La Top 11 dell’Allsvenskan | OneFootball

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Riserva di Lusso

·15 novembre 2022

La Top 11 dell’Allsvenskan

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La top 11 dell’Allsvenskan racconta come le gerarchie siano cambiate nel paese scandinavo

Mentre la gran parte dei campionati in Europa si trovano ad affrontare la pressoché inedita situazione di dover fermare il campionato a novembre per riprenderlo a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio del nuovo, per campionati come quello svedese autunno inoltrato coincide sempre con il termine della stagione.


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E così la scorsa settimana la Allsvenskan ha chiuso i battenti per la stagione 2022 decretando un campione a sorpresa, ossia l’Hacken, al primo titolo nazionale della propria storia, capace di battere la concorrenza del Djurgarden, squadra che ha comandato il campionato per buona parte della stagione, e di scalzare dal trono il Malmo, vincitore delle due precedenti edizioni.

La vittoria della squadra di Per-Mathias Hogmo è frutto di un approccio molto offensivo, come testimoniato dai numeri che hanno visto i nuovi campioni di Svezia vincere grazie al miglior attacco (69 goal segnati) e solo la settima difesa (36 goal subiti), che le ha permesso di creare un enorme mole di gioco offensivo e di supremazia territoriale.

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Per-Mathias Hogmo è stato anche allenatore della nazionale femminile norvegese (Foto: JOHN MACDOUGALL/AFP via Getty Images – OneFootball).

Terminato il campionato e celebrata la storica vittoria della squadra dell’isola di Hisingen, passiamo a vedere cosa ci lascia in eredità questo campionato, dal quale abbiamo visto partire negli ultimi anni tanti elementi di grande prospettiva che oggi calcano i migliori palcoscenici europei.

Lo facciamo mediante una top undici dell’ultimo campionato che ci possa far viaggiare sulle realtà individuali e collettive più interessanti dell’ultima Allsvenskan.

Il modulo di riferimento della top 11 dell’Allsvenskan

La scelta del modulo da utilizzare per questa top 11 non poteva non fare riferimento al modulo utilizzato dalla squadra vincitrice del campionato, ossia il 4-3-3 dell’Hacken; anche altre protagoniste del campionato come il Djurgardens vicecampione e l’Hammarby terzo oltre allo stesso Malmo hanno utilizzato lo stesso modulo. In molti casi, tuttavia, la stessa formazione può essere modificata in un 4-2-3-1 a sancire la fluidità dello schieramento in campo a seconda delle fasi.

La scelta dei migliori giocatori dell’Allsvenskan

Dopo aver stabilito il modulo di riferimento, le scelte effettuate si basano tenendo in considerazione le prestazioni individuali così come visibili sul campo ma soprattutto verificabili tramite le statistiche, le prestazioni della squadra e l’importanza del giocatore nel contesto della squadra stessa. Infine, una sorta di precedenza l’ha avuta anche il fattore anagrafico, dove giocatori più giovani sono stati preferiti per la loro futuribilità rispetto a giocatori più “esperti” ma con meno prospettive davanti.

D’altronde la Allsvenskan è sempre stato un ottimo territorio di pesca per gli scout delle squadre dei principali campionati europei, per quanto la crescita del campionato danese ed anche del movimento norvegese ha indebolito sotto questo aspetto la massima serie svedese.

Portiere – Samuel Brolin

L’Allsvenskan ha messo in luce non un livello altissimo di portieri, soprattutto per quel che riguarda un’analisi generale delle qualità richieste ad un estremo difensore nel calcio moderno, ossia la capacità di difendere la porta, le uscite alte e, cosa sempre più importante, la capacità di usare i piedi per facilitare la costruzione o lo sviluppo del gioco.

Unendo le statistiche e le prestazioni relative a queste tre situazioni, il posto in questa top 11 poteva essere appannaggio sia di Ricardo Friedrich del Kalmar che di Samuel Brolin del Mjallby: la scelta è ricaduta su quest’ultimo perché rispetto al portiere brasiliano, il titolare della porta dell’under 21 svedese sembra avere prospettive molto interessanti.

