Della Valle: «Determinante l’espulsione di Kalulu. Senza Yildiz è una squadra povera a livello qualitativo. L’accesso in Champions non è più nelle sue mani ma…» – ESCLUSIVA | OneFootball

Della Valle: «Determinante l’espulsione di Kalulu. Senza Yildiz è una squadra povera a livello qualitativo. L’accesso in Champions non è più nelle sue mani ma…» – ESCLUSIVA | OneFootball

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Juventusnews24

·11 maggio 2025

Della Valle: «Determinante l’espulsione di Kalulu. Senza Yildiz è una squadra povera a livello qualitativo. L’accesso in Champions non è più nelle sue mani ma…» – ESCLUSIVA

Immagine dell'articolo:Della Valle: «Determinante l’espulsione di Kalulu. Senza Yildiz è una squadra povera a livello qualitativo. L’accesso in Champions non è più nelle sue mani ma…» – ESCLUSIVA

Della Valle in esclusiva a Juventusnews24: l’analisi della giornalista de La Gazzetta dello Sport su Lazio Juventus valida per la 36ª giornata

In esclusiva a Juventusnews24.com è intervenuta la giornalista de La Gazzetta dello Sport Fabiana Della Valle. Ecco la sua analisi su Lazio Juve giocatasi sabato 10 maggio e valida per la 36ª giornata di Serie A.

Lazio-Juventus: se l’aspettava così?


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«Innanzitutto mi aspettavo una partita, essendo comunque una sfida per la Champions che vale il quarto posto, mi aspettavo qualcosa di più da tutte e due le squadre. Ho visto da parte della Juventus, probabilmente anche per colpa delle assenze, veramente poca qualità in campo e soprattutto – in particolare nel primo tempo – due squadre che, non lo so, mi aspettavo qualcosina in più anche a livello di spettacolo anche per la partita che sinceramente è stata abbastanza modesta da questo punto di vista. Per quanto riguarda lo svolgimento, penso che alla fine la Juve l’aveva preparata come doveva prepararla tanto è vero che poi è andata in vantaggio mentre la Lazio ha fatto veramente poco. È chiaro che poi l’espulsione di Kalulu ha costretto Tudor a rivedere tutti i piani e quindi ha stravolto la sua impostazione della gara».

Nel primo tempo Tudor ha optato per alcuni abbinamenti di centrocampo, abbiamo visto Locatelli su Rovella, Mckennie su Guendouzi e Thuram su Dele-Bashiru che è un po’ il perno del gioco di Baroni. Intuizioni tattiche giuste a parer suo?

«Alla fine secondo me sì perché ripeto, la Lazio ha costruito veramente poco – anche la Juve non è che abbia fatto diciamo tantissimo nel primo tempo – però alla fine la partita si è giocata soprattutto lì a centrocampo, in mezzo e quindi credo che Tudor l’avesse preparata nella maniera giusta perché è riuscito a bloccare le fonti di gioco della Lazio. La sua idea era proprio quella secondo me, costringerli a fare un primo tempo di attendismo ecco, fare lui un primo tempo attento, non far giocare la Lazio e poi colpire nel momento giusto. Alla fine il piano gli è riuscito».

Weah, fra i due quinti nello scacchiere di Tudor, nella partita di ieri era quello più offensivo (dall’altra parte c’era Alberto Costa); come valuta la partita dello statunitense?

«Secondo me proprio ai limiti della sufficienza, tra il 5,5 e il 6. Mi aspettavo qualcosa di più in fase offensiva appunto, come stai dicendo tu. Mi aspettavo, proprio come hai detto tu – siccome doveva essere il giocatore più offensivo – una maggiore collaborazione nella fase di costruzione. Lui è uno che comunque corre tanto, dà tanto però poi tende ad essere un pochettino confusionario e quindi da quel punto di vista – probabilmente proprio perché costretto magari anche lì a coprire e a occuparsi della fase difensiva – credo che in attacco non si sia visto a sufficienza anche se poi ha partecipato all’azione del gol, se non sbaglio. Avrebbe dovuto farlo di più secondo me».

All’Olimpico un pareggio che non consente di fare conti. Se dovesse fare un pronostico però, Juve dentro o fuori dalla corsa Champions?

