PianetaBari
·14 gennaio 2025
PianetaBari
·14 gennaio 2025
Nell’analizzare il deludente pareggio a reti bianche ottenute contro la Reggiana, uno degli aspetti che può lasciare i biancorossi meno soddisfatti è senza dubbio l’incapacità della squadra di portare a casa la partita nonostante l’uomo in più. Non una prima volta per il Bari, ricordando quanto avvenuto in stagione contro Sassuolo e Sampdoria. Agata Christie diceva: un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova diceva. Ebbene, i tre indizi ci sono e la prova anche.
Anche in altre due occasioni, entrambe agli albori del campionato contro Sampdoria e Sassuolo, i biancorossi hanno beneficiato del vantaggio numerico per almeno un tempo. In entrambe le circostanze sono arrivati due pareggi, uno ancora una volta a reti bianche coi blucerchiati, l’altro con un gol sullo scadere di Lasagna per evitare la sconfitta coi neroverdi.
Due gare, diverse, con il Bari che in tali match creò diverse occasioni da rete, peccando di cinismo sotto porta. A Genova fu un tiro al bersaglio, con Lasagna che sbagliò anche un rigore. Meglio aveva fatto qualche giorno prima, riuscendo a segnare allo scadere dopo un assedio all’area di rigore neroverde. Fu la prima svolta stagionale, con il Bari che perdendo avrebbe incassato 3 sconfitte consecutive. Inaccettabile.
Domenica con la Reggiana Maita e soci sono tornati a casa ancora una volta con un carico di rimpianti, denunciando tutti i propri limiti e la fragilità mentale ormai conclamata. Chi ha guardato la gara nella ripresa, senza sapere dell’espulsione del primo tempo, avrebbe potuto pensare che la squadra in inferiorità numerica fosse il Bari e non i padroni di casa. Questa volta, insomma, nessun assedio. Se c’è una squadra che ha dominato è quella granata, come ammesso poi da Viali.
In merito alle difficoltà dei biancorossi si è espresso anche Longo nella consueta conferenza stampa post-partita (clicca qui per leggere le dichiarazioni complete): «Nella ripresa siamo rientrati con meno intensità e dinamismo, eravamo più preoccupati del come trovare la contromisura al nuovo schieramento dell’avversario che di continuare a mantenere quel ritmo. Abbiamo dato loro l’opportunità di metterci pressione».
In questa circostanza, ciò che ha stupito in negativo del Bari è stata l’incapacità di adattarsi al nuovo contesto di gioco. Era lecito aspettarsi un rientro in campo dagli spogliatoi più deciso, magari con l’inserimento di un attaccante in più fin da subito per relegare gli avversari nella propria metà campo. Inoltre, anche l’atteggiamento generale della squadra non è apparso convincente, rendendo praticamente inutile almeno per una parte consistente di secondo tempo l’inferiorità numerica.
Soltanto nella fase finale di gara, con la Reggiana a corto di fiato e l’ingresso redivivo di Manzari in grado di portare un pò di energia dalla panchina si è vista una squadra diversa, ma non sufficiente per scardinare la difesa emiliana. L’unico tiro in porta, arrivato all’ultima azione della partita tra i piedi di Bellomo, è stato l’emblema delle difficoltà offensive dei galletti. Clicca qui per leggere l’analisi completa della gara.
Se il Bari vorrà fare lo step in più ed evitare di galleggiare in questo campionato, dovrà lavorare parecchio sulla propria personalità. E anche in questo contesto il calciomercato potrebbe (e dovrebbe) dare una mano.
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