Calcionews24
·21 dicembre 2024
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Ha guidato l’Inter nella stagione 1994-95 dalla panchina. E nel decennio precedente era l’allenatore dell’Atalanta. Ottavio Bianchi, più noto come il mister del Napoli dello scudetto di Maradona, su La Gazzetta dello Sport giudica il confronto tra le due squadre nerazzurre, a distanza sul campionato ma presto diretto in semifinale di Supercoppa.
IL DUALISMO – «È una meraviglia vederle al vertice in campionato e giocarsi la Supercoppa, anche perché la bellezza del gioco è sempre in primo piano»
LA LOTTA SCUDETTO – «Il Napoli, guarda caso un’altra squadra “mia”, dobbiamo tenerlo nella lotta: ha solo bucato una ruota un anno, ma è già ripartito. Poi, però,mi fermo lì: a meno di metà del tragitto, ci sono solo tre squadre che possono ambire al traguardo».
ATALANTA E INTER SI SOMIGLIANO – «Un tempo l’Atalanta puntava a essere la migliore tra le provinciali, ma spiegatemi adesso cosa sia mai rimasto di “provinciale” a Bergamo? È eccellenza, in tutto: nelle strutture, nei giocatori, nell’allenatore. L’Inter eccellenza lo è sempre stata, ancora di più in questo momento».
IL SEGRETO DEL SUCCESSO – «Sono sempre i club a fare davvero la differenza, a dare solidità ad allenatori e squadre: Gasperini e Inzaghi sono bravissimi, ma hanno le spalle coperte da un grande lavoro societario. La crescita dei Percassi arriva da lontano, mattone su mattone, buona idea dopo buona idea, mentre i dirigenti italiani dell’Inter hanno tenuto sempre la barra dritta in questi anni, conservando ambizioni altissime».
IN CHI SI RISPECCHIA DI PIU’ – «Più che altro, mi piace fare notare il rispetto che hanno i giocatori nei loro confronti. Parlo di rispetto, non di bene o affetto: quello è secondario e non sempre necessario. Mi riferisco alla loro capacità di indicare un orizzonte che tutti seguono con fiducia: l’Atalanta è sempre impetuosa, l’Inter più saggia. E la longevità dei due allenatori è meritata…»