Filosofia, tattica e…mare: Baroni si racconta e racconta la sua Lazio | OneFootball

Filosofia, tattica e…mare: Baroni si racconta e racconta la sua Lazio | OneFootball

Icon: DirettaCalcioMercato

DirettaCalcioMercato

·15 novembre 2024

Filosofia, tattica e…mare: Baroni si racconta e racconta la sua Lazio

Immagine dell'articolo:Filosofia, tattica e…mare: Baroni si racconta e racconta la sua Lazio

Nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Lazio Style Radio, il tecnico biancoceleste Marco Baroni si è raccontato, toccando temi di diversa natura.

25 punti, bel calcio, tante soddisfazioni e la vetta a pochissimi centimetri di distanza. La prima Lazio di Baroni è un concentrato di esperienza, freschezza e compattezza. Tre elementi chiave nella filosofia del tecnico, che da autentico outsider sta sorprendendo tutti. Dopo una lunga gavetta, l’ex tra le altre di Verona e Lecce ha finalmente avuto la possibilità di interfacciarsi con le zone nobili della Serie A, convincendo subito per prontezza e preparazione. Queste le sue parole rilasciate a ”Lazio Style Radio”, dove si è raccontato a 360 gradi tra campo, metodi e vita di tutti i giorni.


OneFootball Video


Lazio, le parole di Baroni

La differenza gruppo-squadra

“Quando si lavora con una squadra c’è da fare una distinzione. Si chiama gruppo una squadra e a me non piace molto, c’è una differenza fondamentale. Un gruppo ha responsabilità individuali, una squadra invece ha responsabilità collettive, si vince insieme e si perde insieme, si gioisce e si soffre insieme. All’interno di una squadra ci sono obiettivi individuali, ma soprattutto obiettivi di squadra e tramite il lavoro collettivo si realizzano i sogni individuali e di squadra. Per un tecnico è fondamentale cercare di non allontanare l’obiettivo di squadra da quello individuale.

Mi spiego meglio, ad esempio non porto mai la squadra dentro un mio modello di calcio, ma cerco di fare in modo che ogni individuo si esalti tramite il modello di squadra, questo è un moltiplicatore di energie. Non posso chiedere a un giocatore di non fare qualcosa che sa fare bene perché non è funzionale al mio calcio. L’allenatore deve valorizzare il singolo, l’uomo ha la brama di essere apprezzato e i giocatori hanno bisogno di soluzioni, non di problemi. Quelli deve risolverli l’allenatore, al giocatore vanno proposte solo soluzioni”, ha spiegato il tecnico.

Come intendere i calciatori?

“Credo che ci sia una differenza sostanziale tra la scelta razionale e quella istintiva e questo deriva dal lavoro quotidiano sul campo. Ogni giocatore porta sul campo un bagaglio di esperienza che ti porta a fare una qualsiasi scelta in maniera istintiva, ma sempre guidata dall’esperienza fatta in precedenza.

Quando parlo di un giocatore che è bravo ma deve essere costruito intendo proprio questo, magari un calciatore viene da un calcio dove c’è più istinto e meno tatticismo. Bisogna mantenere quell’istinto, ma bisogna aggiungere lavoro così da aumentare quel bagaglio di esperienza senza aggiungere troppo pensiero, deve rimanere una scelta istintiva. Io durante la partita posso correggere all’interno di un sostegno individuale, poi noi allenatori ci muoviamo tanto e diamo indicazioni in campo ma lo facciamo in un contesto con 50 mila persone e difficilmente i calciatori possono cogliere i segnali dall’esterno. Posso dare delle indicazioni, ma i giocatori devono già conoscerle”.

Tra tattica e preparazione

“Quando parliamo di un piano partita noi con lo staff prepariamo delle varianti all’interno della partita che i giocatori poi possono riconoscere in campo. Negli spogliatoi si parla di correttivi ma faccio mettere la squadra 5-6 minuti a riposare per recuperare le energie, poi intervengo ma massimo per 3-4 minuti, mettiamo a disposizione della squadra 3-4 immagini dove dobbiamo correggere o alimentare qualcosa.

Tutto si risolve all’interno di questi pochi minuti, devi solo intervenire chirurgicamente perché la squadra ha già dentro delle nozioni, devi solo dare quello che serve, anche le parole devono essere spese bene e devono toccare solo quello che vuoi correggere. È fondamentale anche il linguaggio del corpo, deve esserci un linguaggio univoco sia nel proporre che nel correggere, utilizzando le stesse parole perché i giocatori devono comprendere. L’allenatore può farsi capire anche solo con le braccia, la squadra deve essere coerente con il messaggio che vuole trasmettere”.

Immagine dell'articolo:Filosofia, tattica e…mare: Baroni si racconta e racconta la sua Lazio

ROME, ITALY – OCTOBER 27: SS Lazio head coach Marco Baroni during the Serie A match between SS Lazio and Genoa at Stadio Olimpico on October 27, 2024 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi – SS Lazio/Getty Images)

Le passioni extracampo

L’intervento è in seguito proseguito con un commento…extra. Di seguito la curiosità svelata dal tecnico biancoceleste:

Le passioni extracalcio

“Il mare è una delle mie passioni, adoro il mare e ho una patente nautica, ho avuto per anni una barca a vela e all’interno di questo mondo ci sono molte cose. Nel mare devi prevenire, l’attenzione deve essere sempre proiettata in avanti per capire cosa può succedere, spesso quando avviene un qualcosa è già troppo tardi. Questo aspetto è stato molto allenante per me e mi ha aiutato molto nella gestione di una squadra”.

Visualizza l' imprint del creator