Juventusnews24
·20 de dezembro de 2024
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Un ragazzo di 22 anni ma già un veterano per la Juventus Next Gen: Nicolò Cudrig è questo e tanto altro. Uno dei talenti più interessanti della seconda squadra bianconera, arrivato a Torino dopo esperienze nei settori giovanili di Jong Cercle, in Belgio, e del Monaco, in Francia. Il rinnovo fino al 2027, l’anno in prestito al Perugia e il suo ruolo in bianconero: per conoscere meglio Cudrig, Juventusnews24.com ha contattato in esclusiva il suo agente Fulvio Frangiamone, collaboratore dell’agenzia GR Sports.
Iniziamo a parlare di Cudrig fuori dal campo: che tipo di ragazzo è?
«È un ragazzo molto maturo, la sua giornata gira intorno al lavoro e quindi al calcio. Pensa solo a quello, finalizza tutte le sue energie per dare il massimo negli allenamenti e stare bene sia fisicamente che mentalmente. Come è giusto che sia per un professionista, che deve dimostrare questo comportamento tutti i giorni perché è questo che si aspettano le società come la Juve che è una signora società che dello stile, della serietà e dell’impegno ed è sempre stata una portatrice di valori nella storia. Lui si integra bene in questa mentalità».
Dopo il ritorno in prestito è arrivato il prolungamento contrattuale, simbolo che la Juve ci crede nel ragazzo…
«Il prolungamento contrattuale l’ha riempito d’orgoglio perché la Juve come blasone, strutture, organizzazione, mentalità è una delle prime società al mondo, fa parte della storia del calcio».
Sicuramente c’erano altri club sul giocatore: come avete maturato la decisione di restare alla Juve?
«Cudrig aveva possibilità di andare via ma in prestito e memori dell’anno precedente si è preferito continuare il percorso di crescita alla Juventus, che è un club con un organico valido, con strutture all’avanguardia, un allenatore forte come lo era Montero e adesso uno altrettanto valido come Brambilla che è già stato mister di Nicolò negli anni precedenti. Abbiamo deciso di restare alla Juve per continuare questo percorso di crescita sperando di maturare tecnicamente al punto tale di essere ceduto magari in futuro in una squadra di Serie B o di Seria A. È ovvio che tutti quelli che sono alla Juve sognano la Prima Squadra ed è giusto che i giocatori si sacrifichino e coltivino i loro sogni. Per avere le possibilità di salire con i grandi, certe volte oltre al merito e all’impegno ci vogliono anche le circostanze, le opportunità che possono permettere di accelerare la carriera dei giocatori».
Tornando all’esperienza in prestito al Perugia: quanto è servita al ragazzo per crescere? Come la giudica?
«L’esperienza al Perugia è stata positiva soprattutto nella prima parte della stagione. Come allenatore c’era Baldini, un mister molto esperto che faceva giocare chi effettivamente meritava per raggiungere l’obiettivo. I primi sei mesi sono stati molto positivi in quanto si è confrontato con giocatori di spessore, in una piazza importante come Perugia ed è stata una buona scuola. Poi nella seconda parte del campionato, dopo aver raggiunto la salvezza, l’obiettivo dei playoff e aver cambiato l’allenatore, i giocatori di proprietà hanno giocato maggiormente e quindi non è stata delle migliori. Poi io ho conosciuto Nicolò e abbiamo concordato che l’esperienza contrattuale di questo tipo non era la cosa migliore per la sua crescita e valorizzazione».
Pensando al presente. La Next Gen è partita un po’ a rilento ma adesso dopo il cambio del mister stanno uscendo tutte le qualità. Il fatto che la Juve punti tanto sui giovani quanto è importante per questi ragazzi?
«Il girone C con le trasferte lunghissime e più difficili della prima squadra non è sicuramente facile. Se le condizioni logistiche fossero state diverse e se la squadra non avesse avuto tutti questi infortuni, che sono anche dovuti al poco recupero dovuto alle trasferte lontane, probabilmente i giocatori sarebbe stati messi nelle migliori condizioni. Tanti giocatori di questa seconda squadra potrebbero sognare la prima squadra o comunque di andare in altre squadre di livello in Serie A o Serie B».
Cudrig è anche un giocatore duttile che negli anni ha ricoperto diversi ruoli offensivi. Attualmente, si può dire che è un esterno di centrocampo alla Juve?
«Nei primi anni giocava attaccante o seconda punta. Quello era il suo ruolo e il vizio del gol non l’ha perso. I tecnici della Juve hanno visto in lui delle grosse potenzialità in prospettiva facendo l’esterno di centrocampo a destra e sinistra. Già due anni fa l’hanno provato in quel ruolo, c’è stato l’adattamento ma il progetto della Juve mi sembra che sia quello di valorizzarlo come esterno, come quinto. Lui sta lavorando molto bene per crescere, si trova bene in questa posizione».
L’obiettivo è quello di vederlo in bianconero il più possibile…
«Lui deve lavorare e crescere. Un paio di anni fa, Allegri aveva visto in lui delle potenzialità che lui ha. Ci auguriamo che il suo impegno venga premiato, non tanto dalle persone che lavorano con lui, quanto nel rendimento personale, che possa crescere in questa nuova posizione in campo e prendersi le sue soddisfazioni. L’importante è metterci tutte le energie a disposizione della società».
Maturità, determinazione e dedizione al lavoro: sono questi quindi le qualità che vi hanno convinto di puntare su di lui come agenzia?
«Sì, io avevo visto ovviamente visto anche le sue qualità. L’avevo già visto giocare tre-quattro anni fa quando giocava anche nell’altro ruolo e le qualità le ha sempre avute. Poi, conoscendolo ho visto la determinazione che ha nel raggiungere i risultati e quindi io ci credo in lui, fa bene a dedicarsi per raggiungere gli obiettivi».
Si ringrazia Fulvio Frangiamone per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.
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