Milan, Conceição: “Pulisic ha un problema da un mese. João Félix deve essere più decisivo” | OneFootball

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DirettaFanta

·1 marzo 2025

Milan, Conceição: “Pulisic ha un problema da un mese. João Félix deve essere più decisivo”

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Sérgio Conceição ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Lazio.

Come ci si rialza, come si reagisce?


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“Vincere, vincere, vincere, vincere. È quello che vogliamo noi. Sappiamo la responsabilità ed il momento, siamo coscienti di cosa è accaduto o per errori nostri o per errori di qualcuno che non possiamo controllare: il risultato è stato negativo. Non possiamo aggrapparci alle piccole sfortune, la vita è così. Dobbiamo lavorare su quello che non va e portare risultati, non c’è altra via”.

La squadra ci crede come ci crede lei?

“È il mio lavoro passare questo e creare questo ambiente nello spogliatoio. Io ci credo veramente. Un titolo che potevamo vincere l’abbiamo vinto. Possiamo anche svalorizzarlo, ma un titolo è importante. Poi c’è ancora la Coppa Italia. Ci sono queste 12 partite da affrontare, essendo un po’ diversi a tutti i livelli: tattica, fisica e di testa. Con una mentalità che deve essere al mille per cento dal primo all’ultimo secondo della partita. L’80% dei gol che subiamo succede sempre qualcosa di strano che di solito succede una volta in stagione. Questi momenti passeranno col lavoro”.

Sono qua per mettere a nudo questo orgoglio e questa voglia di vincere: sono sempre stato abituato a vincere fin da piccolo. In Italia ho vinto, ho vinto da giocatore e da allenatore. Sono passati 13 anni per arrivare in Italia da allenatore, era un sogno per me. Ora metto tutto qua dentro, in un club storico e grande. Ma erano altri tempi, quando il Milan puntava a vincere la Champions e la vinceva, con altri giocatori e con un altro ambiente. Ma la fame dei tifsoi è sempre la stessa, per loro è importante vincere a prescindere da chi c’è qui”.

I giocatori condividono questo suo pensiero?

“Ogni persona ha il suo carattere. Una persona che non parla tanta e non da questo messaggio a livello personale non è che non ha voglia di vincere. Tutti qua hanno voglia di vincere, altrimenti siamo masochisti”.

La preparazione per domani:

“Ho chiesto ai ragazzi di lavorare bene, di capire cosa facciamo a livello di esercizi per poi portarlo in panchina. Chi ha giocato a Bologna ha fatto lavoro di recupero, domani andremo sul campo a preparare la partita con la Lazio. La prossima partita è la più importante”.

I ragazzi la seguono?

“So che non vedete, non è il vostro compito, rispetto molto i giornalisti che hanno opinioni vere… Ho visto cose positive nel primo tempo di Bologna. Abbiamo preso un gol in cui c’è un fallo. Non dobbiamo aggrapparci a questo, ma dopo questo errore dell’arbitro cosa dovevamo fare? È vero, non siamo stati all’altezza. Abbiamo bisogno di più leggerezza ed equilibrio a livello mentale. Ci sono stati dei momenti… Musah una volta, avevamo la possibilità di fare anche 2-1… Poi in un episodio semplice, la palla era fuori. Il giocatore doveva stare più attento sulla rimessa laterale, l’altro doveva essere più attento in area: ne abbiamo parlato”.

Per ritrovare lo spirito di Riyad cosa manca? Tutti stanno dando il 100%?

“Devo provare a spiegarmi su questa cosa del 100%. Il mio staff mi dice che ci sono dei parametri: un giocatore ad esempio ha lavorato al 100% su questo valore, ma è il 100% di quello che ha dato fino ad adesso. Dobbiamo andare oltre rispetto a quello a cui siamo abituati a fare. Ci sono tante situazioni di pressing, di sprint, non si può avere una media bassa. A Riyad tutto andava bene, vedi il gol di Musah… Questo sto provando a spiegare”.

