Footbola
·23 novembre 2020
Footbola
·23 novembre 2020
Per chi ama andare a scoprire i giovani ancor prima che questi trovino la loro consacrazione in prima squadra il nome di Pedro De la Vega non è certo una novità. Pur trattandosi di un classe 2001 è da tempo che circolano voci su un suo grande futuro, ma mai come in questa stagione il suo talento sta giustificando queste attese.
In fondo negli anni passati il suo impatto sul calcio dei grandi non era stato granché travolgente, ovviamente anche per limiti che impone la sua giovane età, per quanto ci sia anche chi arriva in prima squadra con ottimi risultati già da minorenne. De la Vega ha dovuto aspettare i 19 anni per trovare la sua consacrazione in un Lanús ambizioso e destinato a crescere tanto quanto il suo miglior talento.
In estate si parlava anche di un possibile trasferimento anticipato in Europa, con l’Atalanta in pole position per assicurarsi il cartellino di un giovane che tutti gli scout conoscono, ma in fondo non era il tempo giusto per toglierlo dal suo nido. Aveva bisogno di un anno di esplosione in patria, di una serie di prestazioni che dessero credito alle tante attese su di lui. E queste prestazioni nell’ultimo mese sono arrivate con grande frequenza, peraltro anche in partite pesantissime, vedi la doppia sfida di Copa Sudamericana con il San Paolo o lo show alla Bombonera contro il Boca Juniors.
Si è visto un calciatore di grandissimo estro, con tante soluzioni che lo rendono imprevedibile: parte da destra per ora, ma i suoi orizzonti sono anche per ruoli più centrali, basti pensare all’evoluzione tattica di Rodrigo De Paul, partito dal Racing come una seconda punta e diventato un centrocampista a tutti gli effetti. De La Vega può sfruttare una qualità che hanno in pochissimi, l’essere quasi completamente ambidestro. E infatti se si prendono in esame le sue ultime grandi giocate sono equamente distribuite tra i due piedi, sia nella versione di assistenza che in quella del tiratore.
La rete al San Paolo probabilmente è lo spot perfetto per pubblicizzarlo, ma anche le due imbucate per Orsini nell’ultima partita col Boca rendono l’idea di quanto il suo talento sia finalmente maturato. Prima del lockdown era un giovane emergente provato principalmente nei ritagli finali di gara, oggi è forse il giocatore del nuovo millennio più osservato del calcio argentino, un enorme cambio di prospettiva per un talento che non può più essere il pupillo degli scout esperti di calcio giovanile, ma che ambisce a diventare in fretta l’obiettivo di mercato di grandi squadre.
Il 2020 non è stato certo un grande anno in nessun ambito, ma almeno ci ha regalato l’esplosione di uno dei calciatori più attesi di tutto il continente.