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Tommaso Cherubini·18 settembre 2024

✍🏻 La Juve va forte, il Milan sprofonda: l'analisi dei debutti in CL

Immagine dell'articolo:✍🏻 La Juve va forte, il Milan sprofonda: l'analisi dei debutti in CL

Per il momento, le italiane nella nuova Champions League sorridono a metà. Da una parte il debutto da applausi della Juventus di Thiago Motta, che non aveva un avversario troppo complesso - il PSV - ma che poteva nascondere insidie: pratica liquidata con un netto 3-1, con il gol subito (il 1º incassato dai bianconeri fin qui) arrivato negli ultimi secondi di gara.

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Dall'altra parte il Milan di Paulo Fonseca impegnato nel difficile match col Liverpool, con il vantaggio di Pulisic che è stata solo una fugace illusione in una notte da esordio da incubo. I Reds hanno rimontato e dominato la partita con un 1-3, esponendo ancora una volta le tante lacune difensive dei rossoneri.


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Juve, un esordio che sa di cambiamento

Thiago Motta difficilmente poteva sognare un esordio migliore in Champions League con la sua Juventus, eppure il tecnico italo-brasiliano nel post partita non era del tutto soddisfatto: "Abbiamo subito tanto il gioco del PSV. Siamo sicuri che possiamo fare meglio in possesso". Questo già parla benissimo delle ambizioni di Motta dopo una partita praticamente dominata, con solo alcune difficoltà nei primi 15 minuti a causa della buona organizzazione degli olandesi.

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Tre gol alla prima partita in Champions League la Juventus non li segnava dalla stagione 1995/96 con l'esordio in panchina di Marcello Lippi. Non proprio un dato banale. Oltre ai numeri, però, si è visto anche altro: i bianconeri quest'anno in fase di possesso hanno tantissime opzioni per fare male. Le geometrie di Koopmeiners - lancio da quarterback nel gol di McKennie -, l'elettricità di Nico Gonzalez che punta l'uomo ma che soprattutto è incisivo negli ultimi metri e poi la classe di Yildiz, il ragazzo d'oro con margini sconfinati e in grado con un semplice lampo di decidere una partita.

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Sono tutti temi non banali, per una squadra abituata a un altro tipo di calcio da anni ma che ha già imboccato la strada tracciata dal suo nuovo allenatore. I due stop in campionato confermano che la Juve può e deve crescere ancora, ma i 3 gol in Champions segnalano anche che questa è una squadra diversa e che si prospetta nettamente migliore rispetto alle ultime. Trust the process.

Milan, un debutto che preoccupa

Le certezze con cui Paulo Fonseca arrivava al match col Liverpool erano piuttosto fragili. Un 4-0 al malcapitato Venezia, ma anche in precedenza 2 punti in 3 partite con uno spogliatoio apparso una polveriera a seguito del caso Theo-Leao. I fischi e i cori dei tifosi a San Siro ben raccontano un amore per questo progetto tecnico che di fatto non è mai sbocciato. La sensazione è che senza una svolta marcata il ciclo possa concludersi prima ancora di svilupparsi.

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La partenza dei rossoneri illude. Alvaro Morata che pesca Pulisic alle spalle di Tsimikas esalta le doti rossonere ed evidenzia i limiti dei Reds. Ma il tutto dura pochissimo. I problemi fisici di Maignan evidenziano una difficoltà enorme: i due centrali hanno imbarazzo nell'impostare l'azione e perdono palle sanguinose abbassando di molto la squadra o peggio lasciandola sguarnita. L'incapacità di contrastare con la zona i saltatori Konaté e van Dijk sui due gol amplifica la percezione che dopo due mesi circa di lavoro i meccanismi non siano per niente oliati.

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Inconsistente oltre ogni aspettativa la prova di Fofana. Ancora da sgrezzare tatticamente, ma in pieno affanno anche sul piano fisico. Al momento il Milan dai nuovi acquisti non sta raccogliendo quanto sperava. Di Pavlovic si è detto, Emerson Royal è entrato male e Morata sembra ancora piuttosto indietro. Nota positiva Abraham, entrato con la voglia di spaccare il mondo. Dei leader tecnici l'unico a non nascondersi è Theo. Incolore Reijnders, ai limiti dell'irritante un Rafa Leao pigro, timido e superficiale con la palla tra i piedi.

In questa che è la settimana del Derby urge un cambio di rotta immediato nella gara con l'Inter per raddrizzare una situazione in cui Paulo Fonseca attualmente non può sentirsi saldo sulla panchina del Diavolo.