Il momento di Reijnders e Pulisic:

“Penso che Tijji non sia in calo. Ha fatto anche gol a Torino. Lui è molto presente in costruzione, si inserisce in area. Sta giocando un po’ più basso ma ha la libertà di andare in avanti come voglio io. Tutti possono dare di più, anche io. Tijji sta facendo quello che voglio io, Puli è diverso. Il giorno della partita col Bologna il dottore mi ha detto che non poteva iniziare la partita. In quel momento devo trovare la soluzione, devo spostare Musah e mettere Joao che non doveva giocare dall’inizio. Vi dico la verità. Ha un piccolo problema fisico da un mese e dobbiamo gestirlo, si vede nella sua freschezza fisica”.

Il rendimento di Joao Felix:

“Lui è molto bravo tra le linee, secondo me delle volte con la voglia di toccare palla tante volte si sposta in zone in cui non serve: abbiamo bisogno di una seconda punta. Lui accetta che deve migliorare tutti i giorni qualcosa, deve essere più decisivo: non deve trovarsi lontano dalla porta come succede adesso. Deve fare la differenza negli ultimi trenta metri, stiamo lavorando su questo con lui così come con altri giocatori”.

Sei già subentrato a stagione in scorso altre volte…

“Sono momenti e squadre diverse, ambienti diversi anche. Non è facile entrare a stagione in corso. L’ho già fatto, non solo in Francia ma anche in Portogallo e le cose sono andate bene. Qua è diverso l’ambiente, il paese, il campionato, la squadra. Non dico meglio o peggio, ma diverso”.

Che partita sarà domani contro la Lazio?

“L’essere umano è pieno di ricordo, è normale. Ma anche se domani ci fossero stati i miei genitori a giocare con la Lazio io gioco per vincere. Li ringrazio per i tre anni stupendi, ma saranno avversari così com’è stato con Lazio e Inter. Baroni sta facendo un lavoro di qualità alla Lazio, ha un percorso dalla Serie C alla Serie A con più di 400 partite. Complimenti, sta facendo un buonissimo lavoro”.

Contro il Torino tanti tiri in porta, col Bologna molti meno. Come si spiega questa differenza?

“Sono partite diverse. Volevamo fare più tiri, sicuramente, più gol, sicuramente. Ci stiamo lavorando. Dopo la Lazio abbiamo due settimane pulite per la prima volta, alcuni giocatori lavoreranno con me su cose a cui non hanno mai lavorato. Dopo la Lazio ci sarà un altro inizio di stagione”.

Vuole un gioco con diversi lanci lunghi?

“Leao forse non si è spiegato bene dopo il Bologna… Il gol arriva su uno dei momenti di gioco in cui avevamo palla bassa e il Bologna ci veniva a uomo: dobbiamo sfruttare lo spazio per creare l’inserimento di altri giocatori. Poi in altre situazioni chiediamo altre cose alla squadra. Sono momenti diversi su cui lavoriamo, ma non è che vogliamo giocare sempre così. Leao ha parlato in modo specifico di quel momento di gioco”.

Sul modulo work in progress:

“Qua si parla di calcio. Per il tempo che ho a disposizione io voglio sicuramente lavorare per giocare in un altro modo, da martedì comincerò a lavorare sul campo e non solo sulla lavagna. Lavorerò su un altro sistema senza dubbio. Nel mio passato ho giocato 433, 442, 4231, 352, 343, i giocatori si devono sentire a loro agio con e senza palla. Dobbiamo definire le nostre zone sugli avversari per sapere quando e dove pressare: si lavora sul campo. Sicuramente lavorerò, se avrò il tempo… È una battuta, sto scherzando. Ma per gli allenatori è così, è normale, fa parte della vita, non ho problemi”.

C’è qualche domanda che non le abbiamo fatto ma che invece avrebbe voluto ricevere?

“La formazione no (sorride, ndr). La mia amarezza quando le cose non vanno bene… Non ci sto a perdere. La mia angoscia è la stessa angoscia dei tifosi. Qualche sfogo, qualche situazione a fine partita è collegata a questo e a questa voglia di vincere”.

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