«Guarda, certo la Juventus non vincendo ieri – ci stava riuscendo praticamente a un minuto dalla fine quindi il rammarico è soprattutto quello – si è un po’ complicata la vita; però io sinceramente la vedo ancora in vantaggio per la Champions. È logico che adesso bisognerà anche aspettare la partita di domani della Roma per capire se è un punto guadagnato questo qui o se sono due punti persi insomma (ride, ndr) però io credo che la Juventus non ha più il destino nelle sue mani perché dovrà per forza guardare anche agli altri ma io credo che sia ancora in vantaggio, io vedo comunque la Juve in Champions».

Kalulu, da pilastro della difesa juventina ad artefice dell’inferiorità numerica. Due volti della stessa medaglia: che voto dà alla prestazione del difensore francese?

«Guarda in questo caso per me il difensore comunque al netto che – son d’accordo con te, aveva giocato bene, era stato sicuramente il migliore in difesa e uno dei migliore della Juve fino a quel momento – la prestazione diventa da 4 in automatico. Perché anche se magari poteva essere da 6,5 prima, il gesto che non è violento – io son d’accordo con Tudor – però è una leggerezza, un’ingenuità che un giocatore come lui che comunque ha una certa esperienza – peraltro guardavo ieri i dati, è la prima espulsione in carriera in Serie A – prima volta che prende un rosso in oltre cento partite giocate in Serie A; in un momento come quello non lo può fare. Lo ha detto anche Locatelli poi ieri sera in conferenza, “certi errori in momento così delicati  non ce li possiamo permettere”, quindi purtroppo la prestazione poi diventa automaticamente da 4 cancellando tutto quello che di buono è stato fatto prima anche perché mette in difficoltà la squadra in quel momento perché la costringe a giocare in dieci e anche dopo perché adesso la Juve avrà il problema di sostituire lui e Savona che è squalificato con tutti gli infortunati. È veramente un gran bel casino insomma».

La Juventus ha tenuto nel primo tempo il baricentro alto per il suo modo di aggredire contro invece una Lazio a cui è mancato nei primi 45 minuti il palleggio soprattutto dietro Castellanos, quindi a livello dell’ultima rifinitura. Come mai, a suo parere, i bianconeri non sono riusciti a concretizzare il vantaggio?

«Per il discorso che facevo prima della qualità. Purtroppo questa squadra, che comunque è una squadra che magari riesce anche a tirare fuori il carattere, senza Yildiz è una squadra veramente molto povera a livello qualitativo. Nico Gonzalez comunque è un giocatore più di quantità che di qualità, magari ti fa tanto lavoro –  a parte che ieri ha giocato male – però magari ti fa un lavoro di un certo tipo, ti aiuta in fase difensiva però non ha quel guizzo, quella giocata. Secondo me con Yildiz sarebbe stata tutta un’altra partita perché in queste situazioni avere – sulla trequarti la Juventus ieri aveva McKennie e Nico Gonzalez – quindi, parliamoci chiaro, (ride, ndr) con tutto il bene però sono giocatori già di quantità che di qualità, più di rottura. Quindi insomma è mancato proprio quel giocatore che ti potesse inventare qualcosa, ecco magari anche – ovviamente con le dovute proporzioni – un Koopmeiners forse ti poteva essere più utile ecco.L’assenza di Yildiz secondo me si è vista e sentita tantissimo ieri».

Al 6’ della ripresa arriva il gol con un giro palla da destra a sinistra, cosa che era già successa nell’azione precedente con una percussione di Thuram, in occasione della rete è risuccessa la stessa cosa con un inserimento di McKennie che poi crossa su Kolo Muani. Nel secondo tempo si è vista una voglia maggiore della Juventus di vincerle la partita?

