Galeone rivela: «Allegri è pigro, doveva fare da mentore a Motta! Gasperini è un permaloso, ma…» | OneFootball

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·27 de março de 2025

Galeone rivela: «Allegri è pigro, doveva fare da mentore a Motta! Gasperini è un permaloso, ma…»

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Le parole di Giovanni Galeone, ex allenatore, sulle carriere in panchina di Massimiliano Allegri e Gian Piero Gasperini. I dettagli

Giovanni Galeone, ex allenatore di Serie A, ha parlato al Corriere dello Sport di Allegri e Gasperini.

LA PIGRIZIA DI ALLEGRI – «Max è pigro e se glielo dici si offende. Livorno, suo padre, la famiglia alla quale è molto legato, Giorgio che gioca a calcio nella Juve e adesso Max è anche diventato nonno, Valentina gli ha dato due nipotini. Quando lavorò al Milan gli misero a disposizione un insegnante d’inglese per fare pratica tutti i giorni. Mai ascoltato, non ne aveva voglia».


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RIFIUTO AL PSG – «Lo sceicco del Psg telefonò pregandomi di convincerlo ad andare. Tre, quattro anni di contratto, Max avrebbe dovuto crescere Motta che allenava le giovanili e in seguito sarebbe passato in prima squadra. Vai a Parigi, gli ripetevo. Vacci, mister, vincerai tutto. In Francia giocano a scapoli e ammogliati”. Che gli vuoi dire? Pensa che ha rifiutato il Chelsea due volte nello stesso anno, la seconda perché era appena morta sua mamma. Poi l’Arsenal dopo Wenger. Vedrai che si riprende, dicevo. Non si fidava del progetto. Anche il Manchester United e prima di tornare alla Juve, il Real Madrid».

GASPERINI – «Permaloso, un tipo selvatico. Max è fantasioso, intuitivo, Gasperini scientifico, solido, in campo era un professore. Quel Pescara veniva da Catuzzi, uno che la zona la faceva nell’82. Io andavo a vedere il suo Bari perché mi interessava Caricola. Il 4-3-3 lo interpretava benissimo. La squadra aveva assimilato i concetti della zona e Piero la guidava da dietro, bravissimo. Questa te la devo raccontare».

SCONTRI CON SACCHI – «Non coltivo il senso dello spartito. Ma quello del talento. Se al piano c’è Rachmaninov il risultato è fantastico, ma se c’è uno da pianobar, ti saluto. Lui voleva adattare il calciatore al gioco. Un giorno andammo insieme a Düsseldorf per Olanda-Inghilterra, Europei. Mi parlava solo di Lineker: “Vedi con quello io… Guardalo bene”. E io: Arrigo, tu hai Van Basten, mannaggia a te, Van Basten! Il calcio fa parte del mondo dello spettacolo e lo spettacolo richiede la fantasia. Miracolo a Milano di De Sica e anni dopo ET volava con la bicicletta. La Tempesta di Shakespeare, il Caligola di Carmelo Bene, Baggio e Totti, Del Piero e Zola, Causio, Meroni».

CALCIO DI OGGI – «Il nostro mi diverte pochissimo, preferisco guardare la Premier o la Liga. Trascurando i vivai, rinunciamo alla nostra identità. Molto meglio il catenaccio, almeno eravamo noi, era l’Italia».

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