Fedele al Calcio – Bedin non pone il veto alle seconde squadre in Serie B: ecco perché per il campionato potrebbero essere un’aggiunta e non una sottrazione | OneFootball

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·19 de dezembro de 2024

Fedele al Calcio – Bedin non pone il veto alle seconde squadre in Serie B: ecco perché per il campionato potrebbero essere un’aggiunta e non una sottrazione

Imagem do artigo:Fedele al Calcio – Bedin non pone il veto alle seconde squadre in Serie B: ecco perché per il campionato potrebbero essere un’aggiunta e non una sottrazione

È innegabile sottolineare come Mauro Balata abbia portato la Serie B a una nuova fioritura, rendendo il campionato avvincente per quanto concerne il lato sportivo, ma al contempo ben gestito nelle sue articolazioni commerciali e manageriali lato sensu. La presidenza Balata ha portato la cadetteria ad applicare quella glocalizzazione tanto chiacchierata sui manuali: attenzione alla diffusione del prodotto fuori dai confini, tenendone però in considerazione (e salvaguardando) le peculiarità strettamente locali. Pur dovendosi scontrare con alcuni rallentamenti derivanti dalla difficoltà, nel nostro Calcio e in questo paese, di fare ragionamenti sistemici tutelando ognuna delle parti coinvolte, il bilancio non può che essere positivo.

Terminata un’era, siamo qui ad aprire le porte al futuro: Paolo Bedin – una lunga carriera nel calcio con molteplici vesti operative indossate – ha ufficialmente preso il timone. L’esperienza trentennale dell’ex DG del Vicenza (e che per quasi nove anni ha lavorato nella Lega B quando era presidente Andrea Abodi) sarà senza alcun dubbio cruciale nel processo di ulteriore crescita della nostra seconda divisione. Sono diversi i punti del programma del diretto interessato che saranno approfonditi con il passare delle settimane, ma un tema sicuramente interessante – citato nella sua conferenza stampa di presentazioneè quello delle seconde squadre.


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Bedin ha risposto in maniera tanto attenta quanto netta, dimostrando di non voler porre alcun veto e rivelandosi propenso ad approfondire il discorso: “Penso sia un esperimento di successo e che la Serie C abbia dato un contributo importante al tema giovani, per quanto riguarda la B sarà uno dei temi che porteremo all’attenzione delle società“. Un approccio costruttivo e proattivo, che lascia intendere come, pur non essendo né la sede giusta né il momento dei proclami, potrebbero esserci evoluzioni a tal proposito.

Sono tre, oggi, le seconde squadre attive nel calcio italiano: come noto, Juventus Next Gen, Atalanta Under 23 e Milan Futuro battagliano nell’ostico campionato di Serie C. Progetti, questi, in grado di produrre calciatori, funzionare da palestra e assottigliare il chiacchieratissimo salto dal settore giovanile alla prima squadra, non perdendo il contatto con il nido ma cominciando, contestualmente, a districarsi nelle angolosità del calcio professionistico. Creare quanto oggetto di trattazione non è semplice né immediato: servono risorse economico-finanziarie, competenze, dedizione e la pazienza necessaria a trasformare il tutto da un costo a un investimento, fornendo al processo il tempo utile per rivelarsi fruttifero.

Evitando di divagare e rientrando nel nostro recinto, la Serie B, avere le seconde squadre – con la conditio sine qua non che siano ben gestite, evitando bruttissime figure come quella della Juventus con la Next Gen, appisolatasi una notte in aeroporto dopo la partita giocata a Trapani, quando un volo privato dovrebbe, per meglio dire è, nelle disponibilità del club – porterebbe ricchezza, solidità e ulteriore visibilità mediatica/commerciale al campionato. Forti della consapevolezza (in questo senso la massima serie dovrebbe, come già sottolineato con la conditio, sorreggere il ragionamento) che i club più facoltosi del Belpaese difficilmente possano incappare in difficoltà tali da abbandonare il progetto, avere in cadetteria Milan Futuro, Juventus Next Gen, Atalanta Under 23 o qualsivoglia altra costola delle big aiuterebbe probabilmente a ridurre sensibilmente le situazioni spiacevoli (in ordine temporale sparso: Reggina, Cosenza, Sampdoria, Palermo, Chievo, Parma, Genoa e – purtroppo – diverse altre) con cui un campionato così grondante di passione è costretto a convivere.

Sottolineando altresì che ammettere le seconde squadre in Serie B non comportebbe alcuna inondazione (perché difficilmente più realtà di questo tipo riuscirebbero a fare un salto così grande), sarebbe forse giunto il momento di sgonfiare determinate polemiche e valutare, con la migliore organizzazione possibile, una possibilità che aiuterebbe, probabilmente, il campionato degli italiani a dormire sonni migliori. L’approccio di Bedin è sembrato virare in questa direzione, ed è tanta la curiosità di attendere i prossimi passi. Buon lavoro, Presidente.

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