ESCLUSIVA PSB – Virzì (ag. Leonardi): “Presto il rinnovo con la Sampdoria. Esordio e gol indimenticabili. Vi racconto la sua storia e il rapporto con Sottil” | OneFootball

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·02 de dezembro de 2024

ESCLUSIVA PSB – Virzì (ag. Leonardi): “Presto il rinnovo con la Sampdoria. Esordio e gol indimenticabili. Vi racconto la sua storia e il rapporto con Sottil”

Imagem do artigo:ESCLUSIVA PSB – Virzì (ag. Leonardi): “Presto il rinnovo con la Sampdoria. Esordio e gol indimenticabili. Vi racconto la sua storia e il rapporto con Sottil”

Ci sono cammini che non si sviluppano su autostrade perfettamente asfaltate, carenti di qualsivoglia ostacolo, a scorrimento veloce e lineare verso destinazioni raggiunte senza fatica, dove la comodità è un tratto dominante e i cambi di direzione non sono contemplati. Altri percorsi, come contraltare a quanto appena descritto, di difficoltà ne hanno innumerevoli, così come plurimi sono gli stenti e i saliscendi propri di esistenze da portare avanti schivando dissesti e cedimenti, immaginando un futuro che spesso sa di speranza più che di fiaba, perché la volontà è cercare nei sogni la serenità che i primi capitoli della vita probabilmente non hanno rivelato. In questa seconda ipotesi è inevitabile emozionarsi con un’intensità maggiori, perché la via impervia porta con sé sudore, lacrime e fatica, ed è per questo tanto commovente quanto meritocratico il panorama che di dispiega quando lo scenario diventa rigoglioso. Simone Leonardi ha solo diciannove anni ma le spalle già larghe. Di acqua, sotto al suo ponte, ne è passata, ed è per questo che vederlo oggi giocare, brillare e segnare con la Sampdoria genera una soddisfazione sconfinata. Autore contro il Catanzaro del suo primo gol in Serie B, il talentuoso attaccante – da tre anni protagonista con la Primavera blucerchiata – è oramai pronto a spiccare il volo nel calcio che conta. Gianluca Virzì, suo scopritore e agente, ci ha fornito in esclusiva il più bello dei ritratti del ragazzo.

Seguiamo un piacevolissimo ordine nell’analisi degli eventi. Che momento è stato quello dell’esordio contro il Palermo?


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“È stato un momento originato dalle quarantotto ore precedenti, perché già negli allenamenti il ragazzo lanciava segnali all’allenatore. Era pronto, e lo stesso Simone mi ha fatto capire quanto fossero concrete le possibilità del suo esordio. La direzione sportiva mi ha voluto incontrare il giorno prima della partita, perché abbiamo già avviato le trattative per il rinnovo, che sono felice di negoziare in quanto dà continuità a un percorso importante, partito oramai cinque anni fa. Siamo in ottimi rapporti, l’accordo è molto probabile. L’ingresso di Simone contro il Palermo è stato uno dei momenti emotivamente più intensi della mia vita, perché desideravo tanto che il ragazzo raccogliesse una simile soddisfazione. Parliamo di un giovane di San Cristoforo, quartiere molto popolare di Catania, ergo un catanese che esordisce al Barbera contro il Palermo, tra l’altro sotto la curva nord rosanero, rappresenta un’istantanea incredibile. Volevo fortemente che Simone mostrasse il proprio talento, e ritengo che l’abbia fatto. Ha avuto una grandissima occasione costruita praticamente da solo grazie a quello smarcamento di tacco, poi la palla gli è rimasta un po’ sotto nella sterzata. Simone è il calciatore delle sterzate, fa almeno una giocata a partita di questo tipo, ed è per questo che l’ho definito “Il Talento”. Lui è così, talento puro”.

Arriviamo a sabato. La prima a Marassi bagnata nel migliore dei modi: ingresso al 75’, gol del 3-3 al 91’, la prima gioia in Serie B.