Brolin è classe 2000 e risalta all’occhio per una caratteristica molto particolare che lo rende decisamente un portiere superiore alla media: è alto 202 cm, un elemento che indubbiamente lo facilita sui palloni alti, ma ciò che lascia sorpresi è la capacità di distendersi in tuffo in tempi molto rapidi per un portiere di quell’altezza. Ce ne siamo accorti anche sulla nostra pelle lo scorso giugno quando con le sue parate tolse alla nostra Under 21 la possibilità di uscire dalla trasferta di Helsingborg con i tre punti in tasca.

Brolin ha disputato questa stagione al Mjallby ma è di proprietà dell’AIK Solna, squadra che ha tirato dal proprio settore giovanile nel passato recente elementi come Alexander Isak e Robin Quaison. Vedremo se il club del sobborgo di Stoccolma deciderà di affidargli la titolarità nella prossima stagione o punterà a monetizzare un’eventuale cessione e continuare con il trentatreenne Nordfeld tra i pali, autore anche lui di un’ottima stagione come un altro portiere “esperto”, ossia Johan Dahlin, il trentaseienne estremo difensore del Malmoe.

Terzino destro – Tomas Totland

Riguardo la fascia destra, è opportuno indicare in questa top 11 uno dei giocatori-chiave della squadra che ha vinto il campionato: Tomas Totland è stato l’unico acquisto dell’ Hacken che ha richiesto un esborso economico (400.000 euro) per il costo del cartellino dal Tromso. Ed alla fine l’investimento si è rivelato più che azzeccato.

Il terzino norvegese ha fornito un importante contributo in entrambe le fasi di gioco della squadra giallonera, sfruttando prevalentemente le sue accelerazioni sia palla al piede che senza palla. In fase di possesso il giocatore norvegese veniva utilizzato come sfogo esterno quando l’avversario chiudeva la progressione centrale del gioco, a testimonianza di ciò ci sono i suoi 3,3 allunghi palla al piede a partita, un dato che ben rappresenta il suo utilizzo come fonte secondaria per accelerare la progressione del gioco.

Ma la sua velocità è stata molto utile anche in fase di non possesso, dove la sua aggressività è stata spesso e volentieri utile al recupero alto del pallone non appena perso e, laddove la ricerca dell’immediata riconquista del pallone non fosse andata a segno, veniva in soccorso la sua velocità nel correre all’indietro per ricomporre lo schieramento difensivo e rallentare i contropiedi avversari.

L’Hacken è la squadra che ha recuperato più palloni alti nell’Allsvenskan (14,10 di media) ed ha subito appena un goal in contropiede in tutta la stagione (elemento che ha fatto particolarmente la differenza per il Malmo, per esempio, che ne ha subiti 6) a dimostrazione dell’ottima struttura in pressione e contropressione alta dei vincitori del campionato. Ed il ruolo di Totland in tutto questo è stato senza dubbio decisivo.

Merita una menzione anche il terzino destro del Kalmar Axel Lindahl, giocatore che si è messo in mostra per l’ottima tenuta nei duelli individuali ed anche per l’aver contribuito molto fattivamente in termini di rifinitura e finalizzazione (2 goal ed 1 assist per lui) usando tanto il dribbling assieme alle conduzioni. Merito della sua stagione è anche dell’allenatore del Kalmar Rydstrom che lo ha spostato a destra dopo aver speso le sue precedenti stagioni sul lato opposto del campo.

Terzino sinistro – Mohanad Jeahze

Con il terzo posto finale, anche l’Hammarby è da considerarsi come una bella sorpresa di questa edizione dell’Allsvenskan: hanno concluso la stagione con il secondo miglior attacco e la seconda miglior difesa del campionato.

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La bellissima Tele2 Arena, teatro delle partite interne dell’Hammarby (Foto: Linnea Rheborg/Getty Images – OneFootball).

Il compito di Jeahze in questa squadra era quello di accelerare una manovra molto basata su lunghe fasi di controllo del possesso, spesso nella propria metà campo. Questo avviene o ricevendo il pallone esternamente dopo che la coppia di centrali difensivi ed il mediano iniziano l’impostazione di gioco o dopo che la stessa fase di costruzione viene consolidata e poi sviluppata mediante il sovraccarico delle zone centrali del campo che liberano quindi spazio per le discese di Jeahze che tende a non affondare bensì usare il suo sinistro per cercare cross o filtranti per raggiungere la zona di rifinitura.

