Pagine Romaniste
·5 maggio 2025
Falcetta: “Lo stadio della Roma si può fare a una condizione”

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·5 maggio 2025
Su Radio Roma Sound è stato intervistato Corrado Falcetta, presidente della Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali del Lazio ( FODAF LAZIO), nella quale si è parlato della presenza di un’area boschiva nell’area interessata al progetto per il nuovo stadio della Roma a Pietralata.
Di seguito le sue dichiarazioni:
Lo scorso 27 marzo lei ha redatto e sottoscritto una relazione sulla presenza di un’area boschiva a Pietralata, sui terreni dove la Roma e il Campidoglio stanno portando avanti il progetto per lo stadio della società giallorossa. Può spiegarci sinteticamente cosa dice questa relazione?
“Ho prima di tutto inquadrato il sito di studio sulla base delle normative vigenti a livello regionale e nazionale. Ho delimitato un’area di circa un ettaro e mezzo che viene considerata bosco con valenza ambientale e paesaggistica.Sostanzialmente all’interno di una superficie di circa un ettaro e mezzo, abbiamo individuato anche una porzione di bosco che ha una valenza importante in base alla direttiva habitat vigente a livello territoriale, inquadrata come Habitat 5230 un martorral arborescente a Laurus nobilis, che è raro. Nella regione Lazio ci sono circa 4 o 5 aree ricoperte da questa tipologia di vegetazione e pertanto è un bosco da tutelare sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista paesaggistico. Questo è quello che abbiamo rilevato.”
Ci spiega meglio che significa tutelare sia dal punto di vista paesaggistico e dal punto di vista ambientale?
“A Pietralata nella fase preliminare del progetto avrebbero dovuto presentare un’indagine vegetazionale, che è prevista proprio dalla normativa regionale vigente, per individuare le superfici boschive a valenza ambientale e paesaggistica. Questo non è stato fatto. L’ultima indagine vegetazionale effettuata nell’area l’ha fatta l’emerito del professor Carlo Blasi, un naturalista di fama internazionale, dove è evidenziata la presenza a Pietralata di questo bosco con una superficie molto più ampia di quella che poi ho definito io. Questi studi sono stati recepiti sia dalla Comune di Roma che dalla Provincia di Roma e ci sono delle cartografie pubblicate dove nell’area si evidenza la presenza di questo bosco o di superficie assimilate al bosco.”
Rimanendo sull’ettaro e mezzo di bosco, ricordiamo che il progetto della Roma riguarda circa 64 ettari, la tutela di cui lei parla va applicata solo a questa porzione dell’area oppure può essere più ampia?
“L’area configurata come bosco è un po’ più vasta, l’ettaro e mezzo anche una valenza base paesaggistica molto importante. Questo però consentirebbe, con l’utilizzo di una legge regionale che è stata disposta proprio per questi casi, di attuare un imboschimento compensativo in un’altra area, sempre in proprietà del Comune di Roma. Nella fase preliminare del progetto andava effettuata questa indagine vegetazionale per individuare il bosco e poi chiesto il declassamento di quest’area utilizzando un imboschimento compensativo oppure un importo compensativo di 6 euro al metro quadrato da versare al Comune di Roma per realizzare un bosco similare in un altro sito.”
E questo non è possibile farlo adesso?
“E’ possibile però la procedura è piuttosto lunga, i tempi sono dilatati, probabilmente loro avevano fretta di fare questa attività e non si sono resi conto che in effetti dentro c’era un bosco da tutelare sia dal punto di vista paesaggistico e che ambientale.”
E quindi mi aiuti a capire, si può continuare a portare avanti il progetto per lo stadio della Roma oppure no, vista la presenza di questo bosco?
“Esistono delle norme pianificatorie che definiscono quali sono le aree edificabili o meno.Io lavoro anche nell’ambito urbanistico, quindi facciamo varianti ai piani regolatori, studi preliminari per i piani regolatori. Secondo me la questione è risolvibile con questo imboschimento compensativo che, quando è necessario, viene fatto con la costituzione di un bosco di altrettanta valenza in un altro sito. I tempi sono lunghi perché si devono esprimere tantissimi uffici. Non penso che si ci possano essere problemi legati alle risorse economiche perché per sostituire un ettaro e mezzo di bosco serviranno meno di 100.000 euro di indennizzo al Comune, una cifra che rispetto a quella che è in gioco credo si possa spendere. Sì, secondo me si potrebbe andare avanti con il progetto dello stadio.”
Quanto può durare questa procedura per verificare se si può realizzare il bosco da un’altra parte?
“Si deve attuare un procedimento unico e nel termine di 180 giorni tutti gli enti si devono esprimere. Il procedimento unico lo deve aprire in questo caso il Comune di Roma.”
Quindi una volta venuta a conoscenza di questa sua relazione, che non è l’unica fra l’altro, si deve fare parte diligente e attivare la procedura? E’ un dovere del Comune farlo?
“Sì, fanno un procedimento unico, tutti gli enti interessati si esprimono e si chiude tutto anche prima, anche in 30 giorni, 40 giorni, se tutto è a posto.”
Però è obbligatorio farlo prima dell’abbattimento del bosco?
“Questo è ovvio. E’ necessario e indispensabile farlo prima per avere il parere di tutti gli enti preposti, che sono molti.”
A proposito del bosco, nella relazione cita l’indagine vegetazionale agropedica prodotta nello studio propedeutico al PRG approvato nel 2008 da Roma Capitale, dalla quale emerge che nell’area già all’epoca c’era un bosco e una vegetazione fitta assimilabile a bosco.
“Il piano regolatore è stato approvato nel 2008, sicuramente l’indagine è stata fatta nel 2006-2007, io adesso non lo so precisamente, però l’ha fatta il professor Carlo Blasi che è un luminare a livello internazionale; quindi, non ho dubbi che già all’epoca fosse configurabile come tale. Oggi è diventato un bosco di rilevante importanza. Poi anche il comune di Roma e la provincia di Roma nelle loro cartografie riportano quell’area come ricoperta da superfici assimilabili a bosco.”
La presenza di questo bosco non impedirà lo svolgimento del procedimento della Roma, quindi lo stadio si potrà fare a patto di?
“A patto di attivare le procedure previste dalla normativa regionale vigente, che sono o sostituzione del bosco o indennizzi di compensazione.”