Umberto Gandini: «Berlusconi, Galliani e il mio Milan, ci si dava del “Lei”. Anche noi volevamo una Superlega, ma non quella di Andrea Agnelli, lui ha sbagliato» | OneFootball

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·25 febbraio 2025

Umberto Gandini: «Berlusconi, Galliani e il mio Milan, ci si dava del “Lei”. Anche noi volevamo una Superlega, ma non quella di Andrea Agnelli, lui ha sbagliato»

Immagine dell'articolo:Umberto Gandini: «Berlusconi, Galliani e il mio Milan, ci si dava del “Lei”. Anche noi volevamo una Superlega, ma non quella di Andrea Agnelli, lui ha sbagliato»

L’ex dirigente del Milan Umberto Gandini in un’intervista ha raccontato dei suoi anni passati in rossonero con Berlusconi e della questione Super Lega. Le parole

Umberto Gandini è stato un dirigente importante del Milan di Silvio Berlusconi, veniva definito «il ministro degli Esteri» del club. Su La Gazzetta dello Sport interviene oggi per raccontare i suoi anni e la visione del calcio che la accompagnava.

LA TENTAZIONE DI LASCIARE IL MILAN«Due volte. La prima pensavo di meritare di più e Lucia Morselli, l’ad di Stream tv, mi propose un incarico importante. Galliani si oppose. “Resti con noi”. Poi telefonò alla Morselli: “Lucia, c’è qui uno che le deve dire una cosa”».


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IL “LEI” A GALLIANI«Così da 28 anni. Lei, Umberto… Lei, signor Galliani… Un “lei” affettuoso. Non mi ha mai chiesto di passare al tu. Anche con il dottor Berlusconi: amici da una vita, lui lo chiamava dottore o presidente, ricambiato con Adriano. Ma nessuno conosceva Berlusconi come Galliani. Una mattina mi chiamò alle 8 dicendomi che Berlusconi gli aveva appena dato l’ok per Nesta. “So quando mi dice no e vuole dire sì, e quando dice sì ma in cuor suo è no”…».

LA PRIMA SUPERLEGA«La Champions esiste perché i club forzavano la mano, ottenendo in cambio qualcosa. Berlusconi non voleva che una grande potesse essere eliminata al primo turno. Nel 2000 nacque l’Eurolega di basket e la seguimmo con interesse, preparando il progetto Gandalf, alternativo alla Champions. Dietro c’eravamo noi, il Real Madrid e altri».

LA RIVELAZIONE DEI GIORNALI LO FECE NAUFRAGARE«Però così negoziammo da una posizione di forza. E in realtà non c’era la voglia di uscire dal sistema. Anche nel 2016: incontro segreto all’aeroporto di Zurigo, poi trattativa con l’Uefa e fu Champions 4×4. Tutto diverso dalla Superlega di oggi, un progetto più finanziario, con banche che vogliono un ritorno. Non ne sapevo niente. Pensavo che avessero tutto pronto, arbitri, calendario, strutture…».

ANDREA AGNELLI E FLORENTINO PEREZ«Con Andrea per un po’ non ci siamo parlati. Ma resta un amico. Ci siamo riavvicinati dopo la sua intervista al “Foglio”. Gli ho scritto che sono d’accordo su tutto quello che dice, ma che non è la Superlega la risposta».

PLATINI ALL’UEFA«Totalmente affascinato da Andrea perché era un Agnelli. Con Michel è stato bello lavorare, anche se ci sono stati scontri sul fair play. Guascone, simpatico, juventino fino al midollo. Quando parlavamo di Juve-Milan erano sempre imprese fantastiche, come se non avesse mai perso o giocato male».

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