Calcio e Finanza
·12 de fevereiro de 2025
Il derby d’Italia a bilancio: il confronto tra Juventus e Inter nei conti
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Calcio e Finanza
·12 de fevereiro de 2025
Il derby d’Italia si appresta a vivere l’episodio numero 253. Domenica infatti all’Allianz Stadium andrà in scena la sfida tra Juventus e Inter, una delle grandi classiche del calcio italiano. Un big match che rappresenta anche lo scontro tra due delle realtà economiche più importanti in Serie A in termini di ricavi, costi e anche indebitamento.
Basta guardare infatti l’andamento dei fatturati dei due club negli ultimi 20 anni. Nel confronto che prende in considerazioni le stagioni dal 2004/05 al 2023/24, fino al 2011/12 i ricavi sono stati relativamente simili, con l’Inter che ha superato la Juventus in alcune stagioni, in particolare nel 2009/10 e 2010/11, oltre che nel 2006/07 quando la società torinese ha disputato la Serie B dopo Calciopoli (seppur con un divario economico ridotto, visti i ricavi per 221 milioni dell’Inter rispetto ai 187 milioni dei bianconeri). Dal 2012/13 al 2020/21 la Juventus ha avuto ricavi nettamente superiori, spinti dai risultati e anche dal nuovo stadio, con il massimo divario nel 2018/19, quando ha registrato oltre 200 milioni in più rispetto all’Inter (621 milioni per i bianconeri e 417 milioni per i nerazzurri).
Dal 2021/22 i nerazzurri hanno recuperato terreno e nel 2023/24 hanno superato la Juventus, complice la mancata partecipazione dei bianconeri alle coppe europee. Nel giro di 20 anni, i ricavi dell’Inter sono cresciuti del 142% con una crescita annua del 4,5%, mentre quelli della Juventus del 54% e una crescita annua del 2,2% stando al 2023/24 (ma del 96% con una media annua del 3,6% confrontandosi sul 2022/23).
Guardando in particolare ai conti della stagione 2023/24, nel dettaglio dei ricavi voce per voce l’Inter ha superato la Juventus nei ricavi da matchday, nei ricavi da gestione dei calciatori (con plusvalenze legate in particolare alla cessione di Onana e Brozovic) e nei ricavi da diritti tv, complice per quest’ultimo elemento la partecipazione alla Champions League fino agli ottavi di finale mentre la Juventus come detto non ha partecipato alle coppe. Nel confronto tra le altre voci la Juventus comanda ancora sul fronte dei ricavi commerciali, seppur con minor margine rispetto agli anni scorsi, visti i 160,5 milioni di ricavi per i bianconeri rispetto ai 112 milioni di nerazzurri.
I nuovi obblighi in chiave UEFA, ma anche la necessità di pesare meno sulle proprietà (come vedremo), ha spinto i club anche ad intervenire sui costi, con dati in contrazione negli ultimi anni. La Juventus ad esempio è passata da costi del personale tesserato e ammortamenti per complessivi 475 milioni nel 2020/21 a 364 milioni nel 2023/24, mentre allo stesso modo l’Inter è passata da 370 milioni nel 2020/21 a 271 milioni nel 2023/24. Così come in calo nelle ultime stagioni c’è anche il dato legato all’indebitamento lordo per entrambi i club: i bianconeri sono passati dai 937 milioni del 2019/20 a 638 milioni nel 2023/24, mentre i nerazzurri dagli 881 milioni del 2021/22 ai 734 milioni del 2023/24.
In particolare, largo utilizzo di indebitamento da factoring per la Juventus, considerando i circa 215 milioni di debiti da factoring (di cui 187 milioni in scadenza al 2027), con una posizione finanziaria netta negativa per 242 milioni, in miglioramento rispetto al -340 milioni al 30 giugno 2023. Così come in miglioramento è il dato relativo all’Inter, per cui pesa l’indebitamento finanziario legato al bond che, nonostante una liquidità pari a 115 milioni, porta a un indebitamento finanziario netto pari a circa 277 milioni.
Per quanto riguarda il patrimonio netto, per la Juventus, dopo l’aumento di capitale da 200 milioni andato in porto chiuso lo scorso aprile, il dato consolidato è pari a 40,2 milioni di euro e quello civilistico pari a 42,1 milioni. Diversa la situazione per l’Inter. Il patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2023 è negativo per 99,7 milioni, rispetto al patrimonio netto negativo per 161,9 milioni del 2023, mentre a livello civilistico il patrimonio netto risulta negativo per 67,6 milioni rispetto al -109,8 milioni al 30 giugno 2023. L’Inter negli anni scorsi ha infatti scelto di sfruttare l’ipotesi contenuta in uno dei diversi decreti legati all’emergenza Covid (valido per tutte le aziende italiane ma non per le società quotate come la Juventus) per differire il ripianamento della perdita entro il quinto esercizio successivo a quello chiuso, quindi rinviando il ripianamento all’esercizio in chiusura al 30 giugno 2027, in parte già coperta dagli apporti di capitale.
«Dal punto di vista patrimoniale, considerando l’ammontare complessivo delle perdite rinviate entro il quinto esercizio successivo pari a Euro 341 milioni, (in parte già coperte dagli apporti di capitale) il livello di patrimonializzazione, nonostante la perdita civilistica conseguita dalla Capogruppo nell’esercizio (Euro 55,8 milioni), risulta attualmente congruo con riferimento ai requisiti patrimoniali previsti dal Codice Civile ex art. 2446-2447». In particolare, nel corso del 2023/24 sono stati convertiti a patrimonio netto finanziamenti soci per un totale di 98 milioni di euro, mentre nel primo trimestre della stagione 2024/25 sono stati convertiti ulteriori 3 milioni di finanziamento soci oltre a un versamento da 44 milioni in conto Riserva per futuro aumento di capitale.
Tuttavia, negli ultimi anni i conti di entrambe le società si sono chiusi in rosso. Nelle ultime cinque stagioni, in particolare, complice anche la pandemia Covid, la Juventus ha accumulato un passivo totale di -862 milioni, mentre l’Inter si è fermata a -609 milioni. Ma con un trend che, alla luce anche dei nuovi regolamenti del FPF in chiave UEFA (che ha portato i club ad operare un taglio dei costi negli ultimi anni), per entrambe dovrebbe essere in ulteriore miglioramento nella stagione in corso, spinto anche dalla partecipazione non solo alla nuova Champions League ma anche al Mondiale per Club che andrà in scena la prossima estate.
Conti tuttavia in rosso che hanno portato le rispettive proprietà ad intervenire in termini patrimoniali. Da un lato, con tre aumenti di capitale dal 2019/20 per complessivi 900 milioni (di cui 574 milioni versati direttamente da Exor, la holding degli Agnelli-Elkann azionista di maggioranza del club bianconero). Dall’altra, considerando le difficoltà di Suning, la continuità è stata di fatto garantita da Oaktree attraverso il finanziamento da 275 milioni garantito alla famiglia Zhang nel maggio 2021: da lì infatti sono arrivati le iniezioni di cassa necessarie al club nerazzurro negli ultimi anni.