Napoli da scudetto? Rendimento 🔥 Kvara senza rimpianti e un super-Conte 👀 | OneFootball

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·19 gennaio 2025

Napoli da scudetto? Rendimento 🔥 Kvara senza rimpianti e un super-Conte 👀

Immagine dell'articolo:Napoli da scudetto? Rendimento 🔥 Kvara senza rimpianti e un super-Conte 👀

Un Napoli da favola: con la vittoria di ieri sera in casa dell'Atalanta sono sei le vittorie di fila, con un allungo importante in classifica.

+7 sulla Dea e +6 sull'Inter che sì, ha due partite ancora da giocare, ma che comunque anche nel migliore dei casi non può superare i partenopei.


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Una squadra profondamente trasformata dalla stagione da incubo dello scorso anno e una prestazione che certifica le ambizioni Scudetto dei partenopei, anche dopo aver lasciato andare i due uomini simbolo del titolo di due anni fa, Osimhen (partito in prestito in estate) e Kvaratskhelia (ceduto a titolo definitivo al PSG il giorno prima della partita).


Allungo da brivido e rendimento top

Vincere accende l'entusiasmo, e il Napoli sta volando sulle ali di alcune striscie positive importanti: le sei vittorie consecutive raggiunte ora fanno il paio con la serie di 9 gare da imbattuta tra la seconda e la decima giornata, interrotta proprio dall'Atalanta nella gara di andata.

Un rendimento che porta il Napoli a +18 rispetto a quanto fatto dalla squadra nello scorso campionato dopo 21 partite: erano 32 punti allora, sono 50 adesso, sei in meno della squadra del titolo allenata da Spalletti.

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È soprattutto un Napoli che gioca da grande squadra anche in trasferta: nelle prime 11 gare fuori casa sono arrivate ben 8 vittorie.

Solo in due occasioni i partenopei riuscirono a vincere di più fuori casa a questo punto del campionato: nel 2017/18, l'ultima stagione di Sarri, conclusa al secondo posto a -4 dalla Juventus, e nel 2022/23, la stagione dello Scudetto con Spalletti.

Ora la squadra di Conte si scrolla decisamente di dosso la Dea, relegata a -7 dalla vetta, e si porta a +6 dall'Inter, un cuscinetto che dà sicurezza e accresce la fiducia.

Vero, i nerazzurri hanno l'asterisco di due gare ancora da giocare (contro Empoli e Fiorentina), ma i sei punti virtuali non vanno dati per scontati.


Gli innesti giusti

22 gol segnati in meno, 20 gol subiti in più: era questa la statistica più pesante del Napoli dell'anno scorso messo in confronto con la stagione precedente, quella dello Scudetto.

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Da allora il Napoli si è almeno in parte ripreso: il rendimento offensivo è ancora inferiore a quello della squadra di Spalletti (1,67 gol a partita contro i 2,03 di due anni fa), quello difensivo è perfino migliorato (0,67 gol subiti a partita contro gli 0,73 di due anni fa).

Merito soprattutto di un calciomercato oculato, che ha saputo portare gli innesti giusti a Castel Volturno: dal fedelissimo di Conte Romelu Lukaku per sostituire le reti di un Osimhen messo ai margini dal tecnico pugliese, a David Neres, un colpo molto previdente per il dopo-Kvara, se visto con il senno di poi.

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Passando per Alessandro Buongiorno, che ha restituito alla difesa del Napoli la solidità persa dopo l'addio di Kim nell'estate del 2023, e per Scott McTominay, insieme ad Anguissa il motore del centrocampo partenopeo.


Gruppo e gestione partita: la mano di Conte

In questo primo posto si vede chiaramente anche la mano di Antonio Conte. E si vede già dal lavoro fatto sul calciomercato: Conte ha sempre dimostrato grande inflessibilità nel trattare i giocatori che non considerava al 100% parte del suo progetto.

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Un'inflessibilità messa in mostra anche a Napoli con l'estromissione di Osimhen dal progetto e con la sua cessione in prestito al Galatasaray, ma anche con le modalità di utilizzo di Kvaratskhelia.

Il georgiano è rimasto tatticamente isolato rispetto al resto della squadra, sacrificato al sistema di Conte e non messo in condizione di cercare gli uno-contro-uno inebrianti con cui aveva stregato Napoli.

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Quasi come se Conte attendesse la sua cessione per poter mettere al suo posto un'ala più essenziale, più tendente al sacrificio e più adatta al suo sistema di gioco come David Neres.

Il tutto ha contribuito a compattare una squadra che, pur avendo perso i due uomini simbolo della stagione dello Scudetto, ha creato ora una squadra più affiatata e meglio bilanciata.

Infine, la mano di Conte è evidente anche nella gestione delle partite. La gara contro l'Atalanta è in questo senso un capolavoro.

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Se i partenopei sono stati spinti in avanti dalla rete di Retegui e hanno saputo colpire con cinismo, nel secondo tempo hanno lasciato volentieri possesso (78,5% tra il 45' e il 60'), iniziativa e campo all'Atalanta. Che sì, ha pareggiato, ma solo grazie al coniglio tirato fuori dal cappello di Lookman.

E mentre le sostituzioni di Gasperini sacrificavano i propri giocatori più determinanti fin lì, Conte ha saputo mutare la forma della squadra affidandosi a Lukaku come unico riferimento offensivo: una scelta che ha pagato e ha permesso ai partenopei di riportarsi in avanti e limitare le occasioni dell'Atalanta.


📸 ALBERTO PIZZOLI - AFP or licensors