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Calcio e Finanza

·15 aprile 2025

Gli stadi come volano economico ma non solo: in Italia progetti per oltre 4 miliardi

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I nuovi stadi come volano economico ma non solo, perché il problema della situazione infrastrutturale in Italia riguarda anche la sicurezza e la salute pubblica. Su questo tema ha ruotato l’intervento del direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini durante il convegno “Stadi Intelligenti e Sostenibili: Verso una Nuova Era dello Sport in Italia”, un’importante occasione di confronto sulle prospettive di modernizzazione delle infrastrutture sportive nel nostro Paese. L’evento è andato in scena presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani al Senato della Repubblica su iniziativa del Senatore Andrea De Priamo (Fratelli d’Italia) ed è stato moderato da Carlo Piazzoli, CEO & Founder International Soccer Academy.

«La politica ha finalmente compreso che il tema degli stadi non è soltanto economico, ma anche profondamente politico, nel senso più ampio del termine – ha spiegato il direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini -. Non si tratta solo di infrastrutture sportive, ma di luoghi che toccano la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini. Basti pensare che l’età media degli impianti di Serie A supera i 65 anni. È evidente che, oltre un certo limite, la manutenzione non basta più: servono strutture nuove».


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Nella analisi realizzata da Calcio e Finanza emerge come gli stadi italiani, in particolare quelli di Serie A, si trovano in una situazione di forte necessità di rinnovamento. Il divario nei ricavi da stadio rispetto ad altri campionati europei è significativo, ma la spinta dei nuovi impianti può portare a colmare questo gap. «Le nostre squadre, salvo rare eccezioni come la Juventus, sono molto indietro rispetto ai top club europei nei ricavi da stadio. Ma l’effetto dei nuovi impianti è chiaro: dove ci sono stadi nuovi, i ricavi crescono in modo evidente», ha proseguito Mondellini.

Gli investimenti nei nuovi stadi sono però rallentati da lungaggini burocratiche e incertezze politiche. Attualmente sono 18 i progetti in fase di pianificazione o realizzazione, con un investimento complessivo di circa 4 miliardi di euro, che genererebbero una produzione aggiuntiva di 7,8 miliardi, un impatto sul PIL di 5,6 miliardi, e 14.000 nuovi occupati stabili (dati OpenEconomics e FIGC). «È evidente quindi che ci troviamo di fronte a un settore strategico per l’economia nazionale».

Il focus sui principali progetti in Italia

Entrando nel dettaglio dei principali progetti dei top club, ogni città si trova in uno stato di avanzamento differente. La città di Bologna ha avviato un progetto di ristrutturazione dello Stadio Dall’Ara, che prevede una nuova copertura e una riduzione della capienza a 27.000 posti. L’investimento stimato è di 200 milioni di euro, di cui 40 a carico del Comune, e comprende la realizzazione di uno stadio temporaneo per ospitare le partite durante i lavori. L’inizio del cantiere era previsto per l’estate del 2025, ma al momento il progetto risulta rallentato. «L’impatto sul club sarebbe rilevante, considerando che il Bologna dovrebbe giocare per due stagioni in un impianto temporaneo, con capacità inferiore a quella di uno stadio stabile», ha spiegato Mondellini.

A Firenze è in corso il restyling dello Stadio Franchi, con una capienza ridotta a 40.000 posti e l’aggiunta di nuove aree multifunzionali. L’investimento si aggira intorno ai 200 milioni di euro. I lavori sono iniziati a febbraio 2024 e la conclusione è prevista entro il 2026. «Il concorso per il nuovo stadio è stato vinto anche grazie all’approccio estetico e rispettoso del contesto urbano. Non è stata proposta un’“astronave”, ma una “teca” architettonica che protegge e valorizza lo stadio Franchi, inserito armoniosamente nel contesto del museo a cielo aperto che è Firenze».

A Milano, invece, la situazione è cambiata negli ultimi mesi: l’Inter ha accantonato il progetto su Rozzano, il Milan per ora fermato quello su San Donato, tornando entrambe al progetto originale del 2019 con un nuovo San Siro nell’area accanto all’attuale impianto. L’investimento complessivo è di circa 1,5 miliardi di euro, di cui 197 milioni per l’acquisto dell’attuale impianto. Il completamento dei lavori è previsto entro il 2030, ma intanto ai rallentamenti burocratici si è aggiunta anche la giustizia ordinaria, visto che la Procura di Milano ha aperto un’indagine sull’operazione di acquisto. «Dopo sei anni, i due club sono tornati al progetto originale del 2019. La motivazione è prevalentemente economica: costruire due stadi separati sarebbe difficilmente sostenibile per le attuali proprietà – ha spiegato Mondellini. L’amministrazione comunale ora è più favorevole a trattenere le due squadre, anche se il Milan continua a portare avanti l’ipotesi San Donato. Oltre alla burocrazia, il progetto San Siro è rallentato anche da vincoli urbanistici, come la vicinanza delle abitazioni».

A Roma è stato avviato un progetto per un nuovo stadio a Pietralata, con una capienza superiore ai 60.000 posti. Nella stessa area sorgeranno anche zone dedicate all’intrattenimento e allo sport, con un investimento previsto di circa un miliardo di euro, con la partecipazione dello studio Populous. L’inaugurazione è stimata per il 2028. «Grande attenzione sarà riservata alla Curva Sud, con l’intenzione di valorizzarla anche a livello architettonico, per renderla un simbolo competitivo a livello europeo, simile al “muro giallo” del Borussia Dortmund».

La Lazio ha in programma la costruzione di un nuovo stadio al Flaminio, con una capienza superiore ai 50.000 posti e un incremento degli skybox e delle aree VIP. Il costo complessivo dell’opera è di circa 440 milioni di euro. La fine dei lavori è prevista nella prima metà del 2029, in tempo utile per candidarsi a ospitare EURO 2032. «Il progetto prevede la conservazione della base dell’attuale struttura, con l’aggiunta di un anello superiore. Il Flaminio potrebbe diventare uno dei pochi “city stadium” italiani, posizionato davvero nel cuore della città. Una sfida complessa, ma un’opportunità unica, come quella che a New York si è sempre sognato per sfruttare l’hospitality urbana».

Infine, a Napoli il Comune punta al restyling dello Stadio Maradona in vista degli Europei del 2032. L’intenzione è di effettuare i lavori senza dover trasferire temporaneamente le partite del Napoli, anche grazie alla possibile riapertura del terzo anello. Tra le ipotesi in campo vi sono l’eliminazione della pista d’atletica per aumentare la capienza o, in alternativa, la costruzione di un nuovo stadio in una diversa area della città, ancora da individuare. «Il presidente De Laurentiis è consapevole del valore strategico dello stadio Maradona. Napoli è difficilmente escludibile dalla candidatura per Euro 2032, e attorno alla ristrutturazione dello stadio ruotano dinamiche politiche importanti. Lo stadio rappresenta un asset che va valorizzato anche a livello nazionale», ha concluso Mondellini.

LA PRESENTAZIONE DI CALCIO E FINANZA DURANTE IL CONVEGNO “STADI INTELLIGENTI E SOSTENIBILI: VERSO UNA NUOVA ERA DELLO SPORT IN ITALIA”

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