PianetaSerieB
·23 de março de 2025
Salernitana, Christensen: “A Cesena e Bari potevamo vincere, ora vogliamo i tre punti col Palermo! Obiettivo Mondiale con la Danimarca”

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·23 de março de 2025
Oliver Christensen, estremo difensore della Salernitana, ha rilasciato un’intervista ai microfoni dei colleghi di SalernitanaNews.it, facendo il punto sulla fin qui complicata stagione della Bersagliera.
“Ochoa gran portiere. Da danese non posso che ammirare Schmeichel. Ho studiato tanto Casillas e Neuer, mi piaceva molto anche Cech. Da bambino, guardavo le loro parate su YouTube”.
Spesso sui social ringrazia i “fan” per il supporto. È il pubblico la cosa che l’ha più colpita di Salerno?
“Dire grazie ai tifosi è sempre importante, perché loro pagano il biglietto per vederci giocare. Quelli della Salernitana poi creano una grande atmosfera, sia in casa che fuori. Che si vinca o si perda, è giusto ringraziare i tifosi, lo facevo anche in Germania. Sentire la loro carica e la loro passione è importante, ti fa sentire motivato. Quando c’era il Covid e gli stadi erano vuoti, sembrava di fare un altro sport: il calcio senza i tifosi non esiste. Salerno mi piace, amo fare passeggiate sul mare, ne farò tante ora con l’arrivo della primavera. Ho visitato anche il castello Arechi di recente. Ad Amalfi ho mangiato una pizza margherita ed era incredibilmente saporita. I pomodori di queste parti sono buonissimi”.
Dopo sei mesi senza giocare, perché la Salernitana? Cosa l’ha convinta a scendere di categoria e soprattutto nella lotta salvezza?
“I compagni che avevo alla Fiorentina mi hanno parlato bene di Salerno e della Salernitana. Ho vissuto mesi difficili, a Firenze ero fuori e avevo tanta voglia di giocare e di ritrovare continuità. Avevo anche offerte dall’estero, ho preferito però restare in Italia. La trattativa è stata molto veloce, non ho esitato ad accettare e sono felice di essere venuto qui”.
Due partite senza subìre gol contro Modena. Bari, un aspetto molto importante. Quanto la aiuta giocare sempre con la stessa linea difensiva a proteggerla?
“È un aspetto rilevante. Da otto partite gioco insieme ai tre davanti a me. Ormai abbiamo degli automatismi, ci conosciamo e comunichiamo bene. Che sia un cross dalla fascia o una palla in profondità, loro sanno già cosa farò io e io so che movimenti faranno loro. Mi sono dovuto abituare alla difesa a tre, perché a Firenze, con Italiano, avevo quattro difensori davanti. Da due partite non subisco gol, ma la stabilità difensiva deve essere continua, perché è importante per la nostra missione. Il mio lavoro è non prendere gol e sono concentrato su questo”.
Collocolo, Vazquez, Johnsen, Vazquez, Nasti. Su chi la parata più difficile contro la Cremonese?
“La più bella è stata quella su Johnsen. Ha colpito di testa su un cross, la distanza era ravvicinata e ho avuto grande reattività, riuscendo d’istinto a deviare il pallone. Sono stato anche fortunato. La parata sul sinistro di Vazquez è stata invece più difficile, perché ho dovuto metterci più tecnica. Non avevo visto partire la palla, che è passata sopra la testa di un mio compagno”.
Che rapporto ha col suo collega di reparto Sepe?
“È una grande persona, mi ha aiutato all’inizio e lo fa ancora. Non è stato facile mentalmente per lui perché, prima del mio arrivo, era il titolare e poi si è ritrovato a fare il secondo. Per me è molto importante, ma anche per la squadra, dà tanti consigli a tutti. Gli sono grato”.
Il segreto è ragionare step by step. Prima i playout e poi eventualmente la salvezza diretta?
“Dobbiamo sempre pensare partita dopo partita e provare a fare punti con tutti. Sarebbe il massimo fare 24 punti (ride, ndr). In casa stiamo facendo buone cose, abbiamo problemi fuori casa e lì dobbiamo migliorare. Ci serve una vittoria in trasferta. Dobbiamo trovare continuità di prestazioni. A Cesena abbiamo perso, ma abbiamo giocato bene e potevamo vincere. Ora siamo imbattuti da due gare, ma dobbiamo continuare. Abbiamo otto finali e lavoriamo tutti i giorni per migliorarci, gara dopo gara, perché il cammino è lungo. Il mister è stato bravo a darci serenità anche nei momenti difficili. I calciatori più esperti stanno provando a prendersi le responsabilità, si fanno sentire in campo e nello spogliatoio. Stanno aiutando molto noi più giovani”.
A Bari si poteva vincere?
“Assolutamente sì, come a Cesena. Però è stato importante non perdere. Dobbiamo trovare una soluzione per tornare a vincere in trasferta. È difficile identificare il problema, i tifosi li abbiamo sia in casa che fuori; a Bari ce n’erano più di 4mila. Vogliamo vincere qualche partita fuori casa per svoltare”.
Palermo prossimo avversario: chi teme di più, Pohjanpalo o Brunori?
“Per me conta solo che, quando loro tirano, io pari. Dobbiamo pensare unicamente a vincere, abbiamo quattro partite in casa che sono fondamentali. La prima da vincere è quella di domenica prossima. Sarà ovviamente una partita difficile e bella da giocare, contro un avversario forte. Ma io sono concentrato e fiducioso”.
Dalla salvezza della Salernitana passa anche il ritorno in Nazionale?
“Tornare in Nazionale è assolutamente un mio obiettivo. Tre anni fa sono stato al Mondiale in Qatar ed è stata un’esperienza particolare e diversa. Voglio giocare la Coppa del Mondo del 2026 con la Danimarca. Non sarà certamente facile, perché la Nazionale ha dei portieri molto forti, oltre a Schmeichel ci sono Ronnow e altri”.
Un pegno in caso di salvezza?
“Con l’Hertha Berlino festeggiai facendo un balletto sotto la curva. Spero di farlo anche con i tifosi della Salernitana. Prima però bisogna salvarsi, lo faremo solo se staremo tutti uniti”.