Inter-News.it
·05 de fevereiro de 2025
Inter-News.it
·05 de fevereiro de 2025
L’arrivo di Zalewski all’Inter può sembrare una scelta di ripiego, ma in realtà il polacco ha delle caratteristiche emblematiche per la dirigenza nerazzurra.
INNESTO NON CASUALE – Nicola Zalewski è arrivato un po’ a sorpresa a gennaio all’Inter, per una serie di incastri. Primo dei quali la volontà di Tajon Buchanan di trovare più spazio, fatto che ha richiesto l’innesto di un nuovo esterno. L’arrivo del polacco però non è casuale. Il suo profilo infatti riassume alcune caratteristiche chiave che la società ricerca in un acquisto. Tre principali, con altre secondarie.
LINEA VERDE – La prima, per quanto banale, è l’età. Zalewski è un 2002, dunque un giocatore giovane. Con anni di carriera davanti. L’elemento ideale per completare un reparto che vede giocatori classe ’89 (Matteo Darmian), ’96 (Denzel Dumfries), ’97 (Federico Dimarco) e ’99 (Carlos Augusto). Anche per il potenziale tecnico e la capacità di giocare su entrambe le fasce. C’è però un’aggiunta importante da fare. Che ci porta alla seconda caratteristica.
ESPERIENZA CHE CONTA – Il secondo punto è che il polacco è sì giovane, ma ha già una certa esperienza. Non è un giocatore da svezzare, che si deve ambientare, che deve conoscere il campionato, che non si sa come possa impattare in Serie A. In maglia Roma ha 84 presenze nel massimo campionato. Giocate anche spesso dal primo minuto. Poi in generale arriva a 123 partite giocate includendo anche le coppe. Con due finali europee, una da titolare. Cui aggiungere ancora le presenze con la Polonia, dall’Under 16 fino alla nazionale maggiore con cui ha giocato un Mondiale e un Europeo. Zalewski quindi è un giovane con già un bagaglio interessante di conoscenza del calcio, sia italiano che internazionale. Fattori ricercati dalla dirigenza Inter per aiutarne l’inserimento. E arriviamo all’ultimo punto.
ITALIANO DE FACTO – Il terzo fattore è la formazione italiana di Zalewski. Che è polacco, di genitori e nazionalità, ma è nato in Italia (a Tivoli) ed ha fatto tutta la trafila delle giovanili da noi. Arrivando alla Roma nel 2011. È un prodotto del nostro calcio, della nostra nazione e quindi si può considerare uno di quei giocatori italiani cui Marotta guarda sempre per avere un zoccolo duro con certi riferimenti, che viva il calcio in un certo modo. Riassumendo, quindi, l’ex Roma è arrivato per una serie di incastri, ma il suo nome non rappresenta una scelta casuale.
Ao vivo