Pagine Romaniste
·13 gennaio 2025
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·13 gennaio 2025
Il Messaggero (S. Carina) – Poteva essere la settimana giusta, quella della svolta. Perché i pareggi di Lazio, Milan e Atalanta contro i non irresistibili Como, Cagliari e Udinese, avevano regalato quella ventata di aria fresca che, sommata al successo nel derby, doveva rappresentare il trampolino di lancio per una seconda parte di stagione ricca di speranza.
Per cosa? Se non era lecito chiederselo prima, figuriamoci adesso, dopo l’incredibile pareggio al 98’ di Bologna che lascia la Roma nel limbo di coloro che son sospesi a 24 punti dopo 19 partite ma a 8 lunghezze dalla Fiorentina (sesta) che oggi potrebbe allungare vincendo a Monza.
In effetti non si capisce se tirare un sospiro di sollievo per un pari ormai insperato oppure essere arrabbiati per quei sette minuti di blackout nella ripresa dopo il vantaggio di Saelemaekers che hanno rovinato una prestazione fino a lì più che sufficiente. Di certo c’è che senza la speranza è difficile trovare l’insperato.
E sarà così da qui in avanti anche per Ranieri, costretto suo malgrado a galleggiare nell’anonimato, al di là delle dichiarazioni buoniste nel post-gara. Perché la Roma somiglia sempre di più a Penelope e alla sua tela: quando pensi che tutto sia rientrato nei binari, che finalmente sia stata intrapresa la strada giusta, eccola lì sbandare di colpo lasciandoti l’amaro in bocca e costringendo l’allenatore a ricominciare da capo.