FIGC
·16 aprile 2025
Il cuore razionale delle Nazionali azzurre: l’area di match analysis. Mannucci: "Ci vuole passione e studio costante"

FIGC
·16 aprile 2025
Non si vede, non alza trofei e non segna. Ma c'è. Dietro ogni mossa, dietro ogni sostituzione e dietro ogni intuizione tattica. È l'area di match analysis delle Nazionali azzurre. Il cuore razionale che batte al ritmo delle partite, capace di dare ordine al caos, logica all'istinto. Un laboratorio di uomini e idee, in cui Marco Mannucci, match analyst della Nazionale A del CT Luciano Spalletti, è una figura di spicco, ma non è da solo. È parte di una squadra che lavora con metodo, passione e dedizione che si misura in notti insonni, dati incrociati e clip analizzate fino all'ultimo dettaglio.
© figc.it
Marco Mannucci, match analyst della Nazionale A
Nato il 18 novembre 1988, Mannucci ha tracciato un percorso che oggi è diventato un esempio di come scienza e calcio possano fondersi. Ma la sua storia è la storia di tanti. Lauree in ingegneria, scienze motorie, matematica e altre discipline affini. Esperienze diverse, percorsi non sempre lineari, ma una missione comune: supportare l'allenatore e la squadra con le proprie competenze per renderla più consapevole, più forte.
"L’obiettivo di noi match analyst - spiega Mannucci - non è semplicemente fornire dati, ma aiutare l’allenatore a prendere decisioni". Un alleato che entra nello spogliatoio con discrezione, ma con grande competenza. Una figura che conosce il linguaggio del calcio, che deve sapere quando intervenire e quando restare in silenzio. Il suo lavoro è fatto di equilibri, di letture delle situazioni e di una sensibilità che va oltre il software.
Perché, oggi, il calcio è cambiato. È liquido, dinamico, strategico. Le clip video sono solamente la punta dell'iceberg. Dietro c'è lo studio delle abitudini degli avversari, ma anche delle dinamiche interne della propria squadra. Mannucci, pur lavorando in un altro ambito, ha sempre trovato la forza di dedicarsi a quello che per lui è un compito imprescindibile: la preparazione tattica e strategica delle sue squadre.
"La partita cambia continuamente - prosegue -. Non basta preparare una strategia, bisogna saperla modificare in tempo reale. E per farlo, devi conoscere a fondo sia l’avversario che te stesso". È questa la filosofia che guida l'area di match analysis delle Nazionali azzurre. Ogni appunto, ogni tag, ogni riunione contribuisce a costruire quel sapere che poi diventa un vantaggio. Oggi, il talento da solo non basta più. Serve comprensione. Serve visione. Serve quel "cervello fuori dal campo" che legge il gioco e lo restituisce a chi deve agire.
La svolta, per Mannucci, è stata l'introduzione di un metodo chiaro e condiviso. Grazie al lavoro di pionieri come Maurizio Viscidi, attuale Coordinatore delle Nazionali Giovanili maschili azzurre. Un'epifania che arrivò dopo una telefonata, cercata con determinazione, con Cristiano Lucarelli, icona del suo Livorno, che gli diede una risposta tanto inaspettata quanto piacevole. "Da Roma a Pistoia - racconta - il viaggio è lungo, ma nella mia testa è stato velocissimo. Iniziò tutto così, abbinare parte tecnologica e calcistica alle soglie del 2015".
Dal 2016 a oggi, Mannucci ha lavorato per dieci delle 14 selezioni azzurre, confrontandosi con 13 tecnici diversi (Milena Bertolini, Emiliano Bigica, Bernardo Corradi, Alberico Evani, Massimiliano Favo, Daniele Franceschini, Rita Guarino, Federico Guidi, Massimo Migliorini, Paolo Nicolato, Carmine Nunziata, Enrico Sbardella e Luciano Spalletti) e disputando dieci tornei internazionali (Europeo femminile, Europeo maschile, Europeo Under 19 femminile, due Europei Under 19 maschili, Europeo Under 17 maschile, Giochi del Mediterraneo, Nations League maschile, Mondiale femminile e Mondiale Under 20). In tutto, 154 partite ufficiali in presenza, migliaia di clip analizzate, centinaia di avversari studiati e centinaia di allenamenti analizzati. Un patrimonio di conoscenza che si stratifica giorno dopo giorno: non basta guardare una partita, bisogna avere metodo e saperla leggere.
Un'istantanea dell'evento Hudl andato in scena del Centro Tecnico Federale di Coverciano
"Ciò che funziona in un club - sottolinea - non sempre si adatta alle esigenze di una Nazionale. Serve adattamento continuo, flessibilità e pensiero critico". A chi sogna di intraprendere questa strada, il messaggio è chiaro: "Non basta qualche video e un po' di slide. Serve passione vera, studio quotidiano, voglia di migliorarsi costantemente".
Il corso UEFA B e il corso federale da match analyst sono stati fondamentali nella crescita di Mannucci. In un calcio sempre più affamato di conoscenza, l'area di match analysis è un faro che orienta il timone. Non hanno maglie né cori dedicati, ma se oggi le Nazionali azzurre sono più consapevoli e più preparate, è anche grazie a loro. Alla loro dedizione e alla loro capacità di "vedere prima".
Il futuro della match analysis è chiaro: crescerà ancora, supportato da strumenti tecnologici avanzatissimi, dall'IA e da piattaforme integrate di altissimo livello. Perché, oggi, non basta più solamente il talento in campo. Serve un cervello fuori. Uno che capisca, che anticipi e che traduca il caos.
Argomenti trattati nel corso dell’evento organizzato da HUDL, azienda leader nel settore di dati e video, presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano, dove l'area match analysis della FIGC ha illustrato il proprio metodo di lavoro davanti a una platea di professionisti del settore.
Mannucci è un riferimento, un esempio, un ragazzo che lavora nell'ombra per far brillare la luce degli altri. Proprio come fanno gli altri componenti dell'area match analysis azzurra (Luca Dalmasso, Guido Didona, Francesco Donzella, Davide Fiorentini, Igor Graziani, Andrea Loiacono, Gianluca Mazziotti, Alex Peraro, Federico Santi, Nicolò Tolin, Gianluca Turi) e i data analyst (Roberto Paolini e Matteo Stabile). E se il gioco più bello del mondo, oggi, è anche più consapevole e più evoluto… è anche merito loro.
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