Julio Velasco: “Yamal e Pedri? In Italia non giocherebbero, c’è sfiducia nei giovani” | OneFootball

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·6 maggio 2025

Julio Velasco: “Yamal e Pedri? In Italia non giocherebbero, c’è sfiducia nei giovani”

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Il commissario tecnico dell’Italvolley femminile lancia una riflessione sul calcio italiano: “Serve più coraggio, meno esterofilia. I giovani portano entusiasmo”

Julio Velasco: “Yamal e Pedri? In Italia non giocherebbero, c’è sfiducia nei giovani”

Durante la presentazione ufficiale della stagione delle Nazionali italiane di pallavolo, il ct dell’Italvolley femminile Julio Velasco ha colto l’occasione per affrontare anche un tema trasversale che riguarda il sistema sportivo italiano nel suo complesso: il rapporto con i giovani talenti.


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“Lamine Yamal, oggi protagonista al Barcellona, in Italia non giocherebbe. E nemmeno Pedri, che ha solo 18 anni. Qui c’è un clima di sfiducia verso i giovani, si pensa sempre che non siano pronti. Esiste inoltre una forma di esterofilia che penalizza il talento locale. È una mentalità da cambiare”.

“Serve una svolta culturale nel calcio italiano” Velasco ha sottolineato come, a suo parere, il nostro sistema sportivo sia ancora troppo legato a logiche conservative che scoraggiano l’impiego dei giovani, anche a livello di Serie A e Nazionale:

“Dare fiducia ai ragazzi non significa solo investire nel futuro tecnico delle squadre, ma anche abbassare i costi e alimentare un entusiasmo che solo i giovani sanno trasmettere. Servirebbe più coraggio da parte dei club e delle federazioni”.

“Nel volley stiamo costruendo un nuovo ciclo” Tornando alla pallavolo, Velasco ha descritto il lavoro in corso con la Nazionale femminile, sottolineando l’ambizione di costruire un ciclo vincente partendo dalle basi:

“Stiamo lavorando su un progetto a lungo termine. Di solito si chiude un ciclo con una vittoria olimpica, noi invece vogliamo iniziarlo dopo un grande successo. Non sarà facile, ma la strada è tracciata”.

Il ct ha anche precisato le sue scelte in merito alle convocazioni:

“Se devo scegliere tra una giocatrice titolare in A2 e una che gioca poco in A1, preferisco la prima. La maglia azzurra si conquista con l’impegno e la continuità, non solo con il talento”.

“La Nazionale non è un rifugio dell’ultimo momento” Velasco ha poi fatto riferimento, con la consueta franchezza, a quattro atlete che hanno rifiutato la convocazione: Pietrini, Chirichella, Bonifacio e Lubian.

“Capisco le esigenze personali, ma la Nazionale non è un posto dove si entra quando fa comodo. Serve coerenza, rispetto e spirito di appartenenza. Non è accettabile presentarsi solo all’anno olimpico dicendo ‘adesso ci sono’”.

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