dato una prima stima di quanti siano gli utenti italiani sui 22 milioni che la procura di Catania individua in Europa: «I nostri — calcola Capitanio — sono 2,2 milioni, il 10%». Se a ognuno di loro venisse comminata l’ammenda minima da 150 euro, lo Stato si ritroverebbe in tasca 330 milioni; mentre i soldi incassati volerebbero fino a 11 miliardi in caso di un’ammenda massima a 5.000 euro.

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