Grazie al suo mancino il terzino sinistro dell’Hammarby è tra i migliori in diverse statistiche individuali dell’Allsvenskan: secondo per cross effettuati (con un ottimo 37% di riuscita tra l’altro), quarto per assist effettuati (ben sette, più quattro second assist e tre third assist), terzo per passaggi progressivi effettuati.

Mohanad Jeahze è del 1997, non proprio di primo pelo quindi, ma quanto dimostrato in questa stagione –  anche grazie ad un contesto tecnico ben organizzato -, potrebbe aprire nuove porte per lui come successo per alcuni suoi ex compagni come l’attuale attaccante del Lorient Dango Ouattara.

Centrale Difensivo – Hjalmar Ekdal

Nello scegliere i centrali difensivi non si può non prendere in considerazione il centrale della miglior difesa del campionato, ossia il Djurgarden secondo classificato in campionato. Hjalmar Ekdal fisicamente è molto somigliante a suo fratello Albin ed anche le sue movenze sul terreno di gioco sono parecchio simili, soprattutto quando porta il pallone.

Hjalmar, però, nonostante sia molto valido con il pallone tra i piedi come il fratello, è un difensore centrale che sfrutta al meglio la capacità di mantenere la posizione migliore e di leggere al meglio la progressione dell’azione avversaria. Ha ottimi numeri sia in termini di duelli difensivi (oltre il 70%) che in termini di passaggi progressivi (77% completati) il cui volume non è elevato perché spesso capita che decida di far avanzare il gioco portando il pallone in conduzione vista la sua confidenza con il pallone tra i piedi.

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Non è possibile stabilire quanto la bontà delle prestazioni di Ekdal siano ascrivibili all’ottima struttura difensiva della sua squadra (da cui a settembre è fuoriuscito Hien, acquistato dal Verona) o se ci sia del valore individuale nel fratello di Albin da esplorare a livelli superiori rispetto all’Allsvenskan, intanto ha mostrato di saper essere centrale nelle fortune della sua squadra anche in Conference League, permettendo al Djurgarden di essere l’unica squadra della Allsvenskan a ritornare in campo a febbraio per la fase ad eliminazione diretta delle competizioni europee.

Centrale Difensivo – Robin Tihi

Parlare di Robin Tihi significa tirare nuovamente nel discorso il settore giovanile dell’AIK Solna, da cui il centrale finlandese è in prestito, ma soprattutto di parlare di una bellissima sorpresa dell’Allsvenskan come il Varnamo, formazione neopromossa che si è presentata alla massima categoria svedese con uno stile di gioco molto coraggioso portato avanti da un giovane allenatore come Kim Hellberg (34 anni) coadiuvato dal suo assistente David Selini, la cui particolarità, oltre a quella di avere idee di gioco ultra-moderne, è quella di condividere sui social le proposte di allenamento della squadra poi visibili sul terreno di gioco.

In questo contesto ha trovato terreno fertile la crescita di Robin Tihi, classe 2002, giocatore che perfettamente ha impersonato la strategia di gioco della squadra neopromossa, ossia quella di cercare l’uscita del pallone mediante una coraggiosa costruzione dal basso con strutture atte ad attirare la pressione avversaria per poi uscirne con combinazioni strette. In fase difensiva, invece, il Varnamo si è reso protagonista di un approccio molto collettivo, con la ricerca di duelli a tutto campo, specie nelle fasi di costruzione e sviluppo del gioco avversario.

Il centrale finlandese è chiara esemplificazione del modo di giocare della squadra allenata da Hellberg, mostrando grande sicurezza palla al piede (90% di passaggi riusciti a partita con una media di 54 passaggi completati) dove mostra grande resistenza al pressing anche se preferisce delegare ad altri compagni la progressione del gioco pur avendo un ottimo calcio ben visibile quando effettua i cambi di gioco.

In fase difensiva, pur essendo il Varnamo la squadra con più duelli difensivi effettuati nella Allsvenskan, l’atteggiamento non è super-aggressivo, bensì sempre basato sulla chiusura degli spazi e delle soluzioni di passaggio mantenendo un atteggiamento sempre compatto. Per cui a Tihi non è richiesto di difendere decine di metri di spazio, ma di negare l’accesso alla profondità o chiudendo le linee di passaggio o aggredendo non appena il pallone viene perso.

