Footbola
·27 luglio 2019
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·27 luglio 2019
Il calcio è ciclico, la ruota gira e ogni squadra vive il proprio momento di gloria, le sue annate d’oro, ed inevitabilmente i periodi bui, le stagioni drammatiche. Ma c’è anche chi dal suo piccolo riesce a raggiungere risultati straordinari, squadre di piccolissime realtà che sono arrivate nei massimi campionati o addirittura a partecipare alle coppe europee pur contando su un ridottissimo bacino di utenza.
Panenka, magazine spagnolo incline a narrare storie nascoste del calcio, ha stilato una particolare top 10 in questo senso: dieci società calcistiche di piccoli paesini che sono riuscite ad arrivare nell’élite nazionale.
Il viaggio incomincia in Polonia, dove nel 2015, nell’Ekstraklasa (massima serie nazionale) si presentò una piccola società dagli stravaganti colori sociali (arancione e blu), con un elefante come simbolo nello stemma: il Termalica Nieciecza. Ciò che contraddistinse il Termalica fu il paese, Nieciecza, sede della squadra: 750 gli abitanti contati nell’ultimo censimento. Un numero in grado di proiettarla nell’albo dei record: è, ad oggi, la squadra con sede nel più piccolo villaggio nella storia ad approdare nella massima serie nazionale di calcio (riuscendo a resisterci per 3 stagioni), battendo il precedente record dei cechi dell’FK Chmel Blšany. Quest’ultimi mantennero il primato fino al 2015 e riuscirono a restare nella massima divisione ceca per 8 anni (dal ’98 al 2006). Peraltro, è stata una delle squadre in cui ha mosso i primi passi Petr Čech, oltre ad essere stata semifinalista nella Coppa Intertoto nel 2000 e nel 2001, appoggiandosi ad un comune di soli 900 abitanti.
Non molto distante dalla Repubblica Ceca, la Romania: Scornicesti contava 10.000 abitanti circa quando, tra gli anni ’70 ed ’80, la rappresentazione locale dell’FC Olt Scornicesti approda in Divizia A (oggi Liga I): la squadra vivrà un decennio d’oro ma verrà espulsa dal campionato quando lo stato si libererà di Nicolae Ceaușescu. L’allora dittatore della Romania, originario proprio di Scornicesti e presunto fautore della scalata della sua squadra del cuore, non senza qualche favore, venne condannato a morte: crollarono anche le aspirazioni dell’Olt. A ridosso dei Balcani, anche l’impresa del Buducnost Banatski Dvor: squadra serba, fondata nel 1983, che nei primi anni 2000 giocherà nella massima serie serba-montenegrina. Arriverà in finale nella coppa nazionale del 2004, perdendola ma guadagnandosi l’accesso ai preliminari dell’allora Coppa UEFA. Il tutto con un impianto sportivo a Banatski Dvor, paese con poco più di 1000 abitanti.
Risalendo il Danubio, troviamo due “piccole” capaci di compiere imprese: il Mattersburg, in Austria, e l’Hoffenheim in Germania. I primi, con sede nell’omonima città che conta meno di 8.000 abitanti, sono riusciti a resistere nella Bundesliga austriaca per 10 stagioni, raggiungendo la media spettatori più alta nella stagione del 2004/05 in campionato, grazie a un impianto contenente il doppio dei posti rispetto agli stessi abitanti. In Germania, l’Hoffenheim da anni è una realtà consolidata, soprattutto in virtù delle notevoli risorse economiche del presidente miliardario, Dietmar Hopp. Ci si dimentica che Sinsheim, cittadina in cui nasce la squadra, possiede 3.000 abitanti.
Salendo più a nord, troviamo il Mjällby, storica rivale del Malmö, una delle squadre più note della Svezia. La società era già apparsa nell’Allsvenskan durante gli anni ’80 (1980 e 1983), retrocedendo dopo una sola stagione di permanenza in entrambe le comparse. Nel 2010 riuscirono a tornare nella massima divisione svedese ed ottennero il 6° posto (miglior piazzamento della loro storia), sbalordendo la Scandinavia. La particolarità? Hällevik, città sede della squadra, conta circa 800 abitanti.
Attraversando il mare del Nord, dirigendosi verso ovest, si approda in Gran Bretagna. Al confine con l’Inghilterra, la piccola cittadina di Gretna (3.000 abitanti) vide nascere la squadra di calcio locale nel 1946. L’impianto sportivo, di soli 3.000 posti in virtù proprio della popolazione, giunse addirittura nella Scottish First Division, spingendo i propri eroi a giocare anche una finale di coppa nazionale. La favola del Gretna terminò nel 2008, con un fallimento economico annunciato.
Muovendosi verso sud, attraversando la Manica, il Guingamp è stata (ed è ancora) la squadra con sede nella cittadina più piccola nella storia della Ligue 1, contando solo 8.000 abitanti: i francesi sono retrocessi in Ligue 2 proprio al termine di quest’annata. Nonostante le sole 7 stagioni nella massima serie francese, il Guingamp vanta 2 Coppe di Francia (vinte entrambe battendo nel derby bretone il Rennes, per 2-1 nel 2009 e per 0-2 nel 2014) ed una Coppa Intertoto risalente al 1996, riuscendo nell’impresa dell’essere l’unica società francese a possedere questa coppa nel proprio palmarès.
Troviamo infine l’orgoglio di Moreira de Cónegos, frazione di Guimarães di 6.000 abitanti, in Portogallo. Dal 2017 i tifosi del Moreirense sognano in grande: i propri idoli affrontano le squadre della Primeira Liga portoghese e, nell’anno precedente, durante l’ultima stagione disputata nel campionato cadetto, riuscirono a vincere la Taça da Liga, ovvero la Coppa della Lega Portoghese.
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