“Esordire a Marassi sotto la Sud e segnare al 90’ credo che sia il massimo per un ragazzo che viene dal settore giovanile. Simone è esploso di gioia, e dopo aver esultato proprio sotto la Sud è venuto verso lo spicchio di stadio dov’eravamo io e la sua fidanzata Susanna, non a caso ha alzato al cielo la S di Susanna e fatto il gesto della tromba, la “nostra” esultanza sin da quando era bambino. È stato tutto davvero emozionante. Ascoltare il suo cognome acclamato da tutto lo stadio ha generato una vibrazione difficile da raccontare, perché è in questi momenti che passano in sovrimpressione dieci anni condivisi, delusioni derivanti da chi non credeva in lui, le mancate parole di elogio per un ragazzino che aveva un sogno che coltivava giocando per strada. Arrivare a picchi come quello di sabato ha dunque una magnitudo spropositata, ma sono convinto che è stata un’emozione alla quale abituerà tutti”.

Non è finita qui, perché la giocata che ha solleticato il 4-3 per la Samp nasce proprio da lui.

“Tutino non sbaglia mai quelle palle, ma può capitare, ci mancherebbe. Se fosse arrivato il 4-3 con gol e assist di Simone credo che tutto sarebbe deflagrato”.

Immagino tu abbia parlato subito dopo con il ragazzo. Cosa ti ha detto?

“Temeva che gli potessero tremare le gambe appena ha visto il muro blucerchiato, ma quando i tifosi hanno cominciato a incitarlo ed è poi arrivato il gol, ha avvertito una forza quasi innaturale, che utilizzerà per fare sempre meglio. Simone è molto legato a questa gente, si è sentito amato e acclamato sin da subito, e questo per un calciatore è fondamentale. Concedimi di raccontare un aneddoto”.

Prego.

“Come ti dicevo, ero sugli spalti con la fidanzata. Quando Simone ha cominciato a riscaldarsi mi sono girato e le ho detto ‘ora entra, segna e gli cambia la vita’.

Simone è stato aggregato in più di un’occasione alla prima squadra già nella scorsa annata.

“Sono due situazioni totalmente diverse. Nella scorsa stagione è andato in panchina a Venezia e a Marassi contro il Parma, ma non c’era la sensazione che potesse entrare in campo. Si allenava spesso e volentieri con la prima squadra, ma restava parte integrante del gruppo Primavera, mentre adesso è esclusivamente in prima. Oggi è uno dei cinque-sei attaccanti a disposizione di mister Sottil, mentre con Pirlo era aggregato esclusivamente in base alle necessità di volta in volta presentatesi. Sottil ha deciso di portarlo con sé, in quanto la sua intenzione è quella di schierare chi vede meglio, dato che Simone ha dimostrato sul campo di potersela giocare alla pari con chiunque. Ora tocca a lui, deve dimostrare di poter stare in questo gruppo, non è stato messo lì tanto per, ma questo è il momento di certificare il proprio status”.

Hai menzionato Sottil: che rapporto c’è tra lui e Simone?

“Simone non è mai stato uno di grandi parole, ma è un ragazzo empatico. Viene dalla strada, percepisce subito chi ha di fronte e se può fidarsi o meno. Sottil ha apprezzato una cosa: alla Sampdoria in questo momento servono giocatori che hanno fame e che sudano la maglia, Simone ha fatto capire al tecnico di rispondere a tali indicazioni e di avere proprio questa fame, che magari qualche altro giocatore non ha perché è più grande, già affermato o comunque vive condizioni diverse. Leonardi ha subito instaurato questo tipo di legame con il tecnico, è una questione appunto di empatia, ma sottolineo come siano costanti anche i confronti con lo staff, dove tra l’altro c’è il catanese Gianluca Cristaldi, vice di Sottil”.

