Footbola
·5 maggio 2020
Footbola
·5 maggio 2020
Allenamento la mattina, kebab il pomeriggio e 5 caffè la sera per riuscire a stare svegli e allegri al party notturno. Questa era la routine di un Florian Niederlechner ancora ventenne, che nonostante la giovane età e il grande fiuto del gol non credeva più nelle sue potenzialità.
Dopotutto, il suo rapporto con il calcio non era mai stato particolarmente felice: a 16 anni era stato costretto a trasferirsi nelle giovanili del TSV Ebersberg, club bavarese di Kreisliga, dopo che gli allenatori del Monaco 1860 lo avevano escluso dalla squadra Under 17 perché ritenuto troppo basso e lento. La sua carriera ad alti livelli era stata bruscamente frenata sul nascere, ma Niederlechner voleva continuare a giocare, anche solo per divertirsi e far divertire i tifosi: a 18 anni si trasferì al Falke Markt Schwaben, club di sesta divisione, e dopo due stagioni di buon livello, nel 2010, i bavaresi dell’Ismaning gli fecero fare il salto di categoria, portandolo in Bayernliga, dove segnò 19 gol in 34 partite, benché all’inizio della stagione fosse in sovrappeso di 6 chili.
L’Unterhaching, si convinse quindi a portarlo in Dritte Liga e Niederlechner accettò di buon grado, sia perché intravide nuove prospettive di carriera sia perché non dovette trasferirsi lontano dalla sua Baviera, rimanendo così vicino alla sua famiglia, nel caso la sua carriera avesse subito un’altra frenata. Ciò non accadde e il giocatore tedesco diventò un attaccante completo, capace di segnare e di far segnare: in una stagione e mezza realizzò 16 gol e 11 assist, prima di trasferirsi durante il mercato invernale all’Heidenheim, che con il suo acquisto voleva puntare alla sua prima storica promozione in Zweite Liga. Promozione che avvenne la stagione successiva, con un Niederlechner capace di segnare 7 gol ma apparso sotto pressione in una squadra che sicuramente aveva ben altre ambizioni rispetto all’Unterhaching. In più questo trasferimento lo aveva portato nel Baden Wurttemberg, a circa 150 chilometri da Monaco: non molti, ma sicuramente tanti per un uomo che non aveva mai lasciato il luogo dove era nato e cresciuto.
Ciononostante la distanza lo fece maturare, e nella prima stagione dell’Heidenheim in Zweite Liga Niederlechner si scrollò di dosso tutte le pressioni e trascinò la squadra a un ottimo ottavo posto, ma soprattutto realizzò 15 gol e 10 assist, che gli valsero il forte interesse del Mainz, che già in primavera lo “prenotò” per l’estesa successiva. Il sogno dell’ex-attaccante di ottava divisione si stava per realizzare e la sua vita, forse, sarebbe cambiata radicalmente: il suo talento e soprattutto la sua volontà di riscatto avrebbero finalmente avuto la meglio su chi l’aveva definito inadatto a giocare a calcio ad alti livelli, ma, purtroppo, la sua prima esperienza fra i grandi del calcio tedesco non fu delle migliori. Nei primi 6 mesi con il Mainz giocò 14 partite senza segnare alcun gol, e l’ultimo giorno della finestra invernale di mercato si trasferì in prestito al Friburgo, in Zweite Bundesliga, dove ritornò a segnare con grande costanza. I suoi 8 e 2 assist contribuirono al ritorno della squadra in Bundesliga e convinsero la dirigenza a riscattarlo.
Gli inizi non furono facili, ma alla settima giornata, contro l’Hoffenheim, Niederlechner segnò il suo primo gol in Bundesliga: l’attaccante si inserì su un lancio lungo di un difensore e, dopo un ottimo controllo, scavalcò il portiere avversario con un pallonetto non bellissimo ma sicuramente efficace. Appena il pallone finì in rete Florian urlò con tutta la forza che aveva in corpo, liberandosi finalmente di quel peso che l’aveva limitato fino ad allora. A quel gol se ne aggiunsero altri 10, che risultarono fondamentali per il sesto posto finale del Friburgo che quindi avrebbe avuto la possibilità di giocarsi la qualificazione alla fase a gironi dell’Europa League, perdendo poi nel terzo turno eliminatorio con i polacchi del Domzale.
Le due stagioni successive, però, furono disastrose per Niederlechner: il 2 novembre del 2017, infatti, si fratturò la rotula e concluse anzi tempo la stagione, rimanendo fuori dai campi da gioco fino a luglio, quando ritornò ad allenarsi con i suoi compagni. Il Friburgo decise di non cederlo, benché le sue condizioni fisiche sembrassero precarie e infatti, nell’autunno del 2018, si infortunò ai legamenti della caviglia, fermandosi per altri due mesi: il Friburgo a questo punto non aveva più alcuna intenzione di trattenerlo con sé e decise di metterlo sul mercato, ma non arrivò nessuna offerta degna di nota e l’attaccante tedesco rimase in squadra, concludendo la stagione con 4 miseri gol. Poca roba in confronto agli 11 di due anni prima.
In estate, però, l’Augsburg decise di crederci ancora. Il suo fisico, forse, era ancora recuperabile e Niederlechner, in fondo, aveva solo bisogno di un sistema che lo mettesse nelle migliori condizioni possibili di svariare. Se questi siano stati i pensieri del tecnico Martin Schmidt non possiamo saperlo, ma sicuramente è innegabile che la stagione di Florian sia stata straordinaria: con 11 gol e 8 assist l’attaccante tedesco ha contribuito direttamente e indirettamente al 53% dei gol realizzati dall’Augsburg. Numeri da assoluto leader che lo hanno reso la stella principale del club insieme al terzino Philipp Max, anch’esso protagonista di una grande stagione, e ai due giovanissimi gioielli Vargas e Richter. Questo benché la squadra si trovi in 14esima posizione, quindi ben al di sotto delle sue potenzialità.
Niederlechner è cresciuto moltissimo nel suo primo anno ad Augsburg, grazie soprattutto alla fiducia della sua nuova tifoseria e al 4-4-2 di Schmidt: quella prima punta alta e impacciata è diventata un attaccante capace di svariare su tutto il fronte d’attacco ma allo stesso tempo in grado di difendere abilmente la palla con il corpo. Pur non essendo un giocatore particolarmente scattante ha dimostrato di avere buonissime qualità tecniche e soprattutto un’ottima capacità di tiro, che gli ha permesso di realizzare numerosi assist e svariati gol con entrambi i piedi, alcuni dei quali veramente molto belli. Per questa sua inattesa evoluzione gli è stato dato il soprannome di Vardy di Augsburg, benché con l’attaccante inglese condivida una sola caratteristica: essere esploso “tardi” e in una squadra di seconda fascia.
Federico Zamboni