❓ Gazzetta – Inter, per adesso zero titoli: di chi sono le colpe? L’analisi | OneFootball

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·20 maggio 2025

❓ Gazzetta – Inter, per adesso zero titoli: di chi sono le colpe? L’analisi

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In attesa dei verdetti di fine stagione, l’Inter di Simone Inzaghi – al momento – non ha ancora alzato alcun trofeo. Di chi sono le colpe di ciò? È questo il quesito che si è posta “La Gazzetta dello Sport”: “Zero titoli. Il Milan ha vinto la Supercoppa, il Bologna la Coppa Italia, l’Inter per ora è a zero. La storia può cambiare, s’insinua però il sospetto che questo possa essere un altro scudetto al vento dopo quello contro il Milan di Pioli. Non si valuta una stagione da una partita, ma il Napoli aveva offerto un rigore a porta vuota e i nerazzurri hanno sprecato il match-point. “Tutto può succedere” è il mantra del torneo ma, se il Napoli fa il Napoli contro un Cagliari libero da pensieri, sarà secondo posto. E qualche valutazione sulle responsabilità — collettive — andrà fatta.

PRESUNZIONE – Forse la prima colpa è l’ambizione diventata arroganza (sportiva). L’Inter si sentiva la più forte, ma questo non legittimava l’inseguimento a scudetto, Champions, Coppa Italia, Supercoppa. L’Italia non è la Francia, ma un sistema equilibrato come Inghilterra e Spagna. Non ci sarebbe stato niente di male a rinunciare almeno a un obiettivo.


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GESTIONE – Presunzione all’ingrosso e al dettaglio, in partita. L’Inter ha perso punti quando pensava di averli in cassaforte. Lontana dalla vecchia versione cannibale, solidissima in difesa, granitica nella gestione dei risultati e “sbagliata” soltanto negli ottavi contro l’Atletico. Un anno fa i punti erano 15 in più alla penultima giornata.

SPRECHI – Meno concentrata, più distratta. Non si spiegano altrimenti successi diventati pari e pari trasformati in ko con Genoa, Milan, Juve, Napoli, Parma, Bologna, Lazio. Un rosario di dolori. Nell’ultima mezz’ora l’Inter ha perso 15 punti e guadagnati 8: saldo negativo. Tanti gli errori dei singoli (non solo Bisseck). Anche il Napoli ha perso punti, ma ha tenuto meglio nelle difficoltà.

FEBBRAIO – Entrata tra le prime otto di Champions, l’Inter poteva gestire febbraio come il Napoli e invece ha sbagliato preparazione, strategia, distribuzione delle forze. Pari con il Milan, ha perso con Fiorentina e Juve, s’è fatta raggiungere dal Napoli (che meritava il pari) e ha vinto a fatica con il Genoa. Poi è ripartita la danza delle tre gare in dieci giorni.

CAMBI – Inzaghi è cresciuto, però errori ne ha commessi anche lui. Lo abbiamo criticato quando non faceva turnover manco a pagarlo, non sarebbe giusto incriminarlo ora del contrario, ma c’è una via di mezzo non sempre intrapresa. Tipo il 2-2 con la Lazio forse evitabile ricorrendo a De Vrij. Allegri inseriva Barzagli e cambiava sistema per blindare il vantaggio. Neanche la gestione delle sostituzioni è stata immune da errori.

ROSA – Ampia, sì, ma quantità non sempre fa rima con qualità. De Vrij, Frattesi, Pavard, Darmian (difensore), Zielinski (centrale), Carlos Augusto e l’ultimo Zalewski sono una risorsa. Non è la stessa cosa per Asllani in regia e per Taremi, Arnautovic e Correa, distantissimi dai titolari. L’Inter va in crisi se mancano Dumfries, Calhanoglu, Lautaro e Thuram: la qualità scende, le soluzioni si riducono. E qui entrano responsabilità del club.

MERCATO – A gennaio l’Inter ha preso Sucic per il futuro e Zalewski. Almeno un attaccante, in prestito, in offerta, serviva. I conti si stanno risistemando, tra Champions, Mondiale e botteghino il fatturato aumenterà esponenzialmente: quel risparmio invernale potrebbe risultare un disinvestimento.

INFORTUNI – Anche l’infermeria piena poteva suggerire interventi. Sono stati fuori Acerbi, Calha, Miki, Thuram, Dumfries, Dimarco, Pavard, Barella, e Lautaro ha avuto anche bisogno di rifiatare. Lo stakanovista è stato Bastoni, 55 presenze su 57. Monaco sarà la cinquantanovesima. E in America si arriverà a 62. Nuovo darwinismo applicato al calcio?”.

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