Ciò che emerge dal modo di giocare di Simone, oltre la tangibile qualità tecnica, è grandissimo dinamismo e una sorta di cattiveria lucida che emerge anche solo analizzandone il linguaggio del corpo e l’atteggiamento nella corsa, doti che probabilmente si sposano e non poco con le idee di Sottil e con le attuali necessità della Sampdoria.

“Lettura perfetta. La storia di Simone è stata molto difficile, che ha conquistato tutto lottando, sgomitando e sacrificandosi, perché nel calcio i regali non esistono, soprattutto per quei ragazzi che hanno avuto un percorso di vita più frastagliato, come nel caso di Leonardi. Questa è stata la sua forza, perché in lui è nato questo desiderio ardente di massimizzare il rendimento in campo per portare a casa il risultato, che è quello che oggi serve alla Sampdoria. Una simile piazza non può stare in Serie B, dunque deve correre verso obiettivi importanti, ma per puntare determinati traguardi servono giocatori che hanno determinati stimoli e la ferocia agonistica. Simone è così, e posso assicurare che si comporterebbe allo stesso modo una partita in strada oppure la finale di Champions League, perché è nato per giocare a calcio ed è cresciuto per strada, dunque ha accumulato un bagaglio di esperienze tali da forgiare questa cattiveria lucida di cui stiamo parlando. Immagino che Sottil abbia afferrato tutto ciò, ed è per questo che nel corso dei prossimi mesi potrebbe puntare tanto si di lui”.

Simone da un contesto dove il calcio ha sempre avuto un ruolo importante, dato che anche il fratello Giovanni, attualmente in Eccellenza, porta avanti questa passione. Cosa significa, dunque, questo sport per la famiglia del ragazzo?

“Sento il bisogno di citare la madre di Simone, Angela, donna che stimo tantissimo e che ha dovuto crescere cinque figli tra tante difficoltà, in quanto in alcuni momenti si è ritrovata a doverlo fare da sola. Di questi, due – Simone e Giovanni – vivono di calcio. Hanno caratteristiche simili, ma il loro percorso li ha visti attraversare tappe differenti. Tra di loro c’è sempre stata competizione, spesso si sfidano nei campetti dove sono cresciuti. Ora sono più grandi, ma ogni estate non mancano l’appuntamento con questa tradizione. Oggi Simone ha la possibilità di entrare nel calcio dei grandi, ma ci si accorge subito della luce differente che lo contraddistingue: non è solo bravo, ma è quel calciatore in grado di inventare qualcosa in ogni momento in cui viene chiamato in causa. Ha una velocità di pensiero e una tecnica che solo la strada può forgiare, non ci sono altri contesti simili per acquisire determinate qualità. In questi anni si è sicuramente formato a livello fisico, tattico e mentale, ma la purezza del suo talento non gli è stata insegnata, è merce rara nei settori giovanili odierni. Ci sono stati allenatori che l’hanno rimproverato in Primavera perché faceva giocate come tunnel, colpi di tacco e sterzate, e io mi dannavo perché non era possibile che a un ragazzo così luccicante venisse chiesto di limitarsi così. Oggi i tecnici vogliono calciatori uguali tra di loro, che facciano le stesse cose, ma questo non l’abito da fargli indossare”.

Per Simone, adesso, diventa centrale la continuità. Che idea avete tu, Sottil e la società della sua gestione?

“Lui oggi è definitivamente in prima squadra. Dovrà giocarsela con Coda, Tutino e La Gumina, dato che Pedrola e Borini occupano zolle diverse. Le indicazioni della società sono quelle di portare avanti il rinnovo, che a breve firmeremo, poi sarà il ragazzo a dover continuare a mettere in mostra le proprie qualità. Questa è l’ultima cosa che temo, perché oggi è in grado di reggere qualsiasi tipo di concorrenza senza alcun timore. Questo è stato percepito dal club e dall’allenatore, che non si porrà alcun problema nel farlo partire eventualmente titolare, perché Simone oggi fa parte di un roster di attaccanti dal quale poter attingere”.

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