La sterilità offensiva della Juventus in una statistica | OneFootball

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·18 dicembre 2024

La sterilità offensiva della Juventus in una statistica

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Non sarà un 4-0 al Cagliari in Coppa Italia a scacciare i fantasmi. Una Juventus che passa dalle stelle — battere il Manchester City e rilanciarsi in Champions — alle stalle — rischiare di perdere in casa contro il Venezia ultimo — è certamente una Juventus che sta ancora cercando di trovare sé stessa. I risultati talvolta arrivano e talvolta no. Lo stesso vale per le prestazioni, anch’esse altalenanti. E nelle ultime partite di campionato si sta sgretolando anche l’unica grande certezza, la solidità in fase difensiva.

Ovviamente Thiago Motta ha bisogno di tempo e ha bisogno di tutti, ma in un ambiente abituato a standard elevati come quello bianconero tutto ciò passa in secondo piano. È chiaro, però, che pian piano l’ex mister del Bologna stia provando a plasmare la sua Juve. Più possesso, più controllo e tanta pazienza. Questo si vede, ma ancora manca qualche tassello fondamentale in fase di rifinitura e finalizzazione. I bianconeri sono primi per possesso palla (61,2% in media), ma solo sesti per grandi occasioni create (35, undici in meno del Cagliari). Indubbiamente c’è qualcosa che non va.


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Tanti tocchi, poca concretezza

La poca pericolosità della Juventus si riassume in un dato abbastanza emblematico: Danilo (98,7), Bremer (97) e Kalulu (96,6) sono i tre giocatori con più tocchi p90 delle prime 16 giornate di Serie A tra coloro che hanno disputato almeno 300′. Cosa vuol dire questo? Da un rovescio della medaglia che i bianconeri tengono il baricentro alto e il pallino del gioco. Dall’altro che faticano a giocare tra le linee. Ad esempio anche l’Inter tocca molti palloni con i centrali (Bastoni è 6º, Acerbi 9º), ma lo fa soprattutto con il suo regista Hakan Calhanoglu (5º). Il turco (91,9) gioca meno palloni dei centrali della Juve (in media 97,44), ma a differenza di questi ultimi lo fa in modo molto più efficace (il 65,3% sono diretti in avanti).

Danilo (46,5%), Bremer (30,4%) e Kalulu (32,6%), invece, per forza di cose, dirigono meno passaggi verso l’ultimo terzo di campo e sono costretti a giocare più all’indietro o in orizzontale. Lo stesso Bastoni (sesto per tocchi p90 appena dietro Calha), che chiaramente gioca in un ruolo leggermente diverso ai centrali bianconeri, cerca molto più spesso la verticalità, il 50% delle volte. Insomma la Juventus sta cercando la sua nuova identità, ma deve ancora trovare il modo di sfruttare al meglio la superiorità che crea.

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