È soprattutto la capacità di fornire copertura ad emergere dalle statistiche del difensore finlandese, tra i migliori del campionato sia per passaggi intercettati (6,67 a partita) che per tiri intercettati (1,21 a partita), ma è stato molto importante il suo contributo nel difendere in avanti in fase di transizione, anche qui emerge un dato abbastanza esemplificativo: il Varnamo non ha subito mai goal in contropiede.

Centrocampista posizionale – Bilal Hussein

Passando al reparto centrale del campo, è arrivato il momento di citare quella che forse è la gemma relativamente più preziosa di questo campionato, ossia Bilal Hussein, metronomo dell’AIK Solna e della nazionale Under 21 svedese.

È un giocatore la cui prima cosa che salta all’occhio è la naturalezza con cui distribuisce il pallone e come non abbia problemi a difenderlo sotto pressione. Indipendentemente dallo schieramento della squadra i suoi compiti restano quelli di distribuire il gioco e farlo con precisione e pulizia.

Un dato che ben sintetizza l’ottima stagione di Hussein è quello relativo ai passaggi indirizzati nella trequarti avversaria – ne completa quasi 10 a partita – ma soprattutto lo fa con una percentuale di precisione che supera l’85%. Le sue mappe di distribuzione del gioco mostrano anche il suo continuo esser presente nella manovra della sua squadra, diventandone il catalizzatore di gioco.

Hussein è un 2000 e crediamo sia il momento opportuno per testarlo ad un livello superiore, tanto più che con la maglia dell’Under 21 della Svezia ha mostrato di saper eseguire al meglio i propri compiti anche in situazioni e con avversari più complessi (vedi le due partite disputate contro l’Italia nel girone di qualificazione alla fase finale dell’Europeo di categoria).

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Abbiamo avuto modo di vedere Hussein sfidare la nostra Under 21 a Monza ad ottobre 2021 (Foto: Marco Luzzani/Getty Images – OneFootball)

Essendo questo lo slot dedicato a chi distribuisce il gioco al meglio, c’erano altri due nomi meritevoli di menzione le cui prestazioni non sono state certo inferiori rispetto a quelle del centrocampista dell’AIK Solna: mi riferisco a Carl Gustafsson, omologo di Hussein al Kalmar e suo compagno di mediana nell’Under 21 svedese, mentre l’altro nome è quello di Samuel Gustafson, trascinatore a metà campo dell’Hacken campione, squadra dove è tornato dopo gli anni trascorsi in Italia con le maglie di Torino, Perugia e Cremonese.

Mezzala destra – Nahir Besara

Chiudere una stagione con 11 goal e 8 assist senza essere il terminale offensivo della squadra dovrebbe essere la cartina di tornasole di che tipo di stagione ha avuto Nahir Besara, trentunenne centrocampista dell’Hammarby.

Il centrocampista svedese – giunto dal retrocesso Orebro al termine della scorsa stagione – ha dato sempre soluzioni, assieme all’altra mezzala Bojanic, al 4-3-3 dell’Hammarby, dividendosi la zona di rifinitura e creando continuamente pericoli per la porta avversaria. Il set di soluzioni che Besara ha messo a disposizione per il gioco offensivo della sua squadra varia dai passaggi filtranti alle spalle della difesa, ad inserimenti senza palla che potevano culminare in una conclusione a rete o in un cross basso al centro dell’area, fino a giungere alle conclusioni da fuori area ed ai calci piazzati.

Mettendo insieme tutti questi aspetti, Besara ha portato a conclusione quella che probabilmente è la stagione più importante della sua carriera; data la sua età non più verde è molto complicato vederlo in altri lidi nella prossima stagione, per cui chissà che non possa aiutare l’Hammarby a togliersi altre soddisfazioni oltre a quanto di buono si è visto in termini qualitativi in questa stagione.

L’ottima stagione di Besara, tuttavia, non deve distoglierci anche dalle prestazioni di Simon Gustafson, fratello gemello di Samuel, il cui sinistro aveva attratto il Feyenoord nel 2015 ma senza trovare mai spazio, poi trovato all’Utrecht che, però, non lo ha rinnovato, permettendo la reunion con il fratello per trascinare l’Hacken a suon di passaggi-chiave e ricezioni tra le linee.

