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Calcio e Finanza

·11 de abril de 2025

Truffa a Moratti, inchiesta a ostacoli sul cittadino cinese indagato

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Nella truffa del “finto Crosetto”, che ha visto la sottrazione di 977mila euro all’ex patron dell’Inter Massimo Moratti, le indagini rischiano di trovare una serie di ostacoli per far luce ai responsabili dietro al sistema fraudolento.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, la Procura di Milano, che è già riuscita in tempi record a rintracciare i soldi donati da Moratti su un conto olandese intestato alla Ons Vastgoedonderhoud B.V., ha dato il via libera, su indicazione del pm Giovanni Tarzia, a un’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo che sono intervenuti a casa dell’uomo che ne risulta legale rappresentante, indagandolo per ipotesi di truffa, sostituzione di persona e associazione a delinquere, e sequestrandogli sia i telefoni e computer, sia 10.250 euro trovatigli in contanti.


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Si tratta di un cittadino cinese di 39 anni che non parla né capisce l’italiano, disoccupato, ex aiuto cuoco, con un passato da colf. Sul suo telefono ha una chat con un connazionale che lo avrebbe contattato per aprire a suo nome la società che, senza aver mai emesso una fattura, in un anno ha ricevuto e trasferito a conti esteri 660.000 euro.

Una svolta che però rischia di non portare a nulla di ché. Infatti, il Tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso del difensore Giuseppe Interrante, ha dissequestrato sia i 10.250 euro (non possono essere quelli della truffa perché i soldi di Moratti erano stati congelati in tempo), sia soprattutto i telefoni: proporzionalità e tutela della riservatezza, argomentano i giudici Ambrosini-Natale-Alonge, imponevano che la Procura indicasse parole chiave e criteri temporali per selezionare solo dati pertinenti all’indagine ed evitare ricerche esplorative: invece ha fatto «una copia integrale dei telefoni e computer», che secondo i giudici dimostra «l’illegittimità che comporta l’annullamento del sequestro e l’obbligo di restituzione».

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