Zanetti racconta: «Ho sofferto quando ho giocato contro Messi, prima della semifinale col Barcellona dissi una cosa a Mourinho» | OneFootball

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Inter News 24

·18 de março de 2025

Zanetti racconta: «Ho sofferto quando ho giocato contro Messi, prima della semifinale col Barcellona dissi una cosa a Mourinho»

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Il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, ha parlato della sua esperienza da dirigente e ha raccontato alcuni aneddoti sul Triplete

Intervenuto come ospite all’evento “Match Point: dalla competizione sportiva alla collaborazione aziendale“, tenutosi a San Quirino, località in provincia di Pordenone, il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, ripercorre alcune tappe del Triplete del 2010 e svela un aneddoto sulla sfida contro il Barcellona di Lionel Messi.

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A SAN QUIRINO – «Sono veramente contento di essere qui perché i miei bisnonni erano di Sacile. Dunque tornare qui sempre fa un certo effetto».

L’IMPORTANZA DEL LAVORO – «Mio padre faceva il muratore mentre mia madre era casalinga. Da vicino ho visto tutto il loro sacrificio e da allora questo modello mi ha accompagnato durante tutta la mia carriera. C’è stato però un periodo in cui l’Inter non riusciva a vincere dopo la Coppa Uefa nel 1998. Il presidente Moratti all’epoca aveva fatto dei grandissimi investimenti per comprare grandi campioni, ma sono sempre stato convinto di questo: che il lavoro paga sempre».

LE SFIDE CONTRO MESSI – «Ho sofferto quando mi sono trovato Leo come avversario. Ricordo ancora adesso le due semifinali di Champions League contro il Barcellona. José Mourinho ha avuto la brillante idea di mettermi come terzino sinistro per marcarlo. Gli ho detto – con tono ironico – ‘Grazie, bel compito mi hai dato’, ma alla fine è andata bene».

L’INTER DEL TRIPLETE – «In quella squadra, prima di essere dei grandi campioni sono stati dei grandi uomini. Siamo riusciti a vincere tutto grazie alla collaborazione di ogni calciatore, e lo abbiamo dimostrato in tutti i campi».

LA SEMIFINALE DI RITORNO CONTRO IL BARCELLONA – «Siamo rimasti in 10 dopo l’espulsione di Thiago Motta contro la migliore squadra in quel momento. Ma lì si è visto il vero spirito di squadra e la compattezza del gruppo che voleva a tutti i costi arrivare in finale e conquistare la Champions. Mourinho è un grande condottiero. È arrivato nel momento giusto per noi perché ha saputo convincere la squadra a vincere anche in Europa. Abbiamo ancora la chat del Triplete e ci sentiamo ancora».

LA VITA DA DIRIGENTE DOPO IL RITIRO – «Il calcio è cambiato, ed è cambiata anche la gestione di una società. Se da un lato sono mutate le visioni di questo sport, l’unica cosa che non può e non deve cambiare sono i valori di un club. Questo è fondamentale. E io non volevo e non voglio essere un dirigente soltanto legato alla parte sportiva, ma una risorsa per la società».

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