Calcio In Pillole
·18 ottobre 2023
Calcio In Pillole
·18 ottobre 2023
Gli Azzurri sono usciti sconfitti per 3-1 contro l’Inghilterra nel match valido per le qualificazioni ad EURO 2024. A Wembley la squadra di Spalletti ha giocato al massimo delle sue possibilità ma la differenza tecnica con la corazzata di Southgate è stata troppo evidente.
Il calcio non sempre restituisce i favori del pronostico e più volte ribalta le carte in tavola, ma altre volte invece mantiene i suoi propositi teorici. L’Inghilterra era nettamente favorita contro l’Italia e la partita di ieri sera lo ha pienamente confermato.
(Photo by Richard Heathcote, Onefootball.com)
Perdere ieri contro l’Inghilterra era una cosa da mettere in conto e probabilmente ne erano consapevoli sia gli stessi Azzurri che lo stesso CT Luciano Spalletti. Una sconfitta che non risulta decisiva per il percorso verso EURO 2024, dove ora la Nazionale deve fare 4 punti tra Macedonia del Nord ed Ucraina per essere certa di trovarsi in Germania il prossimo giugno.
L’Italia non ha giocato affatto male a Wembley, con Spalletti che ha compiuto varie modifiche rispetto all’11 che sabato scorso aveva battuto Malta. Difesa rinnovata in toto (Donnarumma a parte), con Di Lorenzo, Acerbi, Scalvini e Udogie. Centrocampo con la conferma del solo Barella e gli ingressi di Frattesi e Cristante e in attacco le new entry Scamacca ed El Shaarway assieme a Berardi.
I primi 25 minuti della partita vedono in scena la miglior Italia di Spalletti finora. Ottima organizzazione di gioco, tenuta sul ritmo asfissiante di pressing degli inglesi e coraggio nel proporre gioco anche in situazioni complicate e prendendosi dei rischi.
Proprio da un’azione ad alto pericolo nella nostra trequarti nasce l’azione che porta allo 0-1 Azzurro e scuote gli inglesi. Grande uscita dal basso dell’Italia con Udogie (uno tra i più positivi ieri) che combina e trova prateria sulla sinistra, scarico ad El Shaarawy che cambia versante, palla che arriva a Di Lorenzo che si sovrappone e mette in mezzo: zampata di Scamacca e Italia in vantaggio.
Dopo il gol gli Azzurri mantengono intensità e approccio giusto, ma l’Inghilterra alza i giri del motore e alla prima vera imbucata si crea l’occasione buona. Bellingham accelera centralmente e buca nell’area dell’Italia, Di Lorenzo è costretto a stenderlo. Kane di rigore pareggia.
Un gol che riequilibra i valori in campo in termini generali ma non per quanto si era visto fino a quel momento. La squadra di Southgate riprende quota e controllo del gioco, per quanto l’Italia trovi abbastanza facilmente spazi da attaccare soprattutto sulle fasce laterali come con Udogie, che allo scadere del primo tempo quasi non beffa Pickford.
Purtroppo la ripresa vede un’Italia meno furente, più imprecisa e forse impaurita da un’Inghilterra che nel proprio 11 iniziale schiera alcuni top mondiali. E la nuova Nazionale di Spalletti non è ancora così matura nel gioco (e negli uomini) per reggere un urto simile.
Il secondo gol lo segna sì Rashford (bella botta di destro che lascia immobile Donnarumma), ma è un 90% merito del fenomenale Bellingham. L’Italia attacca con Barella, il centrocampista del Real Madrid sradica il pallone a quello dell’Inter e avvia una ripartenza fulminea scavallando con una giocata sontuosa l’intera mediana Azzurra per poi servire il compagno.
L’Italia si spegne, smette di giocare bene e con precisione e a volte smette di giocare proprio. Spalletti prova a mischiare le carte in tavole con alcuni ingressi dalla panchina ma i propositi di un’ultima parte all’assalto vengono poi spenti dal 3-1 finale di Kane. Grande giocata del centravanti del Bayern che però deve ringraziare la collaborazione di Bastoni e l’ingenuità di Scalvini, che lo mandano da solo davanti a Donnarumma.
In sintesi l’Italia ieri a Wembley c’è stata fino al primo tempo, dove fosse stato un incontro di boxe ai punti avrebbe anche meritato di stare sopra. Ma banalmente il talento, la maggior tecnica e l’abitudine a ritmi ben più forsennati hanno poi spostato l’ago della bilancia a favore di un’Inghilterra che non è nemmeno andata al suo massimo.
Le cose buone da portare via ci sono, il lavoro è tanto e non tutto è responsabilità di Spalletti che ieri ha schierato (al netto di assenze per infortunio o forzate) quelli che attualmente ci sono e che il calcio italiano può offire, nettamente sotto livello rispetto ai top inglesi.