Scarnecchia: «Liedholm mi chiedeva una cosa speciale, avrei potuto fare di più tra Roma e Milan. Lui era fantastico. Oggi faccio il cuoco e non ho smesso di sognare» | OneFootball

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·26 gennaio 2025

Scarnecchia: «Liedholm mi chiedeva una cosa speciale, avrei potuto fare di più tra Roma e Milan. Lui era fantastico. Oggi faccio il cuoco e non ho smesso di sognare»

Immagine dell'articolo:Scarnecchia: «Liedholm mi chiedeva una cosa speciale, avrei potuto fare di più tra Roma e Milan. Lui era fantastico. Oggi faccio il cuoco e non ho smesso di sognare»

Le parole di Roberto Scarnecchia, ex calciatore con un passato in Serie A, sui suoi ricordi legati alle esperienze in campo

Roberto Scarnecchia è stato un calciatore negli anni 70-80′ di Roma, Milan, Pisa e Napoli. Poi si è inventato una nuova vita, che oggi ha raccontato a La Gazzetta dello Sport. E che ama particolarmente, tanto da non avere smesso di praticarla nonostante un’ischemia.

IL CUOCO E IL CUORE«No, mai smesso. Tutti mi dicevano e mi dicono che sono un pazzo. Per essere precisi la mia è stata un’ischemia. C’è stata una sofferenza del cuore per quattro ore che mi ha lasciato delle conseguenze. Il cuore per guarire non si può fermare… Il cuore guarisce lavorando. Ho subito un’operazione durata un quarto d’ora, per carità, ma mi condiziona ancora adesso. Prendo 8 pasticche al giorno e il recupero è molto lungo. Dopo un anno posso dire di stare bene, ma alcuni tipi di allenamento non posso farli. Il mio cuore lavoraal di sotto del 50 per cento delle sue possibilità».CHI É OGGI SCARNECCHIA«Non lo so neanche io… Molti sognano di fare una carriera di successo, a me dicono “Tu non ti rendi conto che ne hai fatte due”. Ho solo sempre fatto quello che mi piaceva fare. Sono un ragazzo cresciuto che continua a sognare».LIEDHOLM«A lui devo tanto, anche se il mio grazie più grande va a Gustavo Giagnoni che mi portò in prima squadra nel 1977. Liedholm mi ha insegnato a stare bene in campo e nella vita e mi ha detto una delle cose più belle mai sentite in carriera: “Scanecchia, prendi palla e inventa”. Mi chiamava così, Scanecchia. Mi riteneva forte e quando te lo dice uno come lui, ci credi. Oggi penso che avrei potuto fare di più».CHE PIATTO SAREBBE LIEDHOLM«Uno fantastico, ma da poter mangiare tutti i giorni. Importante e semplice allo stesso tempo. Datterini colorati e uno spaghetto di qualità, risottato, fatto nell’acqua del pomodoro. Ci vogliono 35 minuti, ma Nils li merita. Un piatto semplice solo in apparenza, in realtà difficilissimo e con un procedimento complicato. Questo era Liedholm».DOCENTE ALLA BOCCONI«Non è che avevo una cattedra, ma ho tenuto delle lezioni, sì. Vivevo a Milano e per tre mattine a settimana lasciavo il mio ristorante e tenevo il corso di Scienze e tecniche della formazione applicata».

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