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Davide Zanelli·29 giugno 2019
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Davide Zanelli·29 giugno 2019
Lo abbiamo scritto dopo la prima delle Azzurre – la vittoria nel primo match del girone contro l’Australia – ci ripetiamo ora: l’Italia ha già vinto.
Non ci sono retorica e scaramanzia. Semplicemente, il raggiungimento dei quarti di finale di un Mondiale per una squadra che vi mancava da 20 anni è un traguardo incredibile.
E insieme a questo, ci sono tanti altri obiettivi raggiunti, perché l’impegno e il coraggio delle #RagazzeMondiali (l’hashtag è ormai universalmente utilizzato) sono stati apprezzati da chiunque abbia acceso il televisore per guardarle.
Allo stesso modo, l’idea di calcio proposta da Milena Bertolini, le decisioni – spesso azzardate, ma sempre illuminanti – prese dall’allenatrice e la capacità d’incarnare lo spirito azzurro hanno lasciato un segno.
A far la differenza sono finora stati il talento, coltivato negli ultimi anni grazie ai sacrifici di poche società trainanti, e la rabbia covata da almeno tre generazioni di calciatrici. Rabbia sana, s’intende: di quelle che ti spingono a dare sempre qualcosa di più, nonostante avversari più esperti e accreditati.
Le ragazze che scendono campo sono in buona parte le stesse che, meno di quattro anni fa, scioperavano e ritardavano l’inizio del campionato a causa delle promesse non rispettate dalla Figc.
Sono le stesse che hanno dovuto cambiare diversi lavori per continuare a giocare. E non serve nemmeno approfondire questa facile retorica per comprendere che le motivazioni delle Azzurre vanno ben oltre il risultato del campo.
Accanto alla rabbia di un gruppo che sa di rappresentare un movimento in crescita e rivendicante diritti sacrosanti, ci sono le qualità tecniche di giocatrici in cui il pubblico si sta rispecchiando.
Linari e Gama sono una coppia di difesa solida e carismatica, Giugliano è estro e fantasia in mezzo al campo, Bonansea ha qualità ed esplosività, mentre Girelli è il bomber di cui una Nazionale italiano non può mai fare a meno.
Alle ore 15.00, sul palcoscenico dello Stade du Hainaut di Valenciennes, le azzurre affronteranno l’Olanda di Sarina Wiegman. Servirà una grande prestazione, servirà soprattutto sfatare un tabù. Quello che vede le oranJe imbattute contro le azzurre addirittura dal 7 settembre 2005.
ITALIA FEMMINILE (4-3-1-2): Giuliani; Guagni, Gama, Linari, Bartoli; Cernoia, Giugliano, Bergamaschi; Girelli; Giacinti, Bonansea. Ct. Bertolini
OLANDA FEMMINILE (4-3-3): Van Veenendaal; Van Dongen, Bloodworth, Van der Gragt, Van Lunteren; Spitse, Van de Donk, Groenen; Martens, Van de Sanden, Miedema. Ct. Wiegman