Calcio e Finanza
·19 marzo 2024
Calcio e Finanza
·19 marzo 2024
Tiene banco in queste settimane l’indagine della Procura di Milano sulla vendita del Milan da Elliott a RedBird, fondo statunitense guidato da Gerry Cardinale. Un passaggio di consegne avvenuto nell’agosto del 2022 sulla base di una valutazione di 1,2 miliardi di euro – cifra record per la vendita di un club italiano – e che ora è finito nel mirino degli investigatori per una presunta “vendita mascherata”.
Dal momento in cui la notizia della cessione del Milan da Elliott a RedBird è divenuta pubblica, Blue Skye – socio di Elliott con il 4,27% di Project RedBlack, la società che controllava il 100% di Rossoneri Sport Investment, e che a sua volta controllava il club – ha intrapreso una campagna di contenziosi legali definiti da Elliott «frivoli e vessatori», con 11 cause avviate in Lussemburgo, Italia e New York.
Proprio da uno di questi esposti ha preso il via l’indagine della Procura di Milano sulla cessione del Milan, che ha portato alle perquisizioni della Guardia di Finanza nella sede del club rossonero (Casa Milan) e all’iscrizione dell’amministratore delegato della società Giorgio Furlani e dell’ex AD Ivan Gazidis nel registro degli indagati.
Come detto, quella “italiana” è solamente una delle cause avviate da Blue Skye negli ultimi mesi, alle quali il fondo Elliott ha risposto nel settembre del 2023 con un atto di accusa penale privata, chiamato “citation directe”, in Lussemburgo. Con questo atto il fondo statunitense ha accusato Blue Skye Financial Partners e i suoi rappresentanti di reati tra cui ricatto, estorsione e false dichiarazioni fraudolente a sostegno delle sue azioni legali contro la vendita.
E’ qui che – secondo quanto appreso da Calcio e Finanza – nelle prossime settimane si riaprirà lo scontro, dal momento in cui è in programma un’udienza. In particolare, stando a quanto emerge dagli atti, secondo Elliott Blue Skye ha formulato accuse calunniose e diffamatorie al fine di ottenere concessioni superiori ai suoi diritti contrattuali. Secondo le accuse del fondo, questi si configurano come reati di ricatto ed estorsione. Inoltre, sempre secondo il fondo statunitense, Blue Skye avrebbe depositato consapevolmente documenti fuorvianti avviando procedimenti con l’intento di ingannare i giudici lussemburghesi al fine di ottenere una decisione a suo favore.
Decisione che – secondo Elliott – non avrebbe ottenuto altrimenti. Dai documenti emergono inoltre accuse di violazioni dei doveri fiduciari nei confronti di Giovanni Caslini (in passato nel board di Rossoneri Sport Investment, veicolo che controllava il Milan e il cui 100% era controllato a sua volta da Project Redblack, della quale il 4,27% era nelle mani di Blue Skye) e nei confronti dei managing partner di Blue Skye, Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo.
Come detto in precedenza, quella avviata in Italia non è l’unica causa di Blue Skye e il fondo Elliott ha fatto sapere a più riprese di non essere intenzionato a cedere a minacce o a intimidazioni e che avrebbe continuato a difendersi «vigorosamente in tutte le restanti cause, in ogni tribunale e in ogni giurisdizione, per quanto tempo ciò possa richiedere».
Nel novembre del 2023, Calcio e Finanza aveva svelato che il fondo Elliott era emerso vincitore da una causa contro Blue Skye. La società guidata da Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo si era rivolta nel mese di marzo al Tribunale di Milano per ottenere che quest’ultimo dichiarasse che Project RedBlack e Rossoneri Sport Investment avevano costituito una “società super de facto” domiciliata in Italia, e che tale società fosse insolvente.
Blue Skye aveva perso questa causa avviata a Milano ed era stata condannata al pagamento delle spese legali rispettivamente a ciascuno di Project RedBlack, Rossoneri Sport Investment e Arena Investor (società guidata da Dan Zwirn che negli anni ha fornito capitale per alcune operazioni a Blue Skye e che si è sempre schierata dalla parte di Elliott nell’operazione con RedBird).
La Corte aveva ritenuto che non esistesse alcuna base di fatto o di diritto per dichiarare l’esistenza di una “società super de facto” e per la quale Project Redblack o Rossoneri Sport Investment potessero essere considerati insolventi ai sensi del diritto italiano. A proposito di Arena Investor, il co-fondatore e CEO della società Dan Zwirn aveva detto in un’intervista a Calcio e Finanza di essere rimasto «deluso dalla situazione attuale (gli attacchi di Blue Skye, ndr). Sfortunatamente, non comprendiamo le ragioni di questa azione poiché Elliott non ha fatto altro che aggiungere valore al club e hanno sempre operato in maniera trasparente e professionale».
Quello del novembre 2023 era stato solamente l’ultimo contenzioso in ordine di tempo, perché già nel mese di settembre del 2022 Blue Skye aveva cercato di ottenere una ingiunzione a Milano per impedire la vendita del club a RedBird. I legali della società avevano però rinunciato al ricorso col quale chiedevano, tra le altre cose, che il giudice adottasse un provvedimento d’urgenza per inibire la “esecuzione” degli accordi sulla cessione del Milan da Elliott al fondo di Cardinale.
Il ricorso era stato presentato prima che i rappresentanti di Blue Skye sapessero che era stata completata l’operazione. E un’iniziativa cautelare di questo genere non si può portare avanti se la vendita è già stata realizzata. Nell’occasione, la società di Cerchione e D’Avanzo aveva dovuto pagare 5.000 euro a Project RedBlack e a Rossoneri Sport Investment.
Nel maggio del 2023, Blue Skye ha cercato invece di ottenere un’ampia documentazione al Tribunale di New York sulla cessione del club rossonero. Nonostante in genere tali richieste vengano accettate, questa di Blue Skye non aveva avuto successo. A RedBird non era stato richiesto di fornire alcun documento, mentre a Elliott era stato richiesto di fornire solo una disclosure molto limitata.
Nel mese di luglio del 2023, Calcio e Finanza ha svelato invece che una nuova richiesta di documenti era stata negata dal Consiglio di Stato. Blue Skye aveva chiesto alla FIGC di «prendere visione e/o estrarre copia di tutti i documenti presentati nel mese di settembre 2022 da ACM BIDCO e/o AC MILAN […] presso la FIGC volti ad attestare la sussistenza dei requisiti di onorabilità e solidità finanziaria in capo agli acquirenti delle azioni di AC Milan».
A fronte del rifiuto della FIGC di fornire tali documenti, Blue Skye si era rivolta al TAR del Lazio che le aveva dato ragione. Questa sentenza era stata appellata però dal proprietario di RedBird Gerry Cardinale, dall’AD rossonero Giorgio Furlani e da ACM BidCo B.V. Il Consiglio di Stato aveva accolto questo ricorso sottolineando nella sua sentenza che «non sussiste l’interesse all’accesso documentale in capo a Blue Skye».
Infine, prima dell’ultima “sconfitta” in Italia, sempre nel mese di novembre del 2023 un tribunale di New York si era dichiarato pronto a sanzionare Blue Skye per la violazione di alcuni accordi sulla disclosure forzata di una serie di documenti per un procedimento in Italia.