«Si, sicuramente c’è stata e comunque la Juve ha cercato di tenere botta anche quando è rimasta in inferiorità numerica. Però ecco, il discorso è che poi quando rimane in dieci diventa veramente difficile e poi sei costretto a chiuderti, purtroppo la Juve ha resistito ma fino a un certo punto. Secondo me è stato troppo determinante quell’episodio perché poi potevi portarla a casa lo stesso però alla fine la Juventus non è più riuscita a uscire da quelle situazioni insomma; anche perché sì, Tudor ha fatto i cambi però ripeto, in panchina avevi qualcosa ma non avevi comunque un giocatore che ti potesse cambiare la partita. I bianconeri ci hanno provato finché hanno potuto poi – ecco credo che anche per quanto riguarda l’azione del gol subito – alla fine l’esperienza, il fatto di avere una squadra giovane, stia pesando in questo finale di campionato. Perché poi, lasciamo stare il fatto che ieri era in inferiorità numerica però la Juve spesso e volentieri va in vantaggio e poi questo vantaggio non riesce a difenderlo e pesano spesso gli errori dei singoli, le disattenzioni e queste cose in una grande squadra non dovrebbero succedere».

Con i vari cambi fatti da Tudor sul finale, Adzic e Conceiao sono diventati le due punte, Locatelli, Veiga e Savona i tre difensori centrali mentre Douglas Luiz e Thuram i due centrocampisti; quindi sempre un 3-4-2 con McKennie e Weah sugli esterni. I cambi fatti dal croato sono stati proficui o hanno impattato poco secondo lei sull’inerzia del match?

«Secondo me comunque Conceição è entrato bene, ha avuto un buon impatto – al netto del fatto che quando è cambiato il modo di giocare della Juve perché è rimasta in dieci – lui ha pagato il fatto di essere piccolino. Mi sono un po’ stupita sinceramente dell’ingresso in campo di Adžić perché io avrei messo subito Vlahovic ecco ed infatti poi lo ha cambiato per metterlo. Gatti, capisco che lui non volesse rischiarlo subito perché comunque lo ha spiegato poi, praticamente non ha fatto nemmeno un allenamento con il gruppo, è andato in campo così, proprio “alla speriamo che vada tutto bene” anche con il rischio di rifarsi male. Però ecco, Vlahovic in quel momento, avere centimetri, avere qualcuno che provava a difendere il pallone e portarlo su, lo avrei inserito prima ecco».

Sotto la gestione Tudor la Juventus ha sempre centrato l’approccio iniziale ai match, quello che succede con una certa frequenza è il calo nel secondo tempo che si traduce spesso nell’andare in sofferenza o nel prendere gol. Lo abbiamo visto col Genoa, col Lecce, col Parma, col Monza e anche con la Lazio. Secondo lei come si spiega questa costante?

«Questa è una bella domanda perché comunque io credo che questa squadra sia fragile, sia fragile anche dal punto di vista psicologico – poi vabbè questa è una stagione strana, probabilmente nata male e tutto quanto però è una squadra che manca un pochino di personalità e di carattere e quindi alla fine non riesce ad affrontare nella maniera giusta i momenti di difficoltà. Tudor credo sia riuscito a tirar fuori un po’ più di cattiveria rispetto a quella che magari vedevamo con Motta, il croato punta più sul carattere il brasiliano più sul gioco quindi diciamo erano due approcci completamente diversi. Però io credo che sia proprio – non so come spiegarti – un problema strutturale della squadra. Credo che questo cambio di allenatore alla fine abbia dimostrato questo, che questa squadra è fragile. I motivi son difficili da capire, probabilmente c’entra, sicuramente, il fatto che siano giovani, che magari  manchino di esperienza però è una squadra che non è abbastanza matura. Forse ‘matura’ è la parola esatta per affrontare le situazioni di difficoltà e uscirne bene perché per esempio, se tu ci fai caso, questa squadra in tutte le partite – quelle diciamo delicate della stagione, quelle da dentro o fuori – come può essere anche quella con l’Empoli in Coppa Italia oppure col PSV in Champions cioè in tutte le partite in cui doveva vincere per forza alla fine non ce l’ha fatta; quindi credo che sia un problema psicologico, un problema di testa e anche del fatto di faticare a sostenere la pressione».

Orsolini potrebbe essere l’uomo in più per la Nazionale di Spalletti?

«È sicuramente un giocatore a cui lui starà guardando adesso, Orsolini mi ha veramente sorpresa perché ha fatto un salto nelle ultime stagioni, poi già con Motta aveva fatto molto bene, adesso comunque con Italiano sta giocando in maniera anche diversa, sta segnando tanto e io credo che potrebbe – siccome insomma la nostra Nazionale comunque ha bisogno di giocatori così – serenamente rientrare nel giro».

Si ringrazia Fabiana Della Valle per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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