Torriani a Milan Tv: «In me c’è tanto di rossonero, grandissimo rapporto con Maignan. Sulle prime convocazioni con Pioli e le amichevoli in America vi svelo questo» | OneFootball

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·2 maggio 2025

Torriani a Milan Tv: «In me c’è tanto di rossonero, grandissimo rapporto con Maignan. Sulle prime convocazioni con Pioli e le amichevoli in America vi svelo questo»

Immagine dell'articolo:Torriani a Milan Tv: «In me c’è tanto di rossonero, grandissimo rapporto con Maignan. Sulle prime convocazioni con Pioli e le amichevoli in America vi svelo questo»

Torriani, terzo portiere del Milan, si è raccontato in una lunghissima intervista ai canali ufficiali del club rossonero: le dichiarazioni

Intervistato da Milan Tv durante la nuova puntata di Homegrown, Lorenzo Torriani, portiere del Milan, ha dichiarato:

MILAN – «Ho iniziato molto presto all’età di quasi 5 anni, nella mia squadra di paese, l’FC Cologno. Poi mi ha chiamato subito il Milan: mi ricordo che era un torneo organizzato dal Cologno e c’era questo osservatore del Milan che andò da mio padre e gli disse che erano molto interessati a me. Mio padre era tutto esaltato, non ci credeva: poi io ero molto piccolo e sappiamo che cos’è il calcio a quell’età».


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QUANTO C’E’ DI ROSSONERO NELLA SUA PERSONA – «Tanto. Come ho detto prima, sono cresciuto letteralmente nel Milan e ho fatto solo Milan».

MAIGNAN – «Stare con Mike Maignan è come avere un mister che si allena insieme a te. Ti spiega determinate cose, a livello sia extra-campo che a livello di campo, che sono molto importanti per uno che è abituato a stare a questi livelli. Ancora oggi mi sta insegnando molto e mi ha dato molti consigli».

UNIONE NEL GRUPPO DEI PORTIERI – «Esatto, il portiere è quasi un ruolo a parte ed è molto solo rispetto alla squadra. Tra noi colleghi è molto importante questo tipo di unione. Ho sempre avuto un gran rapporto sia con Noah Raveyre e Lapo Nava, che è stato uno dei primi in tournée dopo i rigori contro il Barcellona a venirmi incontro e farmi i complimenti: penso sia bella questa cosa, che non ci sia una competizione ma c’è amicizia, quasi fratellanza».

ASPETTO TECNICO E MENTALE IN UN PORTIERE – «Secondo me 70% a livello mentale e un 30% a livello tecnico. Se il portiere non ha mentalità dentro i novanta minuti, perché può succedere qualsiasi cosa da un momento all’altro, penso che non possa arrivare a certi livelli».

GIOCARE POCO – «È molto dura e difficile. Venivo da quasi un anno e mezzo che non giocavo per infortuni e scelte che ho dovuto rispettare. Penso che lo stato mentale sia stato fondamentale per me: ho lavorato e continuato a lavorare, sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento. Alla fine ho avuto ragione io».

MILAN U17 – «Eravamo un grande gruppo, con gente che conoscevo da tantissimi anni e questo è stato un lato positivo all’interno del gruppo: infatti siamo arrivati in semifinale di campionato, poi purtroppo è andata come è andata».

PRIME PANCHINE CON PIOLI – «È iniziato tutto da vari allenamenti in prima squadra, in cui andavo a coprire il buco. Prima di un Milan-Genoa mi chiama mister Ragno con un sorriso a trentadue denti e mi dice che dovevo andare a fare la sessione video. Dentro la mia testa mi dicevo, cavolo sta succedendo davvero, la prima convocazione a San Siro. Poi per uno come me: milanese, Milan da tutta la vita. Insomma, una grande emozione. Ho fatto area video con tutta la squadra e poi effettivamente è arrivata la chiamata a San Siro».

SE QUALCUNO GLI HA DETTO QUALCOSA IN QUEI GIORNI – «Penso che sia stato proprio Lapo Nava che lo sapeva già da prima ma non mi ha voluto dire niente. Mi ha visto in area video e mi ha detto: ‘Ma come, tu cosa ci fai qua?’».

MOMENTO DELLA SVOLTA – «Il momento della svolta è stato il ritiro qua a Milanello, nei primi allenamenti ho cercato di mettermi in mostra con il mister Fonseca che poi mi ha dato una gran fiducia, cosa che non è semplice».

AMICHEVOLE COL MANCHESTER CITY DI HAALAND – «Mi ritrovo un colosso di quasi due metri, vederlo dal vivo è fantastico: l’ho sempre visto alla playstation. Dal vivo è molto più grande di come dicono. È veramente bello, una situazione unica. Poi giocare in uno stadio grande, con quasi 60mila spettatori: per uno come me, abituato al settore giovanile».

RIGORI PARATI AL BARCELLONA – «Sotto sotto c’era altro (ride, ndr). Son sempre stato uno abbastanza tranquillo, penso che si veda anche in campo. Anche perché dovevo meritarmi tutto: se avessi giocato con la pressione, magari non avrei fatto così. Uno dei miei punti forti è proprio questo: la serenità e godermi il momento».

REAL MADRID – «Loro avevano Endrick, c’era Arda Guler e Modric. Per me vedere questi campioni davanti a me era come un sogno. Forse il momento più bello è stato quello ma anche a fine partita quando sono riuscito a incontrare Courtois che è uno dei miei più grandi idoli e uno dei migliori portieri in circolazione. Sono riuscito a scambiare la maglia e fare due chiacchiere: è stato molto bello».

ESORDIO IN CHAMPIONS LEAGUE CON IL LIVERPOOL – «Molte emozioni, anche perché si vedeva dal primo tempo che Mike non stava bene e io continuavo a riscaldarmi. Mi dicevo che tanto non sarei entrato, poi mi sono girato in panchina e c’ero solo io perché Marco era infortunato e allora mi son detto: “Cavolo, devo entrare io?!”. In Champions contro il Liverpool: poi è successo. Mi ricordo l’ovazione di San Siro al mio esordio, è stato veramente da pelle d’oca: poi San Siro quando urla, lo senti, lo senti».

ESPERIENZA IN SERIE C – «Molti la sottovalutano un po’ ma soprattutto per noi giovani è molto costruttiva: giochi contro gente che ha molta esperienza in vari campionati e per un giovane non è facile. È un calcio diverso, più cattivo e meno tecnico. Milan Futuro? Penso che sia fondamentale: non è la Primavera ma non è neanche la Prima Squadra. Ti da tanta esperienza e come ho detto prima è un altro calcio».

MESSAGGIO AI TIFOSI – «Crederci fino alla fine, lavorare sodo: ci saranno anche cadute ma l’importante è rialzarsi ma soprattutto crederci, crederci. Se lavori sodo, prima o poi ti ritorna».

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