gonfialarete.com
·10 de março de 2025
Juventus, illusione scudetto durata il tempo di un fiammifero. Ora serve…

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·10 de março de 2025
L’illusione di poter riaprire la corsa Scudetto per la Juventus si è dissolta in pochi giorni, o meglio in poco più di novanta minuti, schiacciata sotto il peso dei quattro gol incassati contro l’Atalanta.
Quella che doveva essere una partita per confermare ambizioni e carattere si è trasformata in una lezione di calcio impartita da Gian Piero Gasperini, un’umiliazione che rischia di lasciare segni profondi sul futuro della squadra e del suo allenatore, Thiago Motta.
Un’illusione durata una settimana
La speranza di rientrare nella lotta per il titolo, alimentata dai risultati altalenanti delle dirette concorrenti, si è rivelata effimera. La Juventus, dopo le recenti delusioni in Champions League e Coppa Italia, si è presentata allo Stadium con l’obiettivo di dare un segnale forte, ma ha invece subito una delle sconfitte più pesanti mai registrate nella sua nuova casa. Un 4-0 netto, inequivocabile, che evidenzia non solo il divario tecnico con l’Atalanta, ma anche la crisi strutturale di una squadra che non riesce a reagire nei momenti cruciali.
La lezione del maestro Gasperini all’allievo Motta
Se da un lato Gian Piero Gasperini ha orchestrato una prestazione impeccabile, sul piano tecnico, tattico e fisico, dall’altro Thiago Motta ha mostrato limiti evidenti. L’Atalanta ha dominato in lungo e in largo, colpendo ripetutamente una Juventus in affanno, incapace di opporsi al pressing aggressivo e alle trame offensive dei bergamaschi.
La fragilità mentale dei bianconeri è emersa subito dopo il gol del vantaggio atalantino: la squadra si è progressivamente sfaldata, senza mai dare l’impressione di poter invertire l’inerzia del match. Il primo tempo è stato segnato dalla passività, mentre la ripresa ha toccato vette di sconcertante inconsistenza, con la Juventus incapace di mettere insieme una reazione degna di nota.
Scelte discutibili e gestione confusa
Le decisioni di Motta durante il match hanno sollevato più di un interrogativo. L’uscita di Yildiz per far spazio a Koopmeiners (apparso fuori dal gioco) è parsa incomprensibile, così come l’ingresso di due difensori — Costa e Kalulu — sul punteggio di 2-0, quando la squadra aveva bisogno di soluzioni offensive. Ancora più discutibile il cambio tardivo di Vlahovic al posto di un impalpabile Kolo Muani, arrivato quando il risultato era ormai compromesso.
Ironia della sorte, proprio un errore del serbo ha spianato la strada al quarto gol dell’Atalanta, sancendo una sconfitta che ha assunto i contorni della disfatta.
La Juventus non è da Scudetto, ora deve difendere la Champions
Se qualcuno nutriva ancora speranze di una clamorosa rimonta in campionato, il 4-0 contro l’Atalanta ha riportato tutti alla realtà. La Juventus, più che sognare il tricolore, ora deve guardarsi alle spalle: il posto in Champions League, fondamentale per il futuro del club, non è più così sicuro. Con un calendario insidioso e una squadra che fatica a ritrovare compattezza e fiducia, il rischio di scivolare ulteriormente in classifica è concreto.
Il destino di Thiago Motta e le responsabilità condivise
La posizione di Thiago Motta appare ora più che mai in bilico. La pesante sconfitta contro l’Atalanta potrebbe rappresentare un punto di non ritorno, ma è corretto sottolineare che il tecnico non può essere l’unico responsabile di un progetto che sta scricchiolando pericolosamente.
Le colpe, infatti, vanno divise con chi ha costruito questa squadra. Cristiano Giuntoli, direttore sportivo bianconero, ha avuto un ruolo cruciale nella pianificazione e nella scelta degli uomini a disposizione di Motta. Se il progetto Juventus mostra evidenti crepe, è giusto interrogarsi anche sul suo operato, valutando con attenzione se le mosse di mercato e le strategie messe in campo siano state realmente all’altezza delle ambizioni del club.
Riflessioni urgenti per un futuro incerto
La Juventus si trova a un bivio. Da una parte c’è la necessità di salvare la stagione garantendosi un posto tra le prime quattro; dall’altra, l’urgenza di rivedere in modo profondo e radicale un progetto tecnico che, al momento, sembra più fragile che mai.
La disfatta contro l’Atalanta non è stata solo una brutta sconfitta: ha messo a nudo le debolezze di una squadra che fatica a reggere la pressione e a reagire di fronte alle avversità. Ora spetta alla società decidere: proseguire con Thiago Motta, sperando in una scossa, oppure voltare pagina, cercando una soluzione drastica.
Il tempo stringe, e la Juventus non può permettersi di restare immobile.
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