Calcio e Finanza
·16 febbraio 2024
Calcio e Finanza
·16 febbraio 2024
Società fiduciarie e paradisi fiscali. Il sistema John Elkann funzionerebbe così. Dal decreto di perquisizione che gli è stato recapitato la settimana scorsa (l’accusa è di frode fiscale) si apprende – secondo quanto riportato da La Verità – che nel luglio scorso il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino ha effettuato un’ispezione antiriciclaggio presso la P fiduciaria, che sarebbe uno degli schermi che garantirebbe la dovuta riservatezza sulla reale consistenza del patrimonio di John Elkann e, in particolare, dell’eredità di Gianni Agnelli e Marella Caracciolo.
In quella visita i finanzieri rintracciarono un mandato fiduciario intestato al presidente di Stellantis e scoprirono così il collegamento tra John e la società anonima Blue dragons di Eschen nel Liechtenstein, allo stesso indirizzo del Tremaco trust, «il trust della famiglia Agnelli-Elkann». Grazie all’esposto presentato da mamma Margherita contro i suoi tre figli, John, Lapo e Ginevra, e a questa ispezione, la Guardia di finanza ha verificato quanto sia complessa la rete di controllo del patrimonio degli eredi di Gianni Agnelli.
Per esempio, Elkann risulta titolare solo delle quote della holding Iig Spa in liquidazione. Tutto resto non compare a un primo controllo nelle banche dati. Dopo la visita di luglio, l’accertamento si sarebbe chiuso a metà dicembre «con rilievi». Adesso la palla è passata alla Banca d’Italia dove è stato trasmesso l’incartamento con il risultato delle verifiche, in vista di eventuali provvedimenti da prendere e sanzioni da infliggere da parte di Palazzo Koch.
Nelle indagini sono entrate anche altre società, come la Simon fiduciaria, perquisita al pari della P fiduciaria e della Sogefi. La Simon fiduciaria risulta controllata dalla banca privata Ersel, ma i finanzieri sono andati a scartabellare negli archivi con la convinzione che la società rappresenti gli interessi di John. La Simon detiene l’intestazione fiduciaria del pacchetto di maggioranza relativa (valore 10 milioni di euro su 30,5 di capitale) della Merope property company Roma, ditta di sviluppo di progetti immobiliari senza costruzione.
La gemella Merope property company srl, che secondo i risk manager avrebbe tra i suoi titolari effettivi Elkann, ha un capitale di 36,68 milioni. La prima delle due Merope detiene circa il 35% dell’Elettra, costituita nel febbraio 2021, altra società di sviluppo di progetti immobiliari senza costruzione. Secondo gli 007 dell’antiriciclaggio è riconducibile «a una compagine societaria di elevato standing».
Nel settembre 2021 sulla totalità delle quote della Elettra è stato posto un pegno a favore del Banco Bpm e di Intesa San Paolo a garanzia di un finanziamento a medio lungo termine di quasi 100 milioni di euro. A fine 2022 la società risultava proprietaria di diversi immobili a Roma, situati nelle vicinanze di villa Borghese e dell’ambasciata statunitense. La società è stata oggetto di un’altra segnalazione per una somma arrivata proprio dall’onnipresente Liechtenstein.
Infatti, il 18 giugno 2021 sul conto della Elettra è arrivato un bonifico da 10 milioni di euro inviato a titolo di versamento in conto aumento capitale da tale Valery Gulev. Oggi questo imprenditore originario di Belgorod, nella Russia occidentale, ha una partecipazione dell’11,04% della società e le sue quote hanno un valore nominale di 38.666,67 euro. In passato Gulev ha avuto una partecipazione nella Atlante Srl poi ceduta alla Merope property company, tra i soci della Elettra.
I 10 milioni in questione provenivano da Vaduz, capitale del Liechtenstein e più precisamente da un conto della Banque Havilland Ag, un istituto di credito privato specializzato nella gestione di grandi patrimoni. Ricordiamo che a Vaduz veniva accreditato anche il vitalizio destinato a Marella Caracciolo, ma in un’altra banca. Per tale rendita è stata aperta l’inchiesta della Procura di Torino. Si tratta di due storie diverse che, però, confermano l’importanza del principato.