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·11 aprile 2025

Liga, respinto il ricorso dell'Osasuna per la gara contro il Barça

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Il Comitato disciplinare della Federcalcio spagnola ha respinto ufficialmente il ricorso presentato dall’Osasuna per la ripetizione della partita persa contro il Barcellona, giocata il 27 marzo dopo il rinvio deciso in seguito alla morte del medico della prima squadra catalana.

Il reclamo formale dell’Osasuna si basava sul fatto che Iñigo Martinez avesse rifiutato la convocazione della nazionale spagnola per un infortunio, ma poi sia sceso in campo nella partita del 27 marzo, durante la pausa per le nazionali andando contro il regolamento della FIFA, che specifica come i calciatori che non rispondono alla chiamata della propria selezione non devono essere schierati dal club in partite ufficiale nei cinque giorni successivi alla fine del periodo di partite internazionali, e in questo caso ne erano passati solamente quattro.


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Secondo, invece, il Comitato della Federcalcio spagnola, il Barcellona era autorizzato a schierare Martinez visto che la rinuncia alla chiamata della Spagna, impegnata in Nations League contro l’Olanda nei quarti di finale, era stata concordato fra le parti. E questo di fatto smarca il club di appartenenza da ogni norma prevista nel regolamento FIFA.

Non si è fatta attendere la risposta a questa sentenza da parte dell’Osasuna, che ha articolato la sua nota in tre differenti punti, senza risparmiare un attacco diretto al Barcellona:

  • «L’articolo 5 dell’Allegato 1 del Regolamento FIFA afferma: “Un giocatore convocato dalla propria federazione per una delle sue rappresentative non ha il diritto, a meno che la federazione stessa non disponga diversamente, di giocare per il club di appartenenza durante il periodo in cui è o dovrebbe essere a disposizione della nazionale, secondo le disposizioni del presente allegato, più un periodo aggiuntivo di cinque giorni”. È un fatto oggettivo che quei cinque giorni non erano trascorsi al momento in cui Íñigo Martínez ha giocato con il suo club, motivo per cui il Comitato basa la sua decisione sulla clausola di esonero: “A meno che la federazione in questione disponga diversamente”. Tuttavia, la comunicazione della Real Federación Española de Fútbol del 17 marzo relativa alla desconvocazione di Íñigo Martínez dalla nazionale spagnola si riferisce esclusivamente a un’assenza per motivi medici, includendo anche informazioni di carattere sanitario a giustificazione della decisione. Pertanto, l’Osasuna ritiene che la rinuncia alla convocazione non si basi su un “accordo” della RFEF, ma semplicemente su una rinuncia medica da parte del giocatore.
  • Nell’argomentazione del verdetto, il Comitato di Competizione afferma che “in questo caso, la federazione (RFEF), permettendo ai giocatori di lasciare il ritiro senza imporre alcuna limitazione, e successivamente certificando la desconvocazione, esprime implicitamente la volontà di non applicare tale norma proibitiva, da intendersi come autorizzazione a giocare con il proprio club”. Il Club Atlético Osasuna non condivide l’interpretazione secondo cui ci sarebbe stata una “comunicazione implicita della volontà della RFEF di non applicare la norma”. È evidente, oggettivo e dimostrabile che l’unica comunicazione ufficiale non contiene alcun riferimento a un’autorizzazione implicita o esplicita a lasciare il ritiro senza limitazioni. Nessun accenno in tal senso si trova né nella comunicazione pubblica sul sito della RFEF, né nelle comunicazioni inviate all’Osasuna e al Barcellona il 17 marzo riguardo alle assenze per motivi medici di Bryan Zaragoza e Íñigo Martínez.
  • La risoluzione del Comitato si limita a certificare che i Servizi Medici della nazionale hanno validato le informazioni sanitarie fornite dal Barcellona, senza entrare nei dettagli. L’Osasuna ritiene che le circostanze mediche di questo caso meritino una trattazione molto più approfondita, considerando che l’assenza del giocatore dalla convocazione è motivata da questioni mediche e che la sua rapida guarigione ha portato alla sua partecipazione alla partita di campionato. Secondo il fascicolo consultato dal club, i Servizi Medici della nazionale hanno accettato che il giocatore non si presentasse alla Ciudad del Fútbol di Las Rozas per la visita medica prevista, in quanto il Barcellona si era impegnato a effettuare gli esami al suo rientro a Barcellona dopo la partita contro l’Atlético Madrid il 16 marzo alle ore 21. Tuttavia, l’Osasuna ha inviato Bryan Zaragoza a Las Rozas il 17 marzo proprio perché non era in grado di garantire l’effettuazione degli esami a Pamplona entro le ore 13 dello stesso giorno. Sorprende, quindi, che il certificato medico del Barcellona, incluso nel fascicolo e validato dalla RFEF, sia datato 16 marzo, nonostante la partita si sia conclusa alle 23, e che sia stato inviato via e-mail alla RFEF alle 2:33 del 17 marzo, al rientro della squadra, senza alcuna menzione di esami integrativi, né prova che essi siano stati effettivamente svolti, come richiesto dal Capo dei Servizi Medici della RFEF. Il certificato stesso non contiene alcun dettaglio.

Infine, il club esprime il proprio stupore per il commento del Futbol Club Barcelona secondo cui “è indegno di un club con la storia del Club Atlético Osasuna sollevare sospetti di un possibile illecito”, quando risulta assolutamente ragionevole nutrire seri dubbi alla luce dei fatti descritti. È sconcertante che tale commento, tanto cinico quanto privo di fondamento, provenga da chi farebbe meglio a rivedere le proprie azioni nel recente passato della storia del Futbol Club Barcelona.

In disaccordo con la decisione appena resa nota, il Club Atlético Osasuna presenterà ricorso al Comitato d’Appello della Real Federación Española de Fútbol, organismo che ha una chiara implicazione nella vicenda in questione».

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