BundesItalia
·27 dicembre 2019
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·27 dicembre 2019
Veder giocare la “sua” squadra in Bundesliga e magari anche più su. È questo il sogno di Michail Ponomarev, dal 2016 presidente del KFC Uerdingen 05, club di 3.Liga. Il 44enne russo, ricchezza (si dice) dovuta al petrolio e al settore energetico e interessi in altri sport come l’hockey su ghiaccio vuole riportare i rossoblù, nei piani alti del calcio tedesco. E per la squadra di Krefeld, nel Nordrhein-Westfalen, nord ovest della Germania, sarebbe un ritorno. Sì, perché tra gli Anni Settanta e la prima metà degli Anni Novanta, quando il club era sponsorizzato dal colosso Bayer e si chiamava Bayer Uerdingen, i renani erano regolari frequentatori delle prime due serie del calcio tedesco.
In tutto 14 stagioni di Bundesliga più una decina di 2.Bundesliga, con diversi momenti da ricordare. Come la corsa nella Coppa di Germania 1984/1985, con gli uomini dell’allenatore Karlheinz-Feldkamp, capaci di arrivare fino alla finale, giocata per la prima volta all’Olympiastadion di Berlino Ovest e di portarsi a casa il trofeo, battendo il più quotato Bayern Monaco. E l’anno successivo i rossoblù, che come mascotte hanno l’irrascibile elebìfante Grotinfant, faranno pure meglio. Terzo posto in Bundesliga a quattro punti dal Bayern campione e semifinale di Coppa delle Coppe, ko solo con l’Atletico Madrid. L’undici di Krefeld nei quarti aveva eliminato la Dinamo Dresda dei Sammer (Klaus in panchina e Matthias in campo) con una rimonta incredibile. Dopo aver perso 2-0 all’andata in Germania Est ed essere sotto 3-1 in casa a 45′ dal termine, il Bayer segna sei gol il 28 minuti, fissando il punteggio sul 7-3. È il miracolo del Grotenburg-Stadion, dal nome della “casa” del club di Krefeld.
Quell’incontro, scelto da 200 giornalisti per un sondaggio della rivista 11 Freunde come la “partita del secolo”, sarà il canto del cigno dei rossoblù. I renani rimarranno in Bundesliga più o meno stabilmente per dieci anni, ma nonostante ottimi giocatori passati da quelle parti (Stéphane Chapuisat e Oliver Bierhoff su tutti), non ripeteranno più i buoni risultati del passato. Gli unici trofei che entreranno nella bacheca dei Krefelder saranno quattro Coppe Intertoto non ancora riconosciute dalla UEFA. Poi nel 1995, l’inizio della fine. La Bayer, mentre la squadra guidata da Friedhelm Funkel uno degli eroi con la Dinamo Dresda si salva, annuncia il ritiro della sponsorizzazione. Nel 1996, con la società ribattezzata KFC Uerdingen 05, la retrocessione in 2.Bundesliga. Da lì inizieranno i guai, tecnici e finanziari. Nel 2005 la Federazione non concede al KFC la licenza per la terza serie, sancendo la retrocessione nella quarta divisione, con il club che nell’estate 2006 riesce a evitare temporaneamente la bancarotta, grazie a un’amichevole da quasi 19mila spettatori con il Bayern e allo sforzo di 1300 tifosi.
Nel 2008 però, dopo la terza procedura di fallimento avviata dal 2003, i rossoblù non riescono a salvarsi, venendo relegati in sesta serie. È il punto più basso della loro storia, che nel 2016, dopo la fine della presidenza di Lakis Kourkoudialos e con la squadra in quinta divisione sembra essere alla svolta con l’arrivo di Ponomarev. Nelle prime due stagioni di presidenza del russo, che tramite la neonata KFC Uerdingen Entertainment GmbH è di fatto il padrone assoluto del club, la squadra guadagna altrettante promozioni, approdando dopo un decennio di assenza in 3.Liga. La gestione dell’imprenditore, entrato nel calcio sponsorizzando il Fortuna Düsseldorf, è però tutt’altro che tranquilla. Allenatori e dirigenti cambiati come fazzoletti (l’ultimo direttore sportivo nominato a inizio ottobre 2019 è l’ex Fiorentina Stefan Effenberg), dichiarazioni e comportamenti al limite, acquisti “roboanti” come quello di Kevin Großkreutz e una squadra, che langue in 3.Liga, costretta per la ristrutturazione del vecchio Grotenburg a spostarsi per le partite casalinghe tra Düsseldorf e Duisburg. Il sogno di salire in 2.Bundesliga, per il 2019 dovrebbe rimanere tale. Ma per il futuro, con o senza Ponomarev, a Krefeld ci si può aspettare di tutto, anche un nuovo “Miracolo di Grotenburg”.