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·11 febbraio 2025

Non solo Moratti, Esselunga denuncia la truffa del finto Crosetto

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La truffa, tentata e in parte riuscita, contro alcuni dei più importanti imprenditori italiani tramite la clonazione della voce del ministro della Difesa, Guido Crosetto, continua a disegnare i propri confini allargandosi sempre di più.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, lo stesso ministro Crosetto è tornato nella giornata di ieri a commentare quanto accaduto, con le indagini degli inquirenti che continuano: «Purtroppo le nuove tecnologie renderanno queste truffe sempre più difficili da capire, faranno dire a me e a chiunque altra persona qualunque cosa: siccome sono impossibili da controllare perché appena ne chiudi uno ne escono altri due con profili e nomi diversi, siccome né lo Stato né io abbiamo il potere di inseguirli, può fare qualcosa chi ha in mano i cordoni, e le piattaforme Facebook, X, Instagram devono garantire me utente che, se vado sulle loro piattaforme, non trovo nessuno che mi truffa e che quello che vedo è garantito».


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Intanto, come detto, le indagini degli inquirenti continuano con una certa attenzione a dove siano stati trasferiti, per esempio, i 900mila euro (in due distinti bonifici) inviati da Massimo Moratti al “finto Crosetto”. Si sa che entrambe le tranche sia state accreditate a un conto in Olanda, ma una volta scattato l’allarme ecco che questi soldi sono stati dirottati a Hong Kong, con gli inquirenti che hanno bloccato anche questo conto, anche se la speranza di ritrovare il denaro è pressoché vicina allo zero.

Ma ad aumentare sono le denunce depositate a Milano di altri imprenditori che a quanto pare sono stati raggirati dalla voce campionato del ministro Crosetto. Ieri, dopo Lucia Aleotti e Gussoni Beretta, anche esponenti del gruppo Esselunga hanno depositato la propria versione dei fatti facendo aprire un fascicolo (sinora a carico di ignoti) che come sempre in questi casi ipotizza i possibili reati di associazione a delinquere, sostituzione di persona e truffa.

Al momento, l’ex patron dell’Inter Massimo Moratti sembra essere l’unico non solo ad aver pagato, ma anche ad aver parlato in teoria al telefono con il finto ministro, mentre negli altri casi sarebbero sempre stati solo gli staff dei vari imprenditori (come Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Patrizio Bertelli, Giorgio Armani, Leonardo Maria Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone) a ricevere le richieste di apparenti funzionari o generali del ministro.

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