Calcio e Finanza
·10 aprile 2025
Scaroni: «San Siro? Ben più del 50% di probabilità di arrivare al traguardo»

Calcio e Finanza
·10 aprile 2025
Quest’oggi, all’evento “Il Foglio a San Siro“, che si sta tenendo nella pancia dello stadio Meazza, è intervenuto anche Paolo Scaroni, presidente del Milan che insieme all’Inter sta portando avanti il progetto di un nuovo stadio accanto all’impianto attuale.
«Ne abbiamo parlato tante volte di un nuovo stadio, alcune con ottimismo e altre con pessimismo – ha esordito Scaroni –. Oggi siamo tornati, dopo un gioco dell’oca, dove eravamo partiti. Cioè a voler costruire un nuovo stadio qui a San Siro, giocando al Meazza finché il nuovo stadio sarà pronto e poi traslocare. Poi, conservando le vestigia di questo stadio che tutti noi amiamo, faremo delle attività, un albergo e tante altre cose. Oggi ho più ottimismo rispetto all’anno scorso, e la ragione è questa: questo progetto non è più solo il progetto di Inter e Milan, ma è diventato anche dell’amministrazione comunale, del sindaco di Milano. Avete letto le dichiarazioni di Sala, lui vuole dotare Milano di un meraviglioso stadio, che questa città merita come lo meritano i due club. Milano, grazie a Milan e Inter, è una delle grandi capitali del calcio mondiale. E come tale deve avere uno stadio non bello, ma bellissimo. Efficientissimo. Io dico che oggi c’è ben più del 50% di probabilità di poter arrivare al traguardo».
Sulle eventuali alternative al nuovo San Siro: «Noi, sia Milan sia Inter, siamo così decisi ad avere una struttura che ci ospita: io sono sempre stato contrario alla ristrutturazione del Meazza. La ragione fondamentale è che non riesco a immaginare un grande cantiere in cui ogni tre giorni entrano 70mila persone. Lo considero una cosa pericolosissima per le persone: non esiste esempio di due squadre che giocano nello stesso stadio e che lo ristrutturano continuando a giocare. Se avessimo avuto qui vicino uno stadio anche solo da 40 mila spettatori, in cui poter traslocare anche solo per un anno, beh, la ristrutturazione avrebbe avuto senso. È una cosa che in queste condizioni non si può fare».
Non poteva mancare un commento sull’attuale situazione in casa Milan: «I tifosi sono al centro, averli al nostro fianco in una stagione così complicata significa che sono resilienti. Anche se ricordo che abbiamo vinto la Supercoppa, non la definirei proprio una stagione totalmente negativa. Intanto essere attivi è una cosa e avere successo un’altra. Alcune delle operazioni di mercato sono state dei successi, parlo di giocatori che sono diventati del Milan a lungo termine, portandoci prestazioni valide. Altre operazioni sono state meno di successo, faccio l’esempio di Morata che per tante ragioni non è stata una grande operazione. A volte si crea una chimica, c’è un’alea non scontata. Abbiamo intenzione di continuare questa nuova politica, di essere attivi soprattutto su giocatori giovani. Continueremo questo processo, con chi si occupa di queste cose, da Furlani e Ibra, perché l’anno prossimo vorremmo una grande stagione».
Sul rapporto Furlani-Ibrahimovic e la ricerca di un nuovo direttore sportivo: «Ibra rimarrà sicuramente, è un valore aggiunto per il Milan e per RedBird. Lui è un consulente di RedBird prestato al Milan, è stato un grandissimo campione ed è ancora un grande campione nella sua attività. Io vedo un clima assolutamente positivo, leggo anche io ogni tanto di visioni diverse, ma in realtà mi sembra che i rapporti siano ottimi. Direttore sportivo? Noi continuiamo a guardarci intorno perché vogliamo rafforzare la squadra e chi sta intorno alla rosa. Nulla è stato deciso, stiamo facendo dei sondaggi per capire quali possono essere le persone più preparate. La decisione sarà presa nelle prossime settimane. Il futuro di Leao, Reijnders e Pulisic? Nomi ce ne sono tanti altri. Sicuramente Reijnders e Pulisic, di cui mi hanno chiesto, hanno avuto nel corso della stagione dei rendimenti molto buoni, poi Leao emoziona i nostri tifosi e ogni tanto abbiamo bisogno di emozioni forti… Da questo punto di vista, Leao ce ne dà. L’importante è la squadra, non voglio neanche dimenticare gli altri».
Tornando sul nuovo stadio, c’è da valutare le recenti inchieste della magistratura sulle due curve: «È un problema che abbiamo, Milan e Inter, ma forse ce l’hanno anche altri club. La magistratura si è focalizzata su queste vicende, io devo solo ringraziarla perché noi vogliamo che gli stadi diventino luoghi per famiglie e l’ultima cosa che vogliamo è avere connivenze criminali. Approfittiamo anche delle imposizioni che arrivano dalla magistratura per fare pulizia. Faremo tante cose, anche il riconoscimento facciale, per assicurarci che allo stadio non entrino violenti o criminali. Quando poi avremo il nuovo stadio faremo il passo decisivo. In Inghilterra gli hooligan sono spariti quando sono stati costruiti i nuovi stadi. Sarà un passaggio epocale».
Infine una batuta sulla pirateria: «Noi abbiamo una legge che non viene applicata in modo sufficiente. O meglio, viene applicata su chi fornisce i servizi, ma non si punisce praticamente mai chi ne usufruisce. Noi abbiamo bisogno che le autorità puniscano chi compra il pezzotto. Se questo non entra nella testa noi saremo sempre indietro. La legge c’è, facciamola applicare».