Inter ⭐️⭐️, Euro-Spagna, Superkusen: i 10 momenti indimenticabili del 2024 | OneFootball

È stato un 2024 intenso, con mille storie di calcio da raccontare e alcuni momenti destinati a entrare nella leggenda di questo sport meraviglioso.

Abbiamo deciso così di ripercorrere con voi quelli che per noi sono stati i dieci momenti di calcio indimenticabili dell'anno che sta per terminare.

Bentornato Haller!

Un trionfo un anno dopo essere tornato in campo dopo aver sconfitto un tumore: il 2024 si è aperto con il trionfo della Costa d'Avorio di Sébastien Haller in Coppa d'Africa. Il giocatore del Dortmund era stato fermato nel luglio del 2022 da un tumore ai testicoli che l'aveva costretto a due interventi chirurgici e quattro cicli di chemioterapia.

Era già stato un successo poter tornare in campo a gennaio 2023, ma poter sollevare la Coppa d'Africa con la sua nazionale nel gennaio 2024 ha avuto il sapore di una vera e propria rivincita.

Soprattutto perché Haller è stato protagonista indiscusso dell'incredibile vittoria della Costa d'Avorio che, va ricordato, aveva esonerato il Commissario Tecnico Gasset dopo una disastrosa fase a gironi: gli ivoriani avevano passato il turno solo come quarta migliore tra le terze classificate.

Una vittoria ai rigori agli ottavi, una al 122' ai quarti, poi è stato Haller a decidere sia la semifinale, segnando l'unico gol contro il Congo, sia la finale, coronando la rimonta ivoriana sulla Nigeria con una rovesciata da favola all'81'.

Never say Neverkusen

In Germania il Bayer Leverkusen era divenuto sinonimo di "grande incompiuta": una squadra che nel giro di due settimane nel 2000 passò da un potenziale Triplete a un pugno di mosche in mano. Un'eterna seconda, tanto da guadagnarsi due soprannomi poco invidiabili come "Neverkusen" o "Vizekusen", vice-kusen.

Tutto è cambiato con l'arrivo di Xabi Alonso sulla panchina della squadra tedesca: con l'avvento dello spagnolo il Leverkusen si è trasformato in una forza inarrestabile, capace di vincere innumerevoli partite in rimonta e nei minuti di recupero.

Una squadra con Granit Xhaka come metronomo impeccabile di centrocampo e con tutto il talento di Florian Wirtz davanti, protagonista di una stagione perfetta, o quasi.

Una sola sconfitta stagionale è l'unico motivo di amaro in bocca, visto che lo stop è arrivato nella finale di Europa League contro l'Atalanta, negando il Triplete alle "Aspirine".

Per l'eterna incompiuta, però, una striscia di 51 partite consecutive da imbattuta e la doppietta domestica con i trofei di Bundesliga e DFB Pokal sono sufficienti per scrollarsi di dosso quei soprannomi dolorosi e per scrivere una pagina indelebile di storia.

Dea d'Europa

E a proposito del Bayer Leverkusen e dell'unica squadra capace di fermarlo durante la stagione 2023/24, un altro dei momenti indimenticabili del 2024 è stato il primo trionfo europeo dell'Atalanta.

3-0 in finale di Europa League a Dublino, proprio contro l'inarrestabile Leverkusen di Alonso: una tripletta di Ademola Lookman per mettere definitivamente Bergamo sulla mappa delle grandi del calcio europeo.

L'inevitabile coronamento del percorso iniziato 8 anni prima da Gasperini: il tecnico prese in mano una provinciale sempre in bilico tra Serie A e Serie B.

Ora, nemmeno un decennio più tardi, l'Atalanta è diventata un sinonimo di gestione virtuosa, un esempio da seguire e, soprattutto, un nome che tutta l'Europa del calcio pronuncia con rispetto.

Carletto e la Decimoquinta

A proposito di coppe europee, non si può evitare di parlare del grande traguardo ottenuto da Carlo Ancelotti alla guida del Real Madrid: la conquista della Decimoquinta, l'anelato quindicesimo trofeo di Champions League per i Blancos.

Un trofeo concretizzatosi con la vittoria 2-0 sul Borussia Dortmund nella finale di Wembley, ma che è diventato veramente realtà con la rimonta in extremis contro il Bayern Monaco nel ritorno della semifinale, con la doppietta di Joselu nei minuti finali di una gara apparentemente già indirizzata.

Un percorso tutt'altro che scontato per la squadra di Ancelotti, che ai quarti aveva dovuto affrontare il City di Guardiola: due gare senza che un vincitore venisse espresso nei 90 minuti e decise solo ai rigori.

Una Champions da record sia per il Real sia per Dani Carvajal e Luka Modrić, gli unici giocatori ad aver vinto il trofeo sei volte, mentre Ancelotti è l'unico allenatore ad averlo vinto 5 volte, e uno dei soli tre ad averlo vinto tre volte con la stessa squadra, insieme a Bob Paisley del Liverpool e a Zinedine Zidane.

Marco Reus, l'addio di una bandiera

La finale di Champions League a Wembley è stata però anche l'occasione per vedere una bandiera dare l'addio alla sua squadra. Stiamo parlando di Marco Reus, leggenda del Borussia Dortmund, che proprio contro il Real Madrid ha giocato l'ultima partita in maglia giallonera.

