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Giacomo Galardini·7 febbraio 2019

Polacchi in Serie A, successi e numeri da record: ecco perchė

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Oppure, per dirla in polacco, ‘dlaczego tak wielu Polaków gra we Włoszech?’

I POLACCHI IN ITALIA

Con ben 14 giocatori polacchi in Italia nel campionato 2018/2019, la Polonia è il quinto paese più rappresentato in Serie A per nazionalità di stranieri, dietro a Brasile (34), Argentina (24), Serbia (15) e Francia (15), e a pari merito con la Croazia (14).


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La Sampdoria – almeno fino alla partenza di Kownacki in direzione Düsseldorf – era quella più rappresentata, con anche LinettyBereszynski. Due a testa per il Napoli con Milik e Zielinski, e Chievo (StepinksiJaroszynski).

Uno a testa per Juventus (Szczesny), Milan (Piatek), Bologna (Skorpuski), Udinese (Teodorczyk), Atalanta (Reca), Empoli (Dragowski), Frosinone (Salamon) e SPAL (Cionek).

E LE ALTRE 4 SORELLE?

Se facciamo con un confronto con le altre leghe, in Premier League sono solo 3, nella Liga spagnola solo 1, in Ligue One 2, e in Bundesliga (tradizionalmente il campionato con la più alta concentrazione di polacchi) solo 6.

Inoltre, la crescita dei giocatori dell’ex paese del blocco sovietico è stata esponenziale negli ultimi anni: basti pensare che nella stagione 2014/2015 i polacchi in Serie A erano solo 6; ad oggi sono quasi triplicati.

Ma che cosa può spiegare questa invasione polacca del nostro campionato? Improvvisamente i nostri scout hanno scoperto l’esistenza della Polonia calcistica oppure ci sono un’altra serie di fattori?


DI NECESSITÀ VIRTÙ

Il primo motivo – come evidenziato anche da Mateusz Janiak sul giornale polacco ‘Przeglądu Sportowego’ – è la competizione economica degli scout italiani con le altre leghe europee.

La potenza economica del nostro campionato non può competere con la media delle squadre inglesi o tedesche, e neanche con le big spagnole o con il PSG e Monaco, per motivi vari e ormai cronici del nostro calcio (alta tassazione, mancanza di stadi di proprietà e via dicendo).

Di conseguenza, i nostri club non possono fare offerte di livello quando si tratta di andare a comprare i giocatori in leghe come Belgio, Portogallo e Paesi Bassi, che ultimamente stanno sfornando la maggior parte dei talenti calcistici europei.

Basti pensare a giocatori come Tielemans, venduto dall’Anderlecht al Monaco a 19 anni per 27 milioni di euro, o Dalot, terzino portoghese 18enne passato dal Porto all United per 22 milioni di euro: troppo per le medie italiane.

E così gli scout vengono mandati nei campionati dell’est europa, come Serbia, Croazia e Polonia: i movimenti calcistici sono in pieno sviluppo ma il trend non è ancora diventato economicamente mainstream.


RINASCITA POLACCA

Inoltre, il sistema calcio polacco è in rapido miglioramento sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista dell’organizzazione calcistica a livello di federazione, senza parlare del miglioramento dello stato delle infrastrutture calcistiche portato dell’Europeo 2012.

La ristrutturazione degli stadi ha portato impianti di livello nelle maggiori squadre dell’Extraklasa, la prima divisione polacca. Inoltre, la nazionale polacca ultimamente è tornata a brillare, come dimostrato dalla partecipazione ai mondiali.

Inoltre i giocatori polacchi hanno dimostrato con le loro prestazioni di essere affidabili: a livello internazionale, Lewandowski, Szczesny, Błaszczykowski, Milik e Zielinski e sono ormai top players di calibro europeo.


IL POTERE DEI PROCURATORI

Ultimo ma non ultimo, il potere di alcuni procuratori, che hanno diversi contatti con talent scout e agenti in Polonia, capaci di sondare il mercato per scovare i migliori talenti nelle serie minori polacche.

Squadre come Genoa, Sampdoria e Udinese si sono trasformate in avamposti per l’introduzione dei talenti polacchi in Italia negli ultimi anni.

Agenti come Gabriele Giuffrida (determinante nel portare Piątek in Italia) e Marcin Kubacki, plenipotenziario agente polacco al centro dei trasferimenti dei polacchi in blucerchiato, hanno impostato una certa direzione in questo senso.