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·24 settembre 2024

Exor, l'utile vola a 14,7 miliardi di euro nel primo semestre del 2024

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Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, ha chiuso il primo semestre del 2024 con un utile di 14,7 miliardi di euro (nello stesso periodo del 2023 era stato di 2,157 miliardi), di cui 12,1 miliardi non ricorrenti, derivanti dalla differenza tra il valore netto contabile degli investimenti precedentemente consolidati e il loro fair value al 1 gennaio 2024).

Il NAV per azione è aumentato del 9% nel primo semestre del 2024, rispetto al 14% dell’indice MSCI World, principalmente grazie alla performance di Ferrari, Philips e dei fondi gestiti da Lingotto. Forte generazione di flussi di cassa, con dividendi ricevuti dalle società e cessioni di assets pari a 1,5 miliardi di euro.


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Il debito netto è pari invece a 3,7 miliardi al 30 giugno 2024, in diminuzione rispetto ai 4 miliardi al 1 gennaio 2024, con un rapporto Loan To Value del 9%. Nel primo semestre del 2024, il GAV (Gross Asset Value) è aumentato a 43.091 milioni, con un incremento di 3.352 milioni di euro nel periodo, mentre il NAV (Net Asset Value) tocca quota 38.343 milioni, in crescita di quasi 3 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente.

Exor primo semestre 2024 – Il valore delle società

Il valore delle Companies, ovvero le società più significative, è aumentato di 3.106 milioni di euro, principalmente grazie alla positiva performance di mercato delle società quotate (1.968 milioni di euro), agli investimenti effettuati in società quotate (636 milioni), agli investimenti effettuati in società non quotate (124 milioni), parzialmente compensata dalla rettifica negativa del fair value delle società non quotate (-55 milioni).

Il valore della voce Investimenti è aumentato di 356 milioni, principalmente grazie alla rettifica positiva del fair value dei fondi Lingotto (228 milioni) e Ventures (53 milioni), oltre agli investimenti effettuati nei fondi Lingotto (23 milioni) e Ventures (52 milioni).

Il valore della voce Altri è diminuito di 110 milioni, principalmente a causa della riclassificazione di Clarivate da Altri a Società quotate (-433 milioni) e della rettifica negativa del fair value dei titoli quotati al netto delle rettifiche positive nei veicoli di riassicurazione e altri assets (-146 milioni), parzialmente compensata da flussi di cassa positivi e effetti positivi di conversione.

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