Dodici anni in cui Reus era stato sinonimo della squadra della sua città natale, vedendo altri campioni transitare da Dortmund per poi accasarsi ad altre squadre, spesso attirati dalle sirene del Bayern Monaco.

Una fedeltà inossidabile a dispetto dei pochi titoli vinti, solo due DFB Pokal e tre Supercoppe di Germania. E qualche romantico sicuramente ha sognato un addio impossibile con una Champions da sollevare di fronte al proprio pubblico.

Pazienza se non è stato così: la storia di Marco Reus a Dortmund sarà per sempre speciale a prescindere dai trofei. E l'addio che gli è stato tributato dal "Muro Giallo" ne è la testimonianza.

Kloppo, you'll never walk alone

E a proposito di addii, il 2024 è stato anche l'anno in cui Jürgen Klopp ha lasciato Liverpool dopo nove anni di successi.

Il Normal One era approdato ai Reds nel 2015: la squadra non vinceva il campionato inglese dal 1990, la FA Cup dal 2006 e la Champions dal 2005. Klopp ha riportato tutti e tre i trofei a Liverpool, aggiungendo anche una Supercoppa Europea e un Mondiale per club.

Una storia che era destinata a finire: il tedesco non ha mai risparmiato le sue energie, buttandosi sempre a capofitto in ogni avventura affrontata, da Mainz a Liverpool, passando per Dortmund. Per questo non aveva fatto segreto di sentirsi stanco e di avere bisogno di mettere la parola fine a quella bellissima avventura, non prima di aver vinto un ultimo trofeo, la Carabao Cup.

Inevitabile quindi che il suo addio avrebbe lasciato i tifosi Reds in lacrime. Per Klopp si è anche trattato di un addio alla panchina: il suo successivo passo in carriera è il ruolo dirigenziale che attualmente ricopre per Red Bull.

Premier da record per il City

Mentre Liverpool salutava Klopp, Manchester festeggiava un titolo storico per il City di Pep Guardiola. Un titolo da record: mai nessuno nella storia della Premier League era riuscito a vincere quattro campionati di seguito.

Dal 2020/21 il City non si è più guardato indietro: sei i titoli vinti nelle prime otto stagioni agli ordini di Pep Guardiola. Non male, per una squadra che aveva vinto il campionato inglese solo altre quattro volte nella sua intera storia.

Una vittoria arrivata grazie alle reti di Erling Haaland e alla regia di Rodri e giunta solo all'ultima giornata, dopo una lotta serratissima con l'Arsenal.

Pallone d'Oro tra stampelle e polemiche

E a proposito della stagione del Manchester City, la cerimonia del Pallone d'Oro ha tenuto banco per le polemiche legate all'assegnazione del riconoscimento individuale a Rodri e non a Vinicius Jr.

Lo spagnolo, campione europeo con la Spagna e protagonista del titolo del City, ha trionfato nonostante l'infortunio che l'aveva fermato il 25 settembre.

Una decisione però mal digerita dal Real Madrid, che si aspettava invece l'incoronazione di Vini Jr, protagonista della Decimoquinta. I Blancos hanno così deciso di disertare la cerimonia in polemica con il verdetto della giuria.

Inter, seconda stella a destra

Vincere uno scudetto ha sempre un sapore speciale. Se poi la certezza matematica arriva nel derby e se coincide con la possibilità di cucirsi al petto l'anelata seconda stella, allora siamo di fronte a un momento indimenticabile.

Così è stato per l'Inter di Inzaghi, che ha coronato in questo modo un campionato dominato. La vittoria sul Milan a San Siro, con i gol di Acerbi e Thuram a incorniciare il titolo numero 20, sarà un ricordo indelebile, forse al pari del Triplete del 2010.

Soprattutto perché per i nerazzurri era importante poter celebrare la seconda stella prima dei cugini rossoneri, fermi a quota 19 scudetti vinti.

Yamal e Williams, Euro 2024 parla spagnolo

L'evento degli eventi nel 2024 è però stato sicuramente Euro 2024. Un torneo da dimenticare per l'Italia, eliminata dalla Svizzera agli ottavi all'Olympiastadion di Berlino.

Un torneo che però ci ha regalato tante sorprese interessanti, dalla Georgia di Mamardashvili e Kvaratskhelia alla Turchia allenata da Montella.

La Germania, che ospitava il torneo, ha dimostrato di essere tornata grande, anche se un discusso quarto di finale contro la Spagna ha determinato l'eliminazione della Mannschaft dal torneo.

La Francia ha deluso, ma ha raggiunto la semifinale: Mbappé e compagni non hanno però potuto fare nulla contro l'arrembante Spagna di due talenti giovanissimi come Lamine Yamal e Nico Williams.

E anche l'Inghilterra, che per l'ennesima volta ha sognato che il trofeo stesse "tornando a casa" grazie a un talento come Jude Bellingham, si è dovuta arrendere alla Spagna, capace di vincere il suo quarto europeo: mai nessuna nazionale ci era riuscita.

📸 PIERO CRUCIATTI - AFP or licensors