Mezzala sinistra – Moustafa Zeidan

Con la cessione di Birmancevic al Tolosa in corso di stagione, il Malmo ha deciso di correre ai ripari acquistando per 800.000 euro dal Sirius Moustafa Zeidan, trequartista di origini palestinesi che si è inserito con sorprendente facilità nel 4-3-3 di Age Hareide.

Nello schieramento tattico del tecnico norvegese, Zeidan ha trovato collocazione da mezzala con il compito di sostare nella trequarti avversaria ribaltando il triangolo del 4-3-3 diventandone vertice avanzato supportato dal peruviano Sergio Pena (giocatore che meriterebbe anche lui menzione in questa top 11). Quando Hareide ha cercato di utilizzare un 4-2-3-1 per cercare di aggiustare l’equilibrio della squadra, Zeidan veniva utilizzato come esterno sinistro d’attacco.

Questo suo galleggiare tra le linee gli ha permesso di essere a proprio agio nel rifinire l’azione, un agio che è stato convertito in passaggi decisivi per i propri compagni, tanto da essere il miglior assistman del campionato con nove assistenze ed il secondo giocatore del campionato per passaggi e giocate effettuate negli ultimi 20 metri esclusi i cross.

L’eleganza delle sue ricezioni e la rapidità di esecuzione non appena riceve palla tra le linee non possono passare indifferenti: il Malmo è la squadra della Allsvenskan che è andata più volte al tiro, e la qualità della rifinitura di Zeidan ha certamente influito su questo dato.

Esterno destro d’attacco – Hosam Aiesh

Il giocatore iraniano (ma di passaporto svedese) è una vecchia conoscenza per i frequentatori storici dell’Europa League, difatti faceva parte dell’Ostersund di Graham Potter in grado di andare a dettare legge all’Emirates nei sedicesimi di finale della seconda competizione europea nella stagione 2017/2018.

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Il momento in cui Aiesh trafigge Ospina all’Emirates (Foto: Catherine Ivill/Getty Images – OneFootball).

In quella occasione Aiesh sbloccò la partita con un taglio alle spalle di Kolasinac che soffrì amaramente per tutto il corso del match le volate dell’attuale giocatore del Goteborg. A quattro anni di distanza da quelle imprese il modo di giocare dell’esterno offensivo di origini persiane è rimasto intatto e ne hanno goduto i tifosi del Goteborg.

Aiesh ha deliziato la Allsvenskan con i suoi dribbling in velocità (9 tentati a partita di cui il 61% completati) e con gli allunghi palla al piede (poco meno di 4 a partita) e, soprattutto, la costante ricerca del duello individuale con l’avversario diretto (20 duelli offensivi a partita per lui, di cui il 46% vinti).

Il contesto di gioco in cui si trova a giocare a Goteborg non è dei migliori dal punto di vista tecnico ma lo è dal punto di vista tattico, visto che l’IFK tende a giocare con un baricentro basso e lasciare il possesso agli avversari per poi cercare di attaccare in contropiede.

Per questo motivo i valori relativi all’avanzamento del gioco sono molto alti ma non lo sono, invece, quelli relativi alla rifinitura, dove Aiesh resta tra i migliori del campionato per passaggi-chiave effettuati (1,11 a partita) ma avvengono prevalentemente mediante cross che non sempre generano pericoli importanti.

Per questo motivo sarebbe interessante vedere Aiesh in un contesto di gioco diverso, dove non sia costretto a cercare perennemente degli strappi in velocità ma in cui deve anche cercare il modo di trovare giocate più decisive.

Per questo motivo, in ballottaggio per questo posto nella top 11 vi era anche il numero 10 del Norrkoping Jonathan Levi, giocatore dalle caratteristiche opposte a quelle di Aiesh, cerca meno il duello in velocità mentre va a caccia del passaggio filtrante per smarcare il compagno; le ultime due stagioni con il Norrkoping sono state le migliori della sua carriera, avendo 26 anni chissà che per lui non sia giunta la maturazione necessaria a salire di livello.

Esterno sinistro d’attacco – Sebastian Nanasi

L’ottima stagione del Kalmar ha permesso di mettere in luce anche le qualità di Sebastian Nanasi, giocatore che il Malmo ha prestato alla squadra della città della Svezia meridionale e che adesso tornerà nella regione confinante portandosi dietro un bottino di 5 goal e di 6 assist.

Unendo i due dati, Nanasi ha contribuito ad 11 reti del Kalmar in questa stagione; tra i giocatori nati dopo il 2001 è il migliore dell’Allsvenskan in questa classifica. Sicuramente la qualità del gioco proposta dalla squadra allenata da Henrik Rydstrom ha aiutato, ricreando un contesto tattico simile a quello del Malmo, con una squadra che ha avuto il dato di possesso palla più elevato del campionato (57,82% di media) con possessi pazienti per poi cercare spazio tra le linee assecondando i tagli con o senza palla del suo classe 2002 svedese.

Come caratteristiche è un giocatore che ama particolarmente partire dall’esterno per poi portarsi dentro al campo, preferisce rifinire con dei passaggi filtranti e usa il dribbling proprio per crearsi lo spazio per questo tipo di giocate. Ha mostrato con il suo destro di saper trovare anche la porta, ma preferisce andare al tiro in situazioni efficienti e per questo, a differenza di alcuni suoi omologhi di ruolo, non disdegna l’ingresso in area di rigore e lo smarcamento in profondità

Altro nome degno di menzione è quello di Arnor Sigurdsson, esterno offensivo islandese passato per qualche mese dalle parti di Venezia nella scorsa stagione ma senza lasciare il segno. Dopo la negativa esperienza in laguna e – viste le contingenze – considerando poco utile un ritorno al CSKA Mosca detentore del suo cartellino, ha scelto di ripartire dal Norrkoping, club che aveva lasciato nel 2018 a 19 anni. Si è rivelato il catalizzatore del gioco della sua squadra assieme a Levi, prendendo possesso della zona rifinitura per sfornare passaggi-chiave e dribbling. Non è parte della top 11 semplicemente perché ha iniziato a giocare in Allsvenskan solo dopo metà campionato.

Punta centrale – Silas Nwankwo

Se dobbiamo assegnare il posto in questa top 11 nel ruolo di centravanti a chi ha realizzato più goal, allora è chiaro che lo slot è proprietà di uno tra Jeremejeff dell’Hacken, capocannoniere con 22 reti realizzate, e Antonsson del Varnamo, vicecapocannoniere con 20 reti realizzate ed espressione realizzativa delle due squadre che hanno ottenuto il risultato più sorprendente della stagione.

Però è ancora più opportuno usare una top 11 per identificare un giocatore che si è particolarmente distinto in questa stagione, ossia Silas Nwankwo, attaccante diciottenne del Mjallby prelevato dal club svedese in Nigeria e che in questa prima stagione in Europa si è tolto la soddisfazione di trovare per 9 volte la via della rete, pur giocando in una squadra che non gli ha offerto infinite opportunità per trovare la rete.

Ciò che emerge delle reti realizzate da questo ragazzo è il fatto che sono state realizzate in modi differenti: di testa a culmine di un’azione manovrata con un cross, di piede a fronte di scambi con l’altra punta Bergstrom oppure a seguito di azioni solitarie in contropiede in campo lungo mangiando in velocità ed in progressione le difese avversarie.

Quello che è emerso del ragazzo nigeriano è la sua lucidità realizzativa nonostante sia spesso costretto a stare lontano dall’area di rigore. Inoltre, tra gli attaccanti della Allsvenskan con più reti all’attivo è quello che ha a disposizione tiri con meno probabilità di realizzazione (0,16 xG per tiro) e per questo è anche uno dei migliori come differenza tra goal realizzati e goal attesi (2,52).

Insomma, anche a livello numerico abbiamo degli indizi che siamo di fronte ad un attaccante da osservare con particolare attenzione e chissà che non diventi da subito oggetto del desiderio di qualche scout in campionati di più alto livello.

Difficilmente, tuttavia, vedremo il giocatore nigeriano all’opera nella prossima stagione, visto che il suo club ha da poco annunciato la rottura del legamento crociato, una tegola che si aggiunge ai sospetti relativi alla sua vera età come denunciato dal giornalista Rasim Reiz sui social.

Fonte Dati: Wyscout

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