PianetaSerieB
·5 marzo 2025
Manzari: “Giocare a Bari da barese dà stimoli, non pressione. Sarei rimasto per sempre”

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·5 marzo 2025
Giacomo Manzari non è riuscito, al momento, a prendersi il suo posto nel Bari da barese. A gennaio si è trasferito alla Carrarese e intervenuto in diretta su Twitch su Pianeta Bari, ha parlato delle sue esperienze. Di seguito quanto riportato da pianetabari.com.
Come sta andando a Carrara?«Tutto molto bene, conoscevo lo staff visto che a Carrara ci ho già giocato nel 2019. Venivamo da un periodo difficile con 5 sconfitte consecutive, dove sembrava si fosse persa la via della salvezza. Gli ultimi risultati ci stanno dando fiducia, come dimostra il pari con la Cremonese maturato solo all’ultimo. Abbiamo messo in difficoltà una squadra fortissima come la Cremonese dall’inizio alla fine. Siamo sulla strada giusta».
A distanza di un mese hai qualche rimpianto per come è andata a Bari?«C’è stato magari qualche episodio che se fosse andato diversamente sicuramente adesso staremmo parlando di altro. Se è andata così va accettato, prendo il presente come nota positiva e lascio il passato alle spalle. Sono ancora di proprietà del Bari e adesso cercherò di dare tutto per la Carrarese, così come ho fatto per il Bari in quelle occasioni quando sono stato chiamato in causa. Penso che si sia visto che ho sempre messo l’animo in campo, anche da barese».
Speri di ritornare per restare?«Il mio obiettivo è quello: tornare a Bari per restarci. Essendo barese, ancora di più, perché vuoi o non vuoi penso che hai dentro di te qualcosa in più. Io sono cresciuto con quei colori, ho fatto tutta la trafila del settore giovanile, i miei amici e la mia famiglia sono lì. Pertanto non può che essere stato un arrivederci»
Perché non riesci a trovare continuità?«Alla mia età ho bisogno di giocare. Stabilizzarti lo puoi fare se hai il minutaggio giusto e ti senti partecipe in modo importante delle dinamiche della squadra. A Ascoli dopo i primi 6 mesi hanno cambiato allenatore e non mi sono trovato bene col nuovo mister, per cui sono andato alla Feralpisalò per giocarmi le carte. Lì è andata bene e per cui è arrivata la chiamata del Bari. Purtroppo penso di non aver avuto la possibilità di esprimermi come avrei voluto e penso si sia visto. Pensavo dentro di me di poter ricevere qualcosa in più, cosa che non è avvenuta. Per questo ho deciso di venire a Carrara, per mettermi in mostra. A Bari resterei tutta la vita».
Quanto è difficile per un barese giocare nel Bari?«Giocare davanti alla propria gente è bellissimo. Non parlerei di pressione, ma di stimoli. Io li ho sempre presi in maniera positiva, per me era qualcosa di bello e positivo. Diciamo che poi non ho avuto grande fortuna negli episodi (ride, ndr)».
Quanto è stata importante la vostra baresità?«Ha significato tanto. Con Nunzio e Nicola abbiamo cercato di trasmettere qualcosa di diverso ai ragazzi, di dare sempre qualcosa in più del 100%, perché per noi giocare nel Bari è un sogno. Nessuno dei miei ex compagni si è mai risparmiato o limitato».
Ti aspettavi un Bellomo così continuo?«Nel girone andata ha giocato poco, ma non perché non lo meritasse, perché si è sempre allenato al massimo. Sono contento per lui, prima lo vedevo un po’ amareggiato».
Perché tutti voi trequartisti avete faticato?«Abbiamo iniziato la stagione con due trequartisti e una punta, ora giocano col 3-5-2. Una risposta precisa non saprei darla, in ogni caso tutti noi abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio».
Che rapporto avevi con Longo?«Mi vedeva in allenamento e mi diceva che dovevo far uscire il vero me anche la domenica. C’è da dire che farlo in 10 minuti quando stai perdendo non è semplice, soprattutto in B. Al di là di questo c’era un rapporto bello tra noi».
Che gruppo era il vostro?«Fantastico. I più esperti e i giovani sono tutti ragazzi per bene, non è stato difficile creare un rapporto così tra noi. Penso che questo sia dato dal fatto che c’è gente davvero professionista, che ci ha permesso di alzare il livello degli allenamenti in vista della gara della partita».
Chi era il compagno che ti ha sorpreso di più?«Mi scrivo e mi sento con Maita, perché siamo diventati quasi fratelli. Siamo stati in ritiro in camera insieme, con lui ho stretto più rapporto. Lui e Dorval stanno facendo davvero bene».
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