PianetaChampions
·21 de janeiro de 2025
PianetaChampions
·21 de janeiro de 2025
Il tecnico del Milan Sergio Conceiçao ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match che vedrà i suoi affrontare il Girona a San Siro per quello che sarà il suo esordio in UEFA Champions League in rossonero.
Queste le sue dichiarazioni, riportate da milannews.it.
Lei che conosce bene la Champions è un caso che il Milan sia messo meglio in Europa che in Serie A?
“Penso che tutte le partite sono diverse. È vero che stare nella migliore competizione di club al mondo è sempre una motivazione grandissima. Le grandi squadre come il Milan devono lavorare tutti gli anni per essere presenti. In campionato stiamo lavorando per avere la continuità giusta per arrivare ad esserci ancora una volta a fine anno. Con il Porto è stato un orgoglio grandissimo per 7 anni, ora cerchiamo di portare il Milan in una posizione avanzata in questa competizione, come vorrebbe la nostra storia. Domani è molto importante per andare avanti”.
Più volte ha sottolineato la storia del Milan. Pensa che nella testa dei suoi ragazzi possa avere un peso? Ha avvertito qualcosa di strano nell’ambiente preparando la partita?
“No, uguale. Questa settimana, al di la del poco tempo che c’è stato per prepararci, i ragazzi erano concentrati e focalizzati. Gli ho detto dopo la Juve che questo è un lavoro a livello mentale e devo essere io come allenatore a fargli trovare l’atteggiamento giusto. Mi stanno dimostrando questo, sono motivati tutti i giorni per lavorare e avere questa evoluzione che vogliamo. Le maglie non giocano, le maglie sono indossate da giocatori che devono mettere fuori quello che vogliamo noi a tutti i livelli e a tutte le competizioni, non solo in Champions League”.
Che spiegazione ti sei dato sul fatto che non c’è continuità nell’arco dei novanta minuti?
“È quello che stiamo cercando, non è che mi devo difendere per quello che ho detto: sono cose che mi sono venute da dentro. Anche i ragazzi sono coscienti di quello che c’è da fare. Dobbiamo guardarci negli occhi, lavorare sul campo, credere in quello che facciamo e dopo loro capiscono cosa non c’è stato per poi essere continui nella partita. Il bello del calcio è che è un ricominciare continuo. Dopo una bella partita devono ricominciare per preparare la prossima, uguale dopo una partita non tanto bella: questo ricominciare è un’opportunità per migliorarsi”.
Una squadra del genere, che riesce a giocare un tempo solo e l’altro meno, ti era mai capitata in carriera? Come sei intervenuto per risolverlo?
“Mi è capitato anche di peggio, ma succede. Giochiamo contro gli avversari eh, non è che se giochi contro squadre teoricamente inferiori ci sono momenti in cui la squadra avversaria è sopra, fa parte del calcio. Ci sono momenti in una partita, ci sono tanti dettagli importanti. La base non deve essere negoziabile. Se c’è da soffrire c’è da soffrire, se c’è da difendere di più c’è da difendere di più, poi quello che conta di più è il risultato. Contro la Juve ci è mancato qualcosa nel secondo tempo? Assolutamente sì. I giocatori sono coscienti che c’è da lavorare per migliorare, ed è importante che ci sia questa base per avere l’evoluzione che abbiamo noi”.
“I tifosi devono capire che il Milan è il Milan, devono sostenerci, senza loro il club non esiste. Io farò di tutto, i giocatori anche, domani è molto importante. Ci sono assenze e squalifiche, abbiamo bisogno di tutti.
Cosa pensi che possa portare questo mercato al tuo Milan?
“Quando ho detto quella cosa sui cambi non era una critica ma una realtà. Domani abbiamo 12-13 giocatori della prima squadra, 3 portieri, e tre ragazzini: Camarda, Zeroli e Bartesaghi. È un messaggio anche per i tifosi, l’anima del club: in questo momento siamo qua noi, devono appoggiarci, devono essere il dodicesimo uomo. Anzi, il primo. Senza di loro il club non esiste. Senza l’anima degli appassionati non esiste il club. Io farò di tutto, i giocatori faranno di tutti, ma c’è bisogno del loro supporto. Domani è importantissimo, siamo in emergenza e abbiamo bisogno di tutti: vinciamo tutti, pareggiamo tutti e perdiamo tutti. Non sono bello, non sono simpatico, va bene. Ma ora sono qua io. I giocatori sentono l’ambiente fuori. È importante mettersi tutti insieme. Dovevo dirlo, lo sento. Vedo troppe divisioni in un club storico. È il Milan che ci perde, non io o i giocatori. I tifosi del Milan cominciano ad un anno e sono tifosi per tutta la vita. Secondo me è molto importante”.
Pulisic ci sarà domani? Ha parlato tanto di fame in questi giorni: un giocatore come Walker può portare mentalità vincente al Milan?
“Christian rimane con noi, abbiamo allenamento domattina, vediamo come sarà. Non voglio rischiare di perderlo per un mese o per due mesi. Può andare in panchina ma è meglio non rischiare. Ma sta con noi in ritiro. Dopo, sulle altre cose: la partita di domani è la cosa più importante”.
Il rendimento degli attaccanti: si aspetta di più? Sono funzionali al suo gioco?
“Io come allenatore e come ex giocatore ho avuto sempre l’opinione che i difensori centrali e i portieri sono colpevoli per i gol, così come non sono d’accordo quando non si vince perché l’attaccante non segna: è un processo collettivo. Bisogna trovare un equilibrio, se loro fanno tutto quello che gli chiedo a me va bene perché poi segnano gli altri: l’importante è il risultato finale. Voi vedete i numeri giustamente, io da allenatore vedo anche altre cose”.
Come sta Pavlovic? Come lo considera come giocatore?
“È a disposizione del gruppo. Non è colpa sua se non ha ancora giocato, si è allenato bene, anche con una voglia incredibile: a volte esce dalla posizione e non mi piace tanto. Le scelte sono le mie, domani abbiamo due difensori centrali ma posso anche mettere un centrocampista per giocare lì”.
Se non è un problema di stanchezza cosa manca?
“È un problema di allenatore. È l’allenatore che deve spiegare cosa vuole, sono io che devo fare qualcosa in più e sono qua per quello”.