Footbola
·16 novembre 2020
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·16 novembre 2020
Lima, la Capitale più grande di tutto il Sudamerica, e seconda solo a San Paolo. Terra di grande cultura e tradizione tanto che proprio qui sorse la prima Università del Continente americano e da sempre è stato un luogo di grandi immigrazione da tutto il Perù con la gente che veniva nella grande metropoli per sfruttare le occasioni che questa generava e così anche il calcio ebbe un ruolo fondamentale. Il campionato nazionale venne chiamato per tanti anni Descentralizado, per far capire che sarebbero state incluse anche le altre zone della nazione. Di squadre ne sono nate dunque molte, ma sono state due a fare breccia prevalentemente nei cuori limeñi e si tratta dell’Alianza e dell’Universitario. I primi a venire fondati furono i Blanquiazules nel 1901, ma ci volle del tempo prima che questi diventassero i loro colori. A dare vita al club fu un gruppo di ragazzi che lavorava per una scuderia di cavalli chiamata proprio Alianza e inizialmente erano il verde e il bianco i colori della divisa. Per arrivare all’attuale colorazione si dovette aspettare il 1911, ma nonostante i vari successi di squadra le sedi continuavano a modificarsi in base alle elezioni del nuovo Presidente. La definitiva stabilità arrivò soltanto nel 1928 quando la società si piazzò nel quartiere La Victoria, nella periferia meridionale, e da lì non si mosse più. Non è difficile immaginare invece come sia avvenuta la nascita dei rivali Meringhe, portati alla luce nel 1924 da un gruppo di studenti dell’Università Nazionale di San Marco. Anche in questo caso la zona era quella meridionale della città, ma il quartiere Las Brisas era molto più limitrofo al mare rispetto a quello La Victoria e anche le differenze sociali erano chiare. Borghesi e intellettuali gli uni, popolari e lavoratori gli altri, e trovandosi a una distanza minima non poté che scattare la rivalità.
Il primo Clásico venne disputato nel settembre del 1928 e fu l’Universitario a strappare la vittoria per 1-0 grazie alla rete di Pacheco, ma si capì subito che questa non sarebbe mai stata una partita come tutte le altre. L’arbitro dovette sospendere in varie occasioni la partita e il giocatore dell’Alianza Filomeno García diede vita a una vera e propria rissa contro alcuni tifosi avversari dopo la sua espulsione. Fu tutta la squadra a riversarsi in tribuna a un certo punto, convinta che stesse subendo un furto, ma al pubblico non piacque l’atteggiamento. I giocatori vennero rispediti con forza in campo e dovettero concludere la gara. Il primo derby di sempre passò alla storia come “El Clásico de los Bastonazos” con ben sei espulsioni, cinque nelle fila degli Intimos e una in quella della U. Fu l’inizio di un lungo periodo di dominio di queste due squadre sul calcio peruviano, tanto che metà dei titoli degli anni ’30 vennero accaparrati da loro. Nel 1949 però fu ancora la violenza a prendere il sopravvento e a far parlare di sé in un derby dove avvenne il record di espulsioni. La sfida era molto equilibrata e l’Universitario stava vincendo per 2-1 quando a pochi minuti dalla fine ci fu un calcio di rigore per l’Alianza. Durante le proteste il giocatore Alvizuri si allontanò per nascondere il segno del calcio di rigore e scattò una rissa colossale che portò l’arbitro a espellere ben dieci giocatori biancoblu con cinque di essi che dovettero passare un interrogatorio davanti a un commissario. Gli anni d’oro del calcio peruviano furono tra la fine degli anni ’60 e soprattutto per tutti gli anni ’70 con la nazionale che in ben due edizioni del Mondiale entrò tra le prime otte e nel 1975 vinse la Copa América. Nonostante il più grande giocatore di sempre nella storia del Perù, Teófilo Cubillas, giocasse nell’Alianza fu l’Universitario a sfiorare nel 1972 la più grande impresa. In quell’anno le Meringhe arrivarono fino alla finale di Copa Libertadores per affrontare gli argentini dell’Independiente. Nella gara di andata al Nacional però non si andò oltre lo 0-0 e in trasferta non bastò gettare il cuore oltre l’ostacolo. La sconfitta per 2-1 fu molto onorevole e valse gli applausi e gli onori di tutta la nazione, ma i migliori del Sudamerica erano i Diavoli Rossi. Fu il più grande acuto nel massimo torneo continentale per una squadra peruviana, anche se nel 2003 il Cienciano di Cusco riuscì a vincere la Copa Sudamericana. L’Universitario è la squadra che ha vinto più campionati locali, ben ventisei, ma solo tre sono stati ottenuti nel nuovo millennio. L’Alianza segue a quota ventitre, ma anche per essa sono drasticamente crollati i successi negli ultimi anni con lo Sporting Cristal che si è ampiamente avvicinata in quanto a successi.
La formula del campionato ha permesso alle due rivali storiche di affrontarsi in tantissime occasioni e così sono ben trecentosessantaquattro i confronti totali e resiste un sostanziale equilibrio. Gli Intimos, nonostante i minori successi, hanno dimostrato di galvanizzarsi nelle sfide uno contro uno e sono centotrentanove le loro vittorie contro le centoventidue delle Meringhe. Il maggior numero di trionfi da parte dei rivali non ha però limitato le marcature del più grande cannoniere della storia del Clásico: Teodoro Fernández. Il centravanti della U divenne famoso a Lima tra gli anni ’30 e ’40 mettendo a segno la bellezza di ventisei reti ai vicini biancazzurri.
La vita in Perù non consente a tante persone di poter seguire allo stadio con costanza la squadra, ma la presenza fisica per queste due realtà non è mai mancata e hanno tra le Barra Bravas più calde e violente del Continente. Il tifo aliancista prese forma già nel 1972 con la nascita del “Comando Sur“, mentre per l’Universitario si dovette aspettare il 1988 con la formazione de la “Trinchera Norte“. Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Lima o sei un Intinos